In questi giorni di emergenza durante i quali stiamo sperimentando obbligatoriamente la resilienza e nuove abitudini, lo sento dire da più parti. Alla fine della crisi non bisognerà tornare alla vita normale com’era prima del coronavirus, ma imparare dall’emergenza che stiamo vivendo per trovare nuove formule e garanzie, tutele di diritti e di settori. Per diventare migliori. Quasi a trovare un senso a quello che sta accadendo.
Il progetto “Dire Fare cambiare” dell’associazione Chiave di Svolta va in questa direzione. L’iniziativa parte dal presupposto che la cultura, bene comune e anche diritto di ognuno, deve essere un elemento fondamentale per il rilancio dell’economia e del Paese e questo può avvenire soltanto cambiando la sua narrazione. Capovolgendo l’assunto che la cultura, quasi sminuita ad elemento di mero intrattenimento, sia la prima voce da poter azzerare in caso di crisi economica come questa che stiamo vivendo per l’epidemia di coronavirus.
In poche parole l’obiettivo che si pone questa iniziativa è quello “di cambiare la cultura della cultura“. Il primo progetto di “Dire Fare Cambiare” è il “Manifesto per la cultura, bene comune e sostenibile”. L’associazione Chiave di svolta, in realtà era nata in periodo ante coronavirus, a settembre scorso, per volontà di un gruppo di donne che condividono impegno, creatività ed esperienza sia nella produzione culturale sia nella progettazione sociale. Il manifesto firmato da tanti artisti e associazioni verrà consegnato al ministro dei Beni culturali e del turismo e al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare per sollecitare la nascita di un protocollo d’intesa che favorisca e incentivi una produzione culturale sostenibile.
Tra i personaggi famosi che hanno già aderito all’iniziativa si contano Ambra Angiolini, Corrado Guzzanti e Alessando Haber, Massimiliano Bruno, Pino Strabioli, Orchestra di Piazza Vittorio, Massimo Ghini, Francesco Baccini, Claudia Gerini, Maya Sansa, Massimo Wertmuller, Giorgio Verdelli, Paola Minaccioni, Paolo Crepet, Dolcenera, Niccolo Agliardi, Valerio Aprea, Euridice Axen, Valentina Carnelutti, Marco Guazzone, Erica Mou. Partecipano inoltre 52 organizzazioni come Earth Day Italia, Alice nella Città (è la sezione dedicata alle nuove generazioni della Festa del Cinema di Roma), l’Istituto Penitenziario di Livorno e Gorgona, Differenza Donna, Prodos, Mei, teatri, librerie, associazioni tipo Tor Più Bella.
“L’Associazione Chiave di Svolta – spiega la fondatrice e presidente Giulia Morello – nasce proprio con l’obiettivo di promuovere una cultura della sostenibilità offrendo supporto e servizi ad artisti/e, associazioni culturali, enti e istituzioni, imprese responsabili. Il suo primo passo, per promuovere una cultura che non sia solo intrattenimento ma strumento fondamentale di cittadinanza e di attuazione di sviluppo sostenibile, è la realizzazione di un Manifesto per la cultura, bene comune e sostenibile che vuole essere una chiamata alle armi nei confronti di istituzioni, artisti, enti, associazioni e imprese culturali”.
Il Manifesto è uno strumento fondamentale di cittadinanza e di attuazione di sviluppo sostenibile fra coloro che, sottoscrivendolo, ne condividono i valori e si impegnano a praticarli. “L’idea era di lanciare questo Manifesto per la cultura bene comune e sostenibile insieme a Earth Day Italia in un’iniziativa pubblica – continua Giulia Morello -, ma i recenti fatti ci hanno obbligato a rinunciare a questa idea e ad usare la potenza del web per raggiungere tutte e tutti egualmente. Mai come ora una corretta lettura delle dinamiche culturali, e di ciò che gira intorno ad esse, è urgente. In questo momento storico una nuova narrazione diventa fondamentale quando, finita l’emergenza del Covid 19, le istituzioni dovranno pensare a come sostenere i vari settori e non dovranno certo mancare misure a sostegno del settore culturale e creativo, così profondamente provato dall’emergenza corona virus“. Ed è proprio alle istituzioni competenti, conclude Morello “che abbiamo intenzione di rivolgerci alla fine di questo periodo di emergenza, per sollecitare la nascita di un protocollo tra i ministeri competenti per far si che una produzione culturale realmente sostenibile sia favorita e incentivata”.