Le persone in fuga da conflitti, persecuzioni o violenze sono più dell’1 per cento della popolazione mondiale – 1 persona su 97 – mentre continua a diminuire inesorabilmente il numero di coloro che riescono a fare ritorno a casa. Lo denuncia l’agenzia Onu per i rifugiati Unhcr nel suo rapporto annuale Global Trends pubblicato in occasione delal Giornata Mondiale del rifugiato il 20 giugno. Alla fine del 2019 risultavano essere in fuga 79,5 milioni di persone, il 40% dei quali minori (30-34 milioni). L’Unhcr non aveva mai registrato un dato tanto elevato di persone vittime di esodi forzati.
“Dal 2011 ogni anno è un anno record per i rifugiati e gli sfollati. 80 milioni di vite sono state stravolte dai conflitti e anche dall’incapacità della comunità internazionale di trovare delle soluzione. Un momento difficile anche quest’anno” commenta Chiara Cardoletti, rappresentante di Unhcr per l’Italia, che procede: “Oggi non è possibile riportare a casa i rifugiati perché i confillit continuano e ne nascono di nuovi. QUindi l’unica soluzione è trovare un posto a queste persone altrove”.
Almeno 100 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case negli ultimi dieci anni, in cerca di sicurezza all’interno o al di fuori dei propri Paesi. Lo denuncia l’agenzia Onu per i rifugiati Unhcr nel suo rapporto annuale Global Trends pubblicato oggi, in vista della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno. Si tratta di un numero di persone maggiore di quello dell’intera popolazione dell’Egitto, il 14esimo Paese più popoloso al mondo. Il rapporto segnala che il numero di persone in fuga è quasi raddoppiato dal 2010 alla fine del 2019 (41 milioni allora contro 79,5 milioni oggi) e rileva come per i rifugiati sia divenuto sempre più difficoltoso porre fine in tempi rapidi alla propria condizione. Negli anni Novanta, una media di 1,5 milioni di rifugiati riusciva a fare ritorno a casa ogni anno, mentre negli ultimi dieci anni la media è crollata a circa 385.000.
“Il nostro Paese da anni è un Paese di grande accoglienza. Sono rimasta molto impressionata come l’Italia abbia gestito l’arrivo dei rifugiati nonostante la pandemia Covid-19 e come ha mantenuto non solo le frontiere aperte, ma anche la capacità di accogliere i rifugiati” sottolinea Cardoletti, che ha assunto il ruiolo in Italia solo da qualche settimana e ha vissuto la pandemia da Washington.