Tukiki, un progetto sportivo per ragazzi con disabilità cognitive

Germano alla voce, Antonio alla chitarra Matteo alle bottiglie, Tommaso con cucchiaio e ciotola, Francesca al flauto, Marty al banjo, Agostina alle maracas, Filippo al tamburello, Lorenza al battito di mani, Federico con la scatoletta (effetto maracas), Francy alla tastiera, Alessandro al basso, Eugenio con il pallone, Valentina alla console, Sebastian alla chitarra, Samuele al tamburo, Federica all’ukulele, Camilla con la ciotola e il cucchiaio, Francesco alla voce, Tatiana con il battito di mani e il cane, Samy alla batteria, Francesca Antonio e Christian alla voce, Michele con l’ovetto (effetto maracas), Claudio alla chitarra, Martina alla radio e Maria con il palloncino.

I ragazzi del progetto Tukiki cantano tutti insieme ‘W la libertà’ durante il lockdown da Covid-19. Il loro canto arriva da lontano. Il progetto nasce nell’ottobre del 2015 in seno alla società sportiva Minerva, nella periferia est di Milano, che conta ad oggi 140 tesserati tra atleti, tecnici e dirigenti. Tukiki ha un nuovo ambizioso obiettivo: sviluppare il calcio integrato per ragazzi e ragazzi con disabilità cognitive. L’obiettivo è quello di utilizzare uno sport di squadra per migliorare la qualità della vita degli atleti e allo stesso tempo sostenere le loro famiglie con una rete di aiuto.

Nel 2016 il progetto si è aggiudicato il premio ‘Il campione’, riconoscimento patrocinato dal comune di Milano e dalla regione Lombardia dedicato a chi si distingue come esempio positivo per l’opinione pubblica. Nel 2017 Tukiki Minerva è tra le prime squadre a cominciare il primo campionato ufficiale FIGC- Quarta Categoria in gemellaggio con U.S. Sassuolo.

‘Tukiki’ in lingua Malgascio significa sorridere e proprio con il sorriso atleti e allenatori hanno affrontato il periodo difficile del lockdown. Non è stato facile stare lontani, non poter giocare insieme, ma quest’esperienza ha fatto emergere nei ragazzi potenzialità nuove: le competenze tecnologiche sono state allenate invece delle gambe o del tiro in porta, nuove esperienze di gioco alternativo da remoto sono state accolte con entusiasmo come racconta l’allenatrice Federica: “Ogni collegamento era una scoperta, i ragazzi hanno ‘messo in campo’ risorse da svolgere tutti insieme. Indovina il mimo, Quizzone, Pictionary, Sarabanda, Tombola! …E col nostro caos, sempre un po’ piacevole, anche in quel momento potevamo rivedere le loro facce, i loro occhi, e i loro sorrisi straordinari dimostrandoci, ancora una volta, che i limiti in realtà siamo noi ad imporceli

Grazie ai video raccolti su Progetto TUKIKI TV @Youtube, è possibile vedere quante sfide hanno lanciato gli allenatori. I ragazzi, dapprima timidi nell’approccio con le telecamere, si sono poi lasciati andare nella scoperta della nuova realtà virtuale, condividendo la propria casa e anche i propri animali:

Se all’inizio questo nuovo modo poteva sembrare un “accontentarsi” con il passare del tempo si è dimostrato un modo alternativo per stare insieme, ridurre le distanze e conoscerci un pochino di più: il Tukiki con discrezione è entrato in ciascuna delle nostre case, nelle nostre camere, incontrando e salutando nuovi spettatori, parenti ed animali di compagnia come un gatto che passava incuriosito davanti alla telecamera o un cane che saltava sul suo umano quasi volesse partecipare pure lui alla sessione di allenamento“. Con queste parole Vasco, un volontario, descrive come i collegamenti online con il tempo si siano trasformati in presenza efficace per i ragazzi.

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Minerva quindi è riuscita anche nei tempi del Covid-19 a tenere unito un gruppo e a essere di sostegno alle famiglie chiuse in casa con i propri ragazzi- Mamma Fiorella ne dà testimonianza in questa lettera scritta ai volontari e allenatori di Tukiki:
il migliore dei risultati è stata la costanza con cui si è replicato il calendario calcistico, generando attesa, piacere per la sfida, desiderio di esserci. Ed anche il mezzo social, spesso criticato, è servito ai nostri figli che con le loro differenti fragilità hanno potuto dar vita a performance che condivise con i compagni/e, genitori e allenatori hanno generato piacere, senso di realizzazione e successo personale“.

Tukiki è una piccola realtà di quartiere che però ha fatto davvero tanto per i suoi ragazzi. Nella difficile situazione economica che stiamo vivendo ha bisogno di ancora più sostegno per continuare a lavorare. Chiunque da lontano o da vicino voglia dare una mano le porte di Tukiki sono aperte e vi aspettano tantissimi sorrisi.

Anche perché sono molti i progetti ancora da realizzare. In questa nuova fase il prossimo saranno i campi estivi in collaborazione con l’associazione Antonia Vita di Monza: la sfida per Matteo, Tommaso, Tatiana e gli altri atleti sarà affiancare gli educatori come veri e propri animatori nella gestione delle attività ludico-ricreative rivolte ai minori dai 6 ai 14 anni. Con il loro sorriso sarà un gioco da ragazzi.

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