Le restrizioni imposte dalla pandemia non hanno represso la voglia degli italiani di fare attività sportiva all’aria aperta. Al contrario, la chiusura di palestre, piscine e centri sportivi ha accresciuto la voglia di praticare sport open air, anche perché percepito come più sicuro alla luce dell’escalation dei contagi. Tra camminate veloci, corsa e bicicletta quasi 8 italiani su 10 si sono mossi all’aperto durante l’anno appena concluso, mentre la metà si è cimentata in attività ginniche domestiche, sia con l’ausilio di supporti digitali (22%) sia senza (30%), complice anche il ricorso massiccio allo smart working. È quanto emerge da alcune ricerche condotte dalla società Sport e Salute in collaborazione con SWG sugli impatti della pandemia sull’attività fisica e gli stili di vita degli italiani. In particolare, lo studio sulle abitudini e stili di vita post lockdown e per il futuro ha evidenziato come il Covid-19 non ci ha reso inattivi, ma ha aumentato la voglia di attività fisica non soltanto per gli indiscussi benefici sulla salute, ma soprattutto per il generale e diffuso benessere psicofisico. Un vantaggio apprezzato in particolare dalle donne (+4%) che hanno scelto soprattutto le camminate veloci come toccasana per il corpo e la mente.
Il 57% degli italiani ha scelto la camminata veloce, in aumento le donne (+4%)
A farla da padrone è stata la camminata veloce scelta dal 57% degli italiani post lockdown. A mettersi in marcia sono stati soprattutto i cosiddetti Baby boomer (i nati fra il 1945 e il 1965) con un aumento del 10%. In crescita anche le donne (+4%) che hanno deciso di dedicarsi a lunghe camminate da sole o in compagnia e i residenti in Centro Italia (+5%). Ha scelto invece la bicicletta per piacere o per spostamenti il 27% degli italiani, in particolare le famiglie con figli da 0 a 5 anni (+9%), che vivono al Nord Italia (+8%) e con redditi medio-alti (+4%). La corsa, preferita dal 20% del campione, è la più gettonata fra studenti (+13%), Generazione Z (i nati dalla fine degli anni ’90 al 2010) e Millennials (i nati fra il 1980 e il 2000) con un aumento rispettivamente del 12 e dell’8 per cento. Altro aspetto da evidenziare è che i parchi e piste ciclabili sono vissuti come più sicuri soprattutto dopo l’aumento dei contagi dello scorso autunno: 1 italiano su 4 ha infatti praticato attività sportiva nel verde pubblico.
L’attività open air fa bene alla salute, rende più creativi e riduce il ‘carico mentale’
A dare la spinta a mettersi in moto sono stati i mesi di reclusione forzata durante la prima fase della pandemia sia per ritrovare un po’ di forma fisica in vista dell’arrivo dell’estate, ma soprattutto per ossigenare il cervello, renderlo più creativo e tenere a bada così la tristezza del momento. Muoversi all’aperto, oltre a regalarci un ambiente più sano dello spazio chiuso di una palestra, garantisce infatti una lunga serie di benefici: dall’esposizione ai raggi solari, che ha effetti positivi sull’umore e attiva la vitamina D, fondamentale per la salute delle ossa soprattutto dopo i mesi trascorsi chiusi in casa; al respirare aria pulita e ossigenata di cui possiamo godere pienamente almeno finché la ripresa delle attività non avrà di nuovo fatto salire i livelli di inquinamento dell’aria. Camminare, inoltre, aiuta a prevenire il diabete, fa bene al cuore e aiuta a regolare il colesterolo.
Tanti che prima non facevano sport hanno capito che l’attività fisica è una straordinaria medicina, non solo per il fisico, ma soprattutto per superare momenti difficili. Lo dimostra uno studio realizzato sul running e sull’esercizio fisico nei mesi del Covid commissionato da Asics e condotto su un campione di 14.000 sportivi regolari in 12 paesi, tra cui l’Italia. Il 33% degli intervistati in Italia ha risposto che si sta allenando più ora di quanto non facesse prima dell’inizio della pandemia. Più di due terzi (il 72%) del campione ha affermato che l’esercizio fisico aiuta a far fronte mentalmente a situazioni difficili come quella in cui ci troviamo. Mentre l’81% è convinto che essere attivi li fa sentire più in salute, l’83% ritiene che aiuta a liberare la mente. Un dato fra i più incoraggianti è che, tra coloro che hanno iniziato a correre soltanto dopo l’inizio della crisi Covid, quasi due terzi (il 67%) a livello globale hanno detto di voler continuare anche in futuro.
Se i benefici per la salute sono ormai riconosciuti da tutti e strettamente raccomandati dagli esperti (lo scorso 25 novembre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha presentato le ‘Nuove linee guida su attività fisica e comportamento sedentario’ quelli sulla mente sono certamente più soggettivi, ma non meno importanti. Tra i vantaggi c’è la possibilità di praticare questi sport dove e quando si vuole, gratuitamente. Basta volerlo e si può iniziare a percorrere chilometri nel verde o nei centri per ora deserti delle città per ossigenare non soltanto il fisico rimasto in apnea per mesi, ma anche e soprattutto la mente. Un modo per cercare di rimanere lucidi e non abbandonarsi alla tristezza che la pandemia ha portato nelle nostre case. Camminare aiuta a ridurre ansia e stress, a favorire il buon umore. Proprio per questo camminate, corsa e bici, spesso senza una meta precisa, stanno appassionando milioni di italiani diventando l’attività prediletta, in particolare dalle donne. Se è vero che i lavori di cura nel nostro Paese sono ancora molto sbilanciati sulle donne, ecco che proprio per le donne alleviare il ‘carico mentale’ legato alla cura e aumentato ulteriormente nei mesi di lockdown è diventato un’esigenza ancora più forte, con l’attività all’aria aperta che ha aiutato a interrompere la routine quotidiana, mettere da parte le preoccupazioni e la lista dei compiti da assolvere.
Mettersi in marcia anche per soddisfare la ricerca di viaggio e di scoperta
In altri casi, ‘mettersi in marcia’ ha assunto anche il significato metaforico di ‘mettersi in viaggio’, per soddisfare, anche soltanto all’interno della propria città, l’insaziabile curiosità di ‘nuovo’ e di ‘scoperta’ rimasta congelata per tutti questi mesi. In molti, infatti, hanno fatto di necessità virtù e riscoperto, fin dal primo post-lockdown il valore aggiunto di viaggiare nella propria città, a pochi chilometri o comunque nell’ambito della propria regione. Una vacanza in cui non è tanto importante quanto si arriva lontano, ma quello che si scopre e che magari si ignorava pur avendolo a due passi da casa. In molti hanno abbandonato auto, motorini e monopattini e si sono messi in cammino esplorando luoghi mai visti e guardando con occhi diversi quelli già noti. Parchi, strade, vicoli e piazze, nuovi scorci e altre prospettive, godendo di bellezze già note e scovandone altre nascoste, magari in momenti della giornata non consueti come quelli della mattina presto con la sua fresca aria rigenerante. Un modo per sentirsi turisti nella propria città e soddisfare il desiderio di evasione pur rimanendo vicino casa.