Ci sono storie che sembrano venute fuori dalla pellicola di un vecchio film. Quella di Christian Bergamo e della sua startup Parole in posa è esattamente così. Dopo anni trascorsi tra Londra, Granada e Barcellona, facendo ogni genere di mestiere, dal barista all’animatore turistico, torna a Roma, la sua città, per lavorare come creativo pubblicitario. Un lavoro a cui presto se ne aggiungerà un altro, estremamente intimo e coinvolgente: il narratore di vite. A partire dalla sua.
Quasi Padre, dai social alle librerie
Nel 2017 aspetta un figlio con la sua compagna. Un’attesa che diventa motivo di condivisione: apre una pagina Facebook che chiama “Quasi padre”, a cui affida i suoi pensieri. «Non lo sapeva nessuno, neanche la mia ragazza. Era il mio luogo sicuro, il posto in cui potevo raccontarmi libero da ogni tipo di stereotipo. Parlare di maternità è un conto, ma la paternità è un’altra storia. All’epoca non lo faceva nessuno, o quasi. Eravamo immersi in narrazioni fuorvianti che mi facevano sentire spesso a disagio. Nella scrittura, invece, ho trovato una valvola di sfogo oltre che un’occasione di confronto con altre persone sensibili al tema» racconta lo startupper.
I numeri della pagina crescono a vista d’occhio e il progetto lo tiene sempre più impegnato, tanto che alla fine lo condivide con la sua compagna. «Ho temuto che si arrabbiasse moltissimo!» confida. Non è andata così, anzi. Tanto che anche dopo la nascita, Christian continua a raccontare la sua nuova vita da papà. Non solo, alcuni dei suoi testi diventano materiale per Book a Book, un nuovo modo di fare editoria basato sul crowdfunding. Le storie più lette si trasformano in libri.
Così è andata per Christian: le sue pagine raggiungono immediatamente migliaia di lettori e attirano l’attenzione di Longanesi che vuole “Quasi padre” tra i suoi titoli. Ed è ciò che accade. «In quel libro, uscito purtroppo in piena pandemia, c’è tutto di me: la mia insonnia, la mia terapia, la mia ansia legata alla paternità e il mio riscoprirmi un uomo nuov quando divento papà».
La startup che regala storie
Tanto nuovo da voler percorrere strade sconosciute, come quelle dell’impresa innovativa. Oltre a scrivere il suo secondo libro – un romanzo, edito da Rizzoli, che uscirà a fine anno -, Christian avvia una startup dedicata alle storie. Esattamente. In un mondo che procede per immagini, sceglie di scommettere sulle parole.
Nasce così Parole in posa, un progetto con cui Christian e altri autori trasformano ricordi ed emozioni in testi. «Le persone mi hanno sempre chiesto di dare forma ai loro pensieri, scrivendo un biglietto di auguri o di scuse. Ho iniziato quasi per gioco, proponendo questo servizio in abbinamento all’attività di fotografia per neonati di una mia amica ed è stato subito un successo. Così, ne è nata una startup» racconta.
Funziona così: si sceglie un autore a cui raccontare la propria storia con una call o un incontro. Da quella storia nasce un ritratto, ma al posto delle pennellate, ci sono le frasi. Sono opere d’arte a forma di parole. «Mi hanno affidato storie di grande responsabilità: svelare un’adozione, lasciare il ricordo di una mamma in fin di vita, chiedere scusa a un fratello con cui non si parla da anni. Ogni racconto è un percorso intimo che con la scrittura cerco di tutelare e rispettare».
A oggi del progetto fanno parte 15 scrittori, che entro fine anno diventeranno oltre 50. Parole in posa diventa infatti anche un modo per sostenere una categoria spesso alle prese con difficoltà economiche. Senza contare che con ogni storia gli autori hanno la possibilità di far conoscere le loro penne e di conquistare un lettore o una lettrice in più. «E non importa se può sembrare anacronistico – conclude Christian -. Io continuo a credere nella forza delle parole e nell’impatto positivo che possono regalare, a chi le dona e a chi le riceve».
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