Cambio vita, dallo smart working allo smart walking

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Esiste lo smart working. E poi, esiste lo Smart Walking. Ovvero, lavorare camminando, macinando chilometri di strada per immergersi in paesaggi naturali incredibili e incontrare comunità autentiche. Il tutto, senza rinunciare al lavoro. Perché una cosa non esclude l’altra.

L’idea nasce da Davide Fiz, commercial sales freelance, innamorato dei cammini. «Ho iniziato nel 2015 per pura passione con il cammino di Santiago e da lì non mi sono più fermato, finché ho capito che avrei potuto rendere questo modo di viaggiare strutturale nella mia quotidianità» racconta. Complice una rottura sentimentale, Davide, decide di lanciarsi in questa nuova avventura che prende, fin da subito, molto seriamente. Costruisce il piano a tavolino, segnando percorsi, tappe e alloggi, con un’attenzione specifica alle connessioni digitali. L’idea non è, infatti, quella di prendersi un anno di pausa dal lavoro, ma anzi di dimostrare che è possibile portarsi il lavoro in viaggio.

È febbraio e Davide parte. L’obiettivo di Smart Walking è sfidante e romantico: 20 percorsi in 20 regioni italiane, camminando la mattina, per sfruttare luce e temperature più fresche, e lavorando il pomeriggio. «Faticoso? A tratti. Stimolante? Sempre!» – afferma convinto Davide che ha percorso le sue tappe – da circa 5 ore l’una – per lo più in solitaria, incontrando qua e là persone interessate e curiose rispetto a questo suo nuovo modo di declinare la giornata lavorativa. Ecco il nomadismo digitale, in chiave nostrana, completamente green e slow.

«Lavorare in giro per l’Italia, visitando i suoi luoghi più autentici e in alcuni casi remoti, mi ha esposto a tante vite e sensibilità diverse. Questo ha dato nuova energia al mio percorso, sia a livello personale che professionale. Lavorando come freelance, organizzare la mia nuova normalità non è stato difficile – ammette -, ma l’obiettivo è ispirare anche chi ha un lavoro più tradizionale a cambiare aspetti più o meno grandi nel flusso di lavoro». Insomma, produttivi sì, ma in una nuova accezione, intervallando la giornata lavorativa con esperienze apparentemente non convenzionali ed esponendosi a contaminazioni ricche di senso. «Un modo di pensare e di agire che ci rafforza come esseri umani e come lavoratrici e lavoratori. Ed è questo ciò che, a mio avviso, dovrebbe essere un lavoro smart» sottolinea Davide.

Quanto ai suoi clienti, nessuna reazione negativa: l’attività è proseguita in maniera regolare, semplicemente attraverso telefono e computer. Fondamentale, ovviamente, una buona connessione digitale. E qui, la sfida, è tutta per la trasformazione digitale del nostro Paese, cosa che potrebbe generare nuove opportunità anche in termini turistici. Lo stesso progetto di Davide, infatti, è stato salutato con grande interesse dai Comitati dei cammini che hanno identificato un nuovo profilo di “viaggiatore tipo”: il lavoratore itinerante che si sposta – per altro – in tutte le stagioni.

Ora, a Davide restano gli ultimi 3 cammini da percorrere. Prossime tappe: Marche, Umbria e Calabria. Infine, grande festival dello Smart Walking a Carsoli, in Abruzzo, a cui parteciperanno tutti i Comitati dei cammini che lo hanno ospitato e chiunque abbia avuto modo di incontrarlo e condividere un pezzo di strada con lui. «Adesso che ho imparato a mettere il naso fuori dal mio ufficio, certamente non mi fermerò. Smart Walking ha incontrato l’interesse di tantissime persone e l’anno prossimo tornerà con la declinazione del Coast-to-coast, ovvero Cammini che uniscono le due coste: in Puglia, dal mar Adriatico allo Jonio, in Basilicata, dal mar Jonio al Mediterraneo o ancora dalle Marche alla Toscana, passando dall’Adriatico a mar Tirreno. Con un’unica mission – conclude Davide -: condividere e riscoprire passaggi e paesaggi, in un nuovo equilibrio tra lavoro e tempo per me».

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