Raccontano gli avvocati familiaristi che le vacanze di Natale, per meglio dire, quelle di fine anno, sono un momento drammatico, che permette anche alle situazioni più pacificate e remote di riaccendersi violentemente come un botto di capodanno. Più in generale, le vacanze sono sempre, come i fine settimana, i momenti più preziosi per i genitori che lavorano, ancora di più se sono separati. Le vacanze di Natale sono poi ammantate da quel sentimentalismo familiare che pervade tutti, come una calda coltre o come una spada di Damocle, a seconda dei diversi temperamenti.
Quindi come si organizzano le famiglie separate con figli? Non esiste una norma e anche definire una prassi preponderante è difficile, gli incastri tendono inesorabilmente all’infinito, ma sono quattro i modelli di organizzazione preponderanti.
Il modello salomonico.
Implacabile, antico eppure efficiente, il modello salomonico prevede due lunghi periodi. Il primo dalla mattina della Vigilia, il 24 dicembre, fino al 30 dicembre. Il secondo dalla mattina dell’ultimo dell’anno, fino all’Epifania, il 6 gennaio. Ad anni rigorosamente alterni. Suggerito da avvocati e preferito dai giudici dello Stivale, il modello salomonico funziona, ma non soddisfa. Il Natale è di uno/a e l’altro/a – ad anni alterni – passa la notte di Natale ospite imbarazzato di famiglie di amici o parenti, oppure solo come un Mr. Scrooge qualsiasi. Il/La poveretto/a in questione si troverà poi, nello stesso anno, a rinunciare ai bagordi della fine dell’anno per ripiegare su più modeste maratone televisive dei Gormiti. Il danno e la beffa, ma ad anni alterni.
Il modello tripartito.
Apparentemente frutto di tentennamento, è scelto per l’alta aspirazione etica: equo e solidale, funziona meglio se a Km 0. Il modello tripartito prevede un primo periodo che va dalla chiusura delle scuole al 24 dicembre. Un secondo periodo, a carico dell’altro genitore, dal 25 al 31 dicembre. Un terzo, con altro cambio di genitore, dalla mattina del primo dell’anno al 6 gennaio. Chiaramente e rigorosamente ad anni alterni. Scontenta tutti.
Il modello ingranaggio.
Adatto alle persone veloci e precise, il modello ingranaggio prevede che se nella prima settimana i bambini stanno con un genitore, la sera del 24 o la giornata del 25 la passino con l’altro/a. Così anche nella seconda settimana, con la sera del 31 o il giorno di Capodanno a fare da chiave di volta. Somministrato ad anni alterni. Tutti scontenti, tranne i nonni che possono godere dei nipoti nei giorni topici.
Il modello ingranaggio mistico.
Evoluzione diretta del modello ingranaggio, ma solo per ispirati. Il modello prevede che la ex famiglia si riunisca, la notte della Vigilia oppure il giorno di Natale, mettendo da parte tutto quello che era stato, nel bene e nel male, concordando un modus operandi che sia cortesemente affettuoso o affettuosamente cortese. Alcuni bissano anche la notte di San Silvestro o il giorno di Capodanno. Ad anni alterni e case alterne.
Fuori categoria è il modello comunardo che prevede Natale e primo dell’anno tutti assieme: genitori e figli, nonni e parenti di ambo le parti, nuove famiglie, nuovi compagni, fidanzate e fidanzati, amiche di una notte, amanti. Sono pochi e sono arditi. Gli amici sperano sempre di non leggere di loro in cronaca nera.
Qualunque sia il modello prescelto, i figli piccoli hanno una sola profonda preoccupazione, che in tanto girovagare Babbo Natale abbia chiaro in quale casa lasciare i pacchi. Timore non infondato perché quella giusta è dove si trova il bambino e, a seconda della complessità degli incastri, le possibilità di errore vanno dal 50% in su.
Il figli grandi, invece, pensano che almeno “Pasqua è con chi vuoi”. Illusi.