I The best Fifa football Awards celebrati in un sontuoso teatro alla Scala sono stati una grande festa delle donne. Saranno ricordati come una festa delle donne storica. Lo ha detto il presidente della Fifa, Gianni Infantino: «Sono orgoglioso del successo che ha avuto il Mondiale in Francia, con un milione di tifosi sugli spalti e un miliardo di telespettatori ai quattro angoli del mondo. Quella manifestazione ha segnato un cambio di passo: investiremo sul calcio femminile, che ci fa battere il cuore e ci emoziona. E investiremo anche su nuove competizioni. C’è poi il fronte dei diritti civili: difenderemo le donne nel mondo, come stiamo facendo in Iran: abbiamo avuto rassicurazioni dalle istituzioni di quel Paese sul fatto che il 10 ottobre le donne saranno ammesse sugli spalti».
Così le autorità del calcio, ma ormai il vento nuovo è nella società tutta. Quando sul palco della Scala, emozionate e sorridenti, si sono ritrovate schierate le undici Top della ideale squadra femminile votata dalla giuria è iniziato un lunghissimo applauso e, soprattutto, il teatro si è alzato tutto in piedi per celebrare le 11 migliori dell’anno (Sari van Veenendaal, Lucy Bronze, Nilla Fischer, Kelley O’Hara, Wendie Renard, Julie Ertz, Amandine Henry, Rose Lavelle, Alex Morgan, Megan Rapinoe, Marta Vieria), i loro sogni e il loro coraggio contro pregiudizi. Da questa standing ovation parte la nuova vita del calcio femminile.
Carico di futuro se le sue protagoniste hanno la personalità di Megan Rapinoe, miglior calciatrice dell’anno, e Sari van Veenendaal, miglior portiere dell’anno. Rapinoe, come aveva fatto il giorno delle celebrazioni a New York per la quarta coppa del mondo vinta dagli Usa, ha la leadership delle parole semplici e rivoluzionarie: «Ci sono alcune storie che mi hanno colpito più di altre. Sterling e Koulibaly, che hanno attaccato il razzismo che li affligge da sempre. La ragazza iraniana che si è suicidata, tutti coloro che combattono l’omofobia. Queste sono le storie che mi ispirano, ma mi rendono anche triste: io penso che, se vogliamo avere dei cambiamenti, è necessario che anche altri, oltre a Sterling e Koulibaly, siano arrabbiati come loro. E la stessa cosa vale per chi difende i diritti Lgbt, o la tutela delle calciatrici. Noi abbiamo tanto successo, a qualsiasi livello. Quello che voglio dire a tutti è: condividete il vostro palco. Usate questo splendido sport per cambiare davvero il mondo. Fate qualcosa, fate altre cose: abbiamo un potere incredibile».
Sì, un potere per cambiare il mondo e rendere veri i sogni, come quelli di Sari van Veenendaal. La portiera dell’Olanda, con il trofeo in mano, ha ricordato di quando era una bambina che sognava di fare la calciatrice e «oggi sono qui come miglior portiere del mondo».
Yes, we can. E sempre le donne e l’amore a muovere il mondo. Amore e dedizione come quelli di Silvia Grecco, mamma di Nickollas, un bimbo cieco e autistico. Sono tifosi del Palmeira e Nickollas vede con le parole delle mamma e con il suo amore: «Siamo qui per dimostrare che il calcio può trasformare le persone. Un giornalista brasiliano ha scoperto la nostra storia e l’ha fatta conoscere al mondo. Oggi Nickollas ed io vi diciamo che i disabili esistono e che il calcio è occasione di integrazione, di vita e di amore». Cioè di tutto ciò che muove il mondo, molto più del denaro.