Covid-19, come sopravvivere in casa con figli adolescenti

hands-3236059_1920

“Qual è il tuo programma per oggi?” “Consumare ossigeno ed emettere anidride carbonica”. Ecco, se anche voi siete alle prese con un figlio, magari adolescente, in questo periodo di reclusione e convivenza forzata, forse quanto segue può interessarvi. E’ già impegnativo in condizioni normali gestire il rapporto con loro nei pomeriggi dopo scuola, ma adesso che sono a casa 24 ore al giorno, sette giorni su sette, le cose si complicano. Ecco allora qualche strategia di sopravvivenza, per organizzare la propria routine giornaliera e creare una “straordinaria” normalità – mutuata dall’esperienza della vita in carcere – una serie di nuove abitudini e “rituali” che ci danno sicurezza e stabilità in giornate con tempi dilatati.

Prima di tutto norme di igiene generale, tanto più importanti in questo periodo. No, il #CODVID19 non è una banale influenza e no, non colpisce solo  gli anziani, perciò non si esce se non strettamente necessario e quando si rientra ci si tolgono le scarpe all’ingresso e ci si lavano le mani, per almeno 30 secondi. E siccome tutto quello che dicono i genitori è di per sé noioso, a salvarci sono campagne di sensibilizzazione come #iorestoacasa con tanti artisti testimonial o anche la campagna social di Pepita in collaborazione con Fondazione Carolina #SeEsciSeiFuori, con 12 consigli ai teenager per 12 giorni, alternati a un video tutorial per mamme e papà.

Una volta garantiti gli standard minimi di igiene, come se la famiglia fosse un’impresa – la struttura – passiamo ai processi e alle relazioni che la governano. Prima regola, semplice e lapidaria: se ti viene chiesto di fare una cosa, falla senza discutere “che sennò consumiamo ossigeno dentro casa”. E le richieste sono soprattutto di collaborazione domestica: supporto nel cucinare e nell’apparecchiare prima e riordinare poi, aiuto nel tenere pulite le proprie stanze e i bagni. Sembrano cose scontate, ma il tasso di comprensione è inversamente proporzionale all’età del figlio o della figlia. Se vogliamo vedere poi un’opportunità di crescita anche culturale in questa situazione, possiamo sensibilizzare i maschi ai lavori di casa, cosa che a tutt’oggi li coinvolge solo marginalmente se è vero che le donne in media dedicano ogni giorno due ore in più a questa attività non retribuita rispetto ai coetanei “alpha”. E alle figlie possiamo invece chiedere di imparare insieme nuove applicazioni come le video chat o di provare a riparare il galleggiante del WC che chiaramente si è rotto proprio ieri.

regoleQuando si arriva alle relazioni, il tema si fa delicato perché lo spazio è ridotto e tanti, spesso contrastanti, sono i bisogni e le esigenze. Quindi qualche regola – qui emerge l’ascendenza elvetica di chi scrive – sull’uso del tempo e dello spazio. Alla terza settimana a casa vanno spiegati alcuni concetti non scontati: non sei in vacanza (!) quindi ti devi alzare, lavare e vestire “come se”. Purtroppo non tutte le scuole si sono attrezzate per fare lezioni a distanza nonostante la tecnologia consenta ormai di organizzarsi in maniera immediata e gratuita – con Google Hangouts Meet o ancora la piattaforma gratuita promossa da Ilaria Capua #lascuolacontinua – e ancora troppi ragazzi ricevono compiti ed elenchi di argomenti e sono poi lasciati a loro stessi. In ogni caso, almeno un paio d’ore la mattina devono essere dedicate alla didattica, in maniera più o meno guidata e spontanea.

E il resto del giorno? Un po’ di televisione, per la nostra salute mentale, gliela possiamo concedere ma magari approfittando della Tv on demand possiamo indirizzare su programmi in lingua straniera. E per i più piccoli si trovano online vere e proprie proposte ricreative a distanza, che sono non solo fonte di ispirazione ma soprattutto un modo per sentirsi più vicino, scambiandosi idee consigli e – why not? – condividere preoccupazioni. Su Facebook sono nati per esempio gruppi come  “Lavoretti creativi per bambini”, che ha  oltre 11mila membri o “ Giochi e libri per bambini: recensioni, idee e foto”.  Ma per resistere 24 h in casa, anche un po’ di sport è fondamentale: se avete una Wii c’è il programma Wii Fit che vi fa muovere divertendovi ma – siccome si è rotta la pedana, sempre ieri (vedi sopra) – ci sono diversi video come IMPS trainer che garantiscono il de minimis gionaliero, almeno di una mezz’ora. E tutto questo – studio, sport e divertimento – in uno spazio che normalmente è residuale perché ci passiamo poche ore al giorno e di notte dormiamo.

Quindi spazio tuo, mors mea. Altra regola: decidiamo insieme chi occupa quale spazio – soprattutto se è uno ed è il salone comune  – e per quanto tempo, pensando che i genitori magari ci devono pure lavorare in quello stesso spazio e hanno bisogno se non di silenzio almeno di un sottofondo non troppo fastidioso. Insegnare il time management e il rispetto degli altri potrebbe essere un lascito molto importante per i nostri figli dopo la crisi, se la gestiamo bene.