Parità di genere, lanciamo un percorso condiviso per un piano strategico

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I numeri non lasciano spazio ad interpretazioni. La strada verso la parità di genere è ancora in salita, ma i tempi sono ormai maturi per un passo decisivo. L’Italia è pronta e lo sono anche le italiane.

È il tempo di affrontare il gender gap portando la trasversalità nel metodo della politica, perché tutte le politiche nascano con un’attenzione e specifici indici di valutazione per l’impatto di genere. È quel che chiamiamo gender mainstreaming e che vogliamo realizzare in Europa e in Italia.

Serve poi una visione organica ed integrata, con la consapevolezza che questa sfida si può vincere solo insieme – i nostri strumenti legislativi devono necessariamente essere accompagnati da processi di carattere produttivo, sociale e culturale – e dentro una strategia che sa concepire la complessità. Se siamo in grado di immaginare un sistema sociale in cui le politiche di investimento nelle famiglie, di inclusione delle donne nel mondo del lavoro e di armonizzazione dei tempi della vita personale e dei tempi della comunità si riconoscono espressione di una visione che dà centralità alle persone, riusciremo ad imprimere quella svolta non più rinviabile per una società più giusta e a misura dei nostri desideri.È questo il cambio di paradigma necessario: mettere al centro la persona, consentendo a ciascuno di realizzarsi nella pienezza del suo valore, perché donne e uomini insieme ricomincino a sperare e a declinarsi al futuro.

È quello che stiamo facendo all’interno del Family Act ed è quello che faremo con il primo Piano Strategico Nazionale per la parità di genere: un percorso partecipato, con il mondo associativo e gli enti territoriali, per progettare i modi e le politiche della parità salariale per un lavoro di uguale valore, la parità nei processi decisionali, l’accesso alle materie STEM e all’intelligenza artificiale per le ragazze. E un’azione educativa che rimuova dalle radici i troppi stereotipi alla base di ogni discriminazione e violenza contro le donne.

Se vogliamo andare oltre quella salita e liberare il potenziale femminile ancora inespresso, dobbiamo avere il coraggio di correre e di farlo con uno slancio iniziale maggiore. Le donne nel nostro Paese devono potersi sentire libere di fare scelte personali e di realizzazione di sé sia in ambito familiare che lavorativo. Apriamo la strada perché questo sia possibile.

  • Iole Natoli |

    E il cognome materno ai figli dov’è finito? Me ne occupo dal 1979 e mi sembra dunque legittimo dichiarare che mi sono stancata di rinvii e nascondimenti. A quando, allora? Grazie.

  • Elena Pela' |

    Sono molto interessata all’argomento come donna e come professionista nonché iscritta ad Italia Viva, vorrei essere informata su tutte le attività in merito. Ringrazio per l’impegno e spero di poter contribuire.

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