Verso l’#8marzo: in Italia ancora un’azienda su 5 non ha manager donne

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Sarà un #8marzo triste, quello di quest’anno. L’emergenza Coronavirus già ha trasformato ogni celebrazione in un evento distopico. Così, ci avviamo verso l’annuale conta delle disparità di genere senza nemmeno la vivacità della protesta in piazza o il conforto di una risata con le amiche.

E dunque, cominciamo. Dove non siamo arrivate (nemmeno) quest’anno? Per esempio, non siamo arrivate a mettere almeno una donna nel top management di tutte le aziende. Per carità, non intendo una donna su tutte le poltrona societarie più alte: intendo almeno una donna tra la schiera dei manager di prima fascia.

A dirlo è l’edizione 2020 del Women in Business di Grant Thornton International: nel nostro Paese la percentuale di aziende senza presenze femminili nel senior management è oggi al 18%. Per gli esperti che hanno firmato il report, si tratta di un significativo passo avanti. Ma a me, come sempre, sembra di vedere solo il bicchiere mezzo vuoto. Perché nemmeno questo, a quanto pare, sarà l’anno della parità.

I dati di Grant Thornton sono diversi da quelli Consob che abbiamo pubblicato su Alley Oop, secondo i quali la presenza delle donne nei board delle quotate italiane è del 36%. La ragione di questa discrepanza sta tutta nel panel utilizzato per le indagini: cambia il campione, cambiano i risultati. E infatti Grant Thornton non guarda alle quotate, ma a 159 aziende italiane di medie dimensioni, per il 90% gestite dal proprietario.

Per questo i valori sono diversi, più bassi. Perché si tratta di una fotografia del Paese più profondo, non delle punte più avanzate, non fosse altro perché le quotate sono soggette alla legge Golfo-Mosca che impone loro le quote di genere nella composizione degli organi societari.

Se allarghiamo lo sguardo al mondo, secondo Grant Thornton, nel 2020 le donne detengono il 29% delle posizioni aziendali di comando, la stessa percentuale registrata nel 2019. Per quanto riguarda la situazione in Italia, le posizioni di CEO occupate dalle donne nel 2020 hanno raggiunto il 23%. Il nostro Paese risulta così al 12° posto nella classifica mondiale, insieme a Francia e Stati Uniti.

Quanto al gruppo più allargato del senior management, nell’ultimo anno si riscontra un aumento di presenze femminili grazie anche a una maggior trasparenza nelle organizzazioni, alla rendicontazione del divario retributivo di genere, e al dibattito pubblico originato dal movimento #MeToo. Secondo il report di Grant Thornton è importante continuare a incentivare azioni concrete, volte a eliminare le diversità di genere. Speriamo che tutto questo possa riprendere una volta che avremo superato l’emergenza Coronavirus.