Roma, non più i nomi delle donne nel “cimitero dei feti”

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La notizia è di questi giorni e riguarda la sepoltura dei feti. Del tema (e delle sue molte implicazioni, in punto di diritto e di diritti) Alley Oop si è occupata più volte. Ciò che è accaduto è che nella settimana dedicata ai defunti, a Roma, l’amministrazione comunale ha finalmente deciso di mettersi al pari con la legge e ha modificato il regolamento di Polizia Cimiteriale. Pare essersi così superata quella prassi scandalosa e illegale che voleva apposti – sulla croce e sulla tomba dei prodotti abortivi – il nome e il cognome della donna.

La pratica si risolveva in una vera e propria esposizione di quante avevano fatto ricorso all’interruzione di gravidanza. Lo spregio e la violazione di qualsiasi norma in materia di privacy sono stati per anni sotto gli occhi di tutti, giuristi e non. Quella del Flaminio è vicenda che era diventata inevitabilmente un caso di tribunale, rimbalzato sui media per alcune settimane e poi terminato con un’archiviazione.

Cosa ha deciso il Campidoglio

Finalmente, Roma capitale ha detto basta. “Ad oggi – si legge in una nota – l’inumazione di prodotti abortivi (20/28 settimane) e dei feti (più di 28 settimane) è automatica e viene disposta nelle medesime aree dove vengono sepolti i bambini nati morti. I prodotti del concepimento (sotto le 20 settimane) vengono invece inceneriti d’ufficio. In particolare, con questo provvedimento si modificano gli articoli 4 e 28 del Regolamento disponendo che la donna o gli eventuali aventi diritto possono optare per l’inumazione o per la cremazione dei prodotti del concepimento, dei prodotti abortivi e dei feti“.

A ogni sepoltura non corrisponderà più una croce ma un cippo funerario a cui sarà attribuito un numero di protocollo, un codice alfanumerico oppure un nome di fantasia o una data, sulla base della richiesta della donna o dell’avente diritto. Lo scopo è quello di assicurare l’anonimato. “Oggi si è chiusa una fase fondamentale per i diritti delle donne – lo dice Monica Lucarelli che a Roma Capitale è assessora e tra le altre deleghe ha anche quella alle pari opportunità – Per la tutela della loro privacy e del rispetto delle loro scelte. Oggi Roma ha aggiunto un tassello fondamentale nel mosaico della civiltà e dei diritti“.

Sembra un cambio di passo, in controtendenza. Il momento è quello in cui la presidente del Consiglio dei ministri è la leader di un partito che fino a ieri ha annunciato disegni di legge e guerra aperta, per imporre (anche contro la volontà delle donne) un’area cimiteriale destinata proprio a queste tombe. Come in Abruzzo, così in tutto il Paese, si potrebbe dire. FdI che oggi è al governo ha a ben vedere la forza di passare ai fatti, anche a colpi di decreti leggi.  Per questo è necessaria un’informazione puntuale anche su questo tema.

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