Nobel per la chimica a 2 donne, e i neolaureati nella materia come se la cavano in Italia?

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Per la prima volta nella storia dei Nobel dedicati alla scienza, due donne dividono uno dei premi più ambiti dai ricercatori di tutto il mondo: a Emmanuelle Charpentier (1968) e Jennifer Doudna (1964) è stato assegnato il Nobel per la Chimica, che dalla sua istituzione, nel 1901, è stato assegnato finora solo a 5 donne.

Le donne – ha dichiarato Emmanuelle Charpentier, in collegamento con la sede dell’Accademia svedese delle Scienze a Stoccolma – possono lasciare un segno importante nella scienza ed è importante che lo sappiano le ragazze che vogliono lavorare nella ricerca. Spero che questo riconoscimento sia un messaggio positivo per le ragazze che vorrebbero seguire la strada della ricerca“. La speranza, ha aggiunto, è che questo Nobel “dimostri alle più giovani che le donne possono avere un impatto attraverso le ricerche che svolgono“.

A meritare il riconoscimento, secondo l’Accademia Reale Svedese delle Scienze è il loro lavoro nello sviluppo di un metodo per l’editing del genoma. “Questa tecnologia ha avuto un impatto rivoluzionario sulle scienze della vita, sta contribuendo a nuove terapie antitumorali e potrebbe realizzare il sogno di curare le malattie ereditarie“, ha dichiarato mercoledì l’Accademia. Le due scienziate, infatti, hanno messo a punto la tecnica che taglia-incolla il Dna che permette di riscrivere il codice della vita. Le forbici genetiche, che permettono di modificare il Dna, hanno aperto la via a molte terapie un tempo impossibili.

Charpentier, direttore dell’unità Max Planck per la scienza dei patogeni a Berlino, e Doudna, professore presso l’Università della California, Berkeley, condivideranno il premio per la scoperta delle cosiddette forbici genetiche con le due scienziate. “C’è un enorme potere in questo strumento genetico, che ci riguarda tutti. Non solo ha rivoluzionato la scienza di base, ma ha anche prodotto colture innovative e porterà a nuovi trattamenti medici rivoluzionari “, ha affermato Claes Gustafsson, presidente del Comitato per il Nobel per la chimica.

Si tratta di un traguardo storico perché, come si diceva, solo 5 donne hanno ricevuto in precedenza il premio per la chimica. Di queste Marie Curie è stata la prima nel 1911. Il 2020 ha fatto salire a 4 anche le donne che hanno avuto il riconoscimento in Fisica, grazie al premio assegnato a Andrea Ghez, che alla notizia ha dichiarato: “Spero di poter essere una fonte di ispirazione per altre giovani in questo campo di ricerca”. La ricercatrice, che con i colleghi Roger Penrose e Reinhard Genzel ha dimostrato l’esistenza del buco nero supermassiccio Sagittarius A* al centro della Via Lattea, spera che molte giovani possano avvicinarsi all’astronomia: “è un campo capace di offrire moltissime soddisfazioni e se si ha una passione per la scienza c’è davvero moltissimo da fare“.

In Italia la laurea in chimica e quella in fisica restano fra quelle che maggiormente assicurano la possibilità di entrare nel mondo del lavoro. Almalaurea ci dice che con una laurea in scienze chimiche va un pochino meglio della media degli altri laureati: a un anno dalla fine degli studi il tasso di occupazione è del 78%. Ma la prova del fuoco è a 5 anni: l’occupazione vola oltre la media e arriva a toccare l’89%, quindi 9 su 10 lavorano. In quanto a stabilità lavorativa, i dati Almalaurea evidenziano che il 57% ha un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre gli altri hanno invece scelto la strada del lavoro autonomo. Inoltre la maggior parte dei laureati si inserisce nell’industria: il 38% nel settore chimica e energia, l’8% nella manifattura, il 7% metalmeccanica e meccanica di precisione. Chi opera nei servizi, lo fa soprattutto inserendosi nel ramo dell’istruzione e della ricerca (19%), un altro 6% lavora nella consulenza.

Dati ancora migliori per gli ingegneri chimici: a 12 mesi dalla laurea magistrale biennale, il tasso di occupazione per i laureati in Ingegneria Chimica è pari all’86,5%, superiore alla media nazionale dei laureati magistrali biennali (73,7%). La retribuzione mensile netta degli Ingegneri chimici è pari, in media, a 1.474 euro (pressoché in linea al valore rilevato per i laureati del gruppo ingegneria, 1.465 euro, mentre è superiore al valore rilevato a livello nazionale, 1.224 euro). Dopo cinque anni dal titolo magistrale biennale si osserva un netto miglioramento dei principali indicatori dell’occupazione: infatti il tasso di occupazione dei laureati in Ingegneria Chimica è pari al 94,5% e la retribuzione media è pari a 1.789 euro netti al mese.

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I premi annuali per i successi in fisica, chimica, medicina, pace e letteratura furono istituiti per volontà di Alfred Nobel, l’inventore svedese della dinamite, morto nel 1896. Il premio per le scienze economiche fu aggiunto dalla banca centrale svedese nel 1968.

La Fondazione Nobel ha annunciato il mese scorso che sta aumentando l’importo assegnato per i premi individuali a 10 milioni di corone (1,1 milioni di dollari), dai 9 milioni di corone precedenti, come conseguenza dell’aumento dei rendimenti generati dal capitale in dote alla fondazione.