Si chiama Matibabu, che in lingua swahili significa “trattamento”, ed è il software elaborato da quattro studenti della Makerere University di Kampala (Uganda), in grado di diagnosticare la presenza di malaria senza prelievo del sangue, con abbattimento di tempi e di costi che rendono accessibile il servizio anche alla popolazione locale.
E’ una delle poche startup africane che ha ricevuto investimenti da parte di fondi kenyani, inserita tra le prime 100 al mondo da Google Ventures nel 2017 e ha il Premio Africa 2018 per l’innovazione tecnologica. Matibabu è solo uno degli esempi di startup nate nell’Africa Orientale, un’area molto vivace dal punto di vista dell’intraprendenza imprenditoriale ma che incontra difficoltà a tradurre in pratica le idee di impresa e ad attrarre capitali e investitori, anche locali, per la mancanza di un certo tipo di strumenti e competenze. E proprio per clmare questo gap è nato Startup Africa Roadtrip, il progetto not-for-profit promosso dall’associazione TechGarage che dal 2017 organizza percorsi di training per startup e progetti d’impresa nei Paesi dell’East Africa.
L’obbiettivo è mettere in contatto gli ecosistemi imprenditoriali italiano e dell’Africa orientale. “Ecco perché – aggiunge Lorenzo D’Amelio, Fondatore della Media Agency torinese BTREES e Co-Fondatore di Startup Africa Roadtrip – per il terzo anno consecutivo offriremo a quindici imprese selezionate un’opportunità di formazione qualificata e gratuita in ambiti chiave come il business planning e le strategie di go-to-market e fundraising“. Il programma comprenderà anche un successivo affiancamento a cura di un team di professionisti-volontari, in collaborazione con partner locali e italiani”.
“In generale – aggiunge Andrea Censoni, Senior Analyst per la società milanese dPixel e Co-Fondatore del progetto – le startup che abbiamo incontrato in questi anni di attività tra Uganda e Kenya operano sopratutto nei settori agribusiness, fashion & textile, energy/off grid, financial services, sanivation & healthcare, handicraft, transport. Il mercato di riferimento è quello complessivo dell’East Africa, con una popolazione che al 2050, raggiungerà i 500 milioni di persone, quello internazionale. Soprattutto per le startup di prodotto c’è una potenziale interessante di scalabilità sui mercati occidentali. Penso ad esempio a Sweetunda, azienda keniana che produce frutta secca e caramelle da frutti esotici“.
In agosto il team di Startup Africa Roadtrip sarà a Kampala, capitale dell’Uganda che con 16 tech hub – tra incubatori, acceleratori, spazi di co-working e poli universitari – si è affermata come una delle città protagoniste dell’ondata di innovazione che dalla “Silicon Savannah” del vicino Kenya sta diffondendo nuovi modelli di impresa in tutta l’Africa Orientale. Prossima tappa la Tanzania.
Dal 2017, il viaggio di Startup Africa Roadtrip ha toccato tre Paesi africani, in collaborazione con E4Impact, Villgro Kenya e Hive Colab, Outbox (incubatore powered by Deloitte e Google) con mentor e giurati di aziende locali tra cui Fenix International e Uber Uganda, oltre a Business Angels locali, coinvolgendo oltre 50 startup africane.
Il progetto è accreditato come iniziativa di CSR e sostenuto da realtà come Primomiglio SGR e dPixel ed è attualmente alla ricerca di sponsor che supportino lo svolgimento delle attività del prossimo biennio.