Il Design Thinking che rende la tua vita un progetto meraviglioso

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Del valore del Design Thinking applicato – nel suo caso – alla leadership e all’innovazione per executive, ne ha parlato generosamente in un articolo pubblicato proprio sul Sole 24 Ore, l’attuale vicedirettrice della Banca d’Italia, Alessandra Perrazzelli. L’Mba full immersion frequentato nell’estate 2018 a Stanford le ha regalato una rinnovata chiarezza sull’allineamento che andava cercando tra il suo proposito personale e professionale.

Perché di questo si tratta: applicare il metodo di lavoro tipico del design alla progettazione della propria vita, per renderla gratificante e piena di senso. Se poi si  apprende nel momento in cui ci si appresta ad entrare nel mondo del lavoro, quando tutto è ancora da costruire, allora potrebbe fare davvero la differenza. Ma non sottovaluterei l’utilità di metterlo a frutto ogni volta che nella vita l’insoddisfazione si fa sentire e la possibilità di un cambiamento ci chiama.

Ad averlo sperimentato per primi – con straordinaria soddisfazione – sono una buona parte dei quattordicimila studenti dell’università di Stanford, che negli ultimi anni  hanno avuto la fortuna di poterlo scegliere tra i corsi facoltativi. Il merito è di due manager, Bill Burnett e Dave Evans, che dopo brillanti carriere – il primo ha diretto lo sviluppo del Power Book in Apple, il secondo è stato tra i fondatori di Electronic Arts – che hanno messo a punto un percorso per aiutare i ragazzi ad applicare i principi dell’innovazione del disegn thinking al life design.

Il successo è stato tale che ne è nato un workshop Life Design aperto a tutti e un libro, Designing your life, che è stato bestseller del New York Time nel 2016. Ora, da bravi americani assai più capaci di noi a trasformare le buone idee in una pipeline di prodotti, la tipologia dei corsi si sta ampliando e a breve nascerà una Fondazione dedicata. Ma la notizia che ci interessa in questa sede è la recente uscita del libro in Italia dal titolo Design your life. Come fare della tua vita un progetto meraviglioso, arrivato in Italia grazie all’editore e a Francesca Parviero, che per prima ha intuito la potenza del metodo e dopo aver frequentato il workshop “Designing your life for Women” a New York si è convinta della necessità di tradurlo in italiano. Sua la prefazione.

Si tratta di un libro che può segnare un punto di svolta nella vostra vita. Per tutti, ragazzi, certamente, ma anche per manager, professionisti di ogni genere e, perché no, genitori, che desiderano aiutare i propri figli nel trovare il loro cammino e a realizzarsi nella vita. Il punto da cui sono partiti gli ideatori è una verità. Sono pochi coloro che hanno una vocazione inequivocabile o una passione sfrenata ad indicare loro la via da intraprendere. La maggior parte di noi, soprattutto da giovane, è appassionato di molte cose diverse e, di fronte, alla scelte di un percorso professionale si ritrova disorientato e, spesso e volentieri, prende strade che si rivelano deludenti. Secondo la tesi del libro, l’unico modo per scoprire cosa preferiamo fare è sperimentare! Ovvero, costruire prototipi di alcune vite potenziali, testarli e vedere che cosa risulta effettivamente in linea con noi stessi.

La parola d’ordine, dunque, è prototyping, progettare la tua vita progredendo attraverso prototipi e facendo pulizia di tutte quelle convinzioni limitanti, che ci fanno sbandare. Il libro è pieno di esempi e di suggerimenti su come dovremo imparare a riformularle (reframing). Un esempio? “Devo immaginare la mia migliore vita futura, elaborare un piano e poi portarlo a termine”. Sbagliato! Noi siamo fatti di tante identità, che oltretutto assumono rilevanza diversa nel corso della vita, e quindi dovremmo riformulare la nostra convinzione in questo modo: ”Esistono molteplici grandi vite (e piani) all’interno di me stesso e devo scegliere quella sulla quale costruire la mia strada verso il futuro”.

Fatti questi “aggiustamenti” del nostro mindset, la cosa migliore è mettersi al lavoro e progettare tre diverse versioni dei prossimi cinque anni della propria vita. Li hanno chiamati nientemeno che progetti Odissea, riprendendo la metafora della vita come un viaggio avventuroso, e vanno pensati “come abbozzi di possibilità che possono animare la tua immaginazione e aiutarti a scegliere in quale direzione orientarti per cominciare concretamente a elaborare prototipi e a vivere nel futuro”. Con tanto di modello dashboard da utilizzare, tutti gli step da seguire e le domande da farsi – compresa quanta energia ti fornisce ogni alternativa – per comporre la nostra mappa di navigazione. Ebbene, posso dire che dei miei tre progetti Odissea, uno l’ho realizzato appieno e un altro è in corso di co-creazione. Ma mai dimenticare il fine: la felicità, da scegliere e da costruirsi.