Spadafora: “un’alleanza trasversale per i diritti civili degli Lgbt”

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“Dovremmo riuscire a trovare una alleanza trasversale tra le forze politiche perché questo è un tema, garantire i diritti civili alle persone lbgt, che non vuol dire privare altre persone dei loro diritti. Mi rendo conto che questi sono temi a volte divisivi e che possono essere strumentalizzati”. L’appello per i diritti civili degli italiani Lgbt viene dal sottosegretario Vincenzo Spadafora, nella giornata contro l’omofobia (17 maggio) . Il sottosegretario con delega alle Pari opportunità ha poi continuato: “Poiché non stiamo mettendo in discussione i diritti di nessuno, ma stiamo semplicemente chiedendo maggiori diritti e maggiore rispetto per le persone lbgt, questo perché oggi è la Giornata contro l’omofobia, ma in generale per tutte quelle realtà che nel nostro paese vengono considerate minoranze tali da essere discriminate. L’appello è quindi a tutti – cominciare dai miei alleati di governo perché, intanto, su questi temi ci sia maggiore rispetto anche nel dialogo, senza alimentare odio”.

vincenzo_spadafora_daticameraSpadafora, però, sa che non sarà una strada facile. “In questa legislatura vedo difficile che si possano fare passi in avanti da un punto di vista legislativo perché il contratto di governo non prevede iniziative particolari su questo tema. Una nostra parlamentare, Maiorino, ha presentato una legge per l’introduzione del reato di omofobia. E questo mi sembra molto importante. Speriamo che si arrivi anche ad un momento in cui si possa rivedere la posizione dei nostri alleati di governo e che la proposta del M5S possa essere approvata” ha sottolineato, aggiungendo: “”La prima importantissima battaglia è quella di dare piena autonomia e indipendenza all’Unar: deve essere un ufficio slegato dalle logiche partitiche per fare in modo che questa proposta raccolga un consenso trasversale e forte e possa vedere già in questa legislatura un riscontro positivo”.

Non solo, un altro progetto annunciato è creare un Archivio Storico Nazionale del Movimento Lgbti. “Sono molto appassionato all’idea che mi è proposta – ha spiegato il sottosegretario – di finanziare e sostenere un archivio nazionale per raccogliere la quantità di materiale presente sul territorio per documentare la storia del movimento Lgbti. Credo sia un tema fantastico perché noi non possiamo perdere la memoria. Purtroppo è paradossale che proprio questa generazione, la più connessa, più presente nell’etere è anche la generazione con meno memoria e più sola in assoluto che non ricorda, perché non conosce e nessuno glielo trasmette, tutto ciò che è stato fatto ed è stato vissuto per arrivare ad un livello di civiltà accettabile ove viviamo”.

L’Italia degli Lgbt

La fotografia di un Paese che, seppure sia più consapevole dei passi avanti compiuti sui temi dei diritti civili, resta tendenzialmente intollerante e fatica ad accettare l’idea che coppie formate da persone Lgbt possano adottare un figlio oppure che le persone transgender o transessuali siano pienamente integrate nel mondo lavorativo e sociale.

omofobiaE’ quella che è emersa dal sondaggio Ipsos realizzato per conto dell’Ufficio Antidiscriminazioni razziali (Unar) del Dipartimento per le Pari Opportunità, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, e presentato in un incontro moderato da Alessandro Cecchi Paone e a cui intervengono il presidente di Gaynet e direttore di Gaynews Franco Grillini, Marilisa D’Amico, docente di Diritto costituzionale e prorettore alla Legalità e Pari diritti all’università Statale di Milano, Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos e Vincenzo Spadafora sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche giovanili.

Il 56% degli italiani è chiuso (28%) o spaventato (28%) nei confronti delle persone Lgbt e le maggiori resistenze si registrano tra chi ha più di 55 anni. Di contro il 62% ritiene che il paese ha fatto “decisi passi in avanti” sul tema dei diritti civili e il 66% si dice favorevole alle unioni civili. Crescono consapevolezza e apertura tanto che il 75% ritiene che debba essere garantito il diritto ad esprimere liberamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere, ma “l’apertura” si riduce al 68%
quando si parla di matrimoni e scende al 34% quando si affronta il tema del diritto alla genitorialità delle persone Lgbt.

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L’indagine mostra una visione degli italiani molto critica rispetto alla società italiana che si delinea come un Paese iniquo dove molti gruppi di persone vengono discriminati. Una società tendenzialmente intollerante, dove ognuno pensa solo a sé stesso, dove le donne contano poco ed incapace di stare al passo coi tempi. In questo quadro al primo posto per citazioni positive (sebbene con solo il 26%) c’è l’essere una società dove è possibile vivere il proprio orientamento sessuale.

“I risultati di questa indagine – sottolinea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora – confermano che siamo sulla strada giusta. Dal tavolo di consultazione permanente per la tutela delle persone Lgbt, che ho istituito dallo scorso ottobre, sono arrivate tante richieste e sollecitazioni dal mondo associativo, che ringrazio. Il programma di azioni presentato costituisce il frutto di una mediazione tra le istanze delle associazioni e il contesto politico nel quale devo promuovere il Piano nazionale Lgbt. Ma ci stiamo muovendo su un percorso progressivo di determinazione che impone chiarezza di obiettivi e consapevolezza delle criticità”.

Gli italiani, sempre secondo il sondaggio Ipsos, ritengono che nei confronti del persone Lgbt le maggiori discriminazioni avvengano nel mondo del lavoro (56%), nella scuola e all’università (44%), nei servizi pubblici (43%) e nella sanità (35%). Sono duri a morire gli stereotipi che vedrebbe le persone gay essere particolarmente sensibili (52%) e predisposte per alcune professioni specifiche come moda e arte (48%) , così come quelli legati all’idea che le persone omosessuali o bisessuali abbiano atteggiamenti “sopra le righe” (23%), o trasgressivi (20%).

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