Postcovid, storia di una scuola che non potrà riaprire

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Storia triste di una scuola dell’infanzia. Che a settembre non riuscirà a riaprire. La Rosmini è una specie di istituzione nel quartiere San Salvario di Torino. Movida, convivenza, melting pot sono le parole chiave per descrivere l’identità di questa parte di città, tra la stazione Porta Nuova, il Parco Valentino e i vecchi uffici della Fiat tra corso Marconi e corso Dante.
Quando questa emergenza finirà ci saranno molte cose che non potranno tornare come prima. Questo pensiero è straziante. Ce lo siamo detto nel gruppo delle “mamme del Rosmini”, tra lo sdegno, l’incredulità e la volontà di fare qualcosa. Ma il sentimento più forte è la sofferenza per i nostri bambini. Federico è il mio quasi seienne, terzo figlio, opzione “ciurma”.  Per lui nei primi anni di vita ho escluso il nido e ho scelto la soluzione nonni. Sono stati loro a darci una mano.
Poi, superati i due anni e mezzo, mi sono messa a caccia di una materna che avesse una classe primavera. E così mi sono imbattuta nella Rosmini, piccola scuola di quartiere, due classi miste, due maestre amate da tutti, Anna che tiene tutto pulito e le suore adorate. Adorate. Braccia sempre pronte a coccolare, consolare, accogliere i bambini più piccoli, quelli che piangono per la mamma.
Ho consegnato la domanda di iscrizione, poi in un secondo incontro alla maestra Federica ho confessato che ero in ritardo con la faccenda del pannolino…. gestione perfetta per i figli uno e due, gestione sbracata per il terzo. “Nessun problema, ci pensiamo noi”. A settembre del 2016 abbiamo iniziato con il pannolino e la voglia di diventare grande di Federico ha fatto il resto, in poche settimane.
In questi anni siamo cresciuti insieme. La scuola è cresciuta, con spirito di comunità e voglia di fare. Le lezioni di musica e psicomotricità, l’inglese con teacher Francesca e anche la meravigliosa esperienza della piscina. Le gite poi, “rigorosamente” senza l’aiuto delle mamme e dei papà. Questa estate avrebbero voluto inaugurare anche il servizio “Estate Ragazzi”, fiore all’occhiello della Città di Torino.
Insieme, con una raccolta fondi tra le famiglie e le maestre, che a Natale o a fine anno non vogliono mai regali, abbiamo comprato gli arredi nuovi per la mensa, i giocattoli educativi, abbiamo sistemato il pavimento delle aule. Insieme abbiamo dato il bianco alle pareti e ristrutturato il vecchio portone in legno. Ora è arrivata la comunicazione che la scuola non riaprirà.  Il Covid-19 ha dato la mazzata finale. Ci sono le suore, anziane, da proteggere. Ci sono problemi strutturali che ora sembrano troppo grandi da affrontare.
Penso che sia un peccato perdere questa esperienza di condivisione civile. E temo che saranno tante le cose che non ritroveremo con il passare delle settimane.  Federico a settembre comincerà la prima elementare. Ma mi auguro che che i bambini più piccoli possano ritrovarsi e ritrovare le loro maestre. Si sta cercando di mettere insieme una soluzione. Sono in campo la circoscrizione, le altre scuole e le famiglie.
Ma questa faccenda dei bambini è una storia ancora tutta da raccontare. Non solo per il mondo temporaneamente perduto ma anche per ciò che non ritroveranno quando tutto piano piano ricomincerà. È fragile il tessuto di scuole comunali e paritarie che accoglie i nostri bambini, quando invece dovrebbe essere il pilastro più saldo della società intera. “Ho strappato mia figlia al suo mondo, non posso dirle che a settembre non ritroverà più la sua scuola, dobbiamo fare qualcosa” scrive una mamma nella chat dei genitori del Rosmini. E i messaggi sono tutti così.
“Odio lo zucchero e sono allergica alle religioni. Si capisce che per fare adorare a una come me una suora vestita da barattolo di Nutella ce n’è di strada da fare. Invece, Suor Alba insieme a Suor Anna Rita, Suor Ida, Suor Alfreda e le maestre Federica e Giusy, sono riuscite a convincermi in un attimo” scrive Natashia per la sua piccola Luna.
È fragile il mondo delle scuole di quartiere, degli oratori, delle piccole società sportive, dei centri culturali. È fragile e ha il cuore grande. È un mondo fatto di accoglienza, sorrisi autentici, di gentilezza, di cura per i più piccoli, di calore, di aiuto reciproco. E allora ci tocca resistere e ricostruire. Insieme. Buona fortuna alla famiglia del Rosmini.