Nella cultura del nostro Paese gli stereotipi di genere sono ancora abbastanza radicati. Prendiamo, ad esempio, l’opinione “è meglio per la famiglia che l’uomo lavori e la donna si dedichi alla cura della casa”
Prof, ma che stereotipo è questo? Non morde più, non lo pensa più nessuno!
I dati Istat ci dicono il contrario: il 54% degli uomini e il 47% delle donne sono d’accordo con questa affermazione.
Sì Prof, ma io intendevo tra noi giovani …
Tra gli individui di età compresa tra i 18 e i 24 anni, il 46% degli uomini e il 33% delle donne condividono questa opinione.
Sì Prof, ma io intendevo tra noi giovani qui al Nord …
Sono d’accordo con questa affermazione il 37% degli uomini e il 23% delle donne di età compresa tra i 18 e i 24 anni residenti al Nord.
Laureati …
Sono di questo avviso il 38% dei laureati e il 24% delle laureate di età compresa tra 25 e 44 anni.
… ma io non ne conosco …
I dati mostrano che lo stereotipo sulla vocazione casalinga delle donne è più radicato nella popolazione maschile che in quella femminile, e che la differenza di opinione tra donne e uomini aumenta al diminuire dell’età. A parità di età, il consenso maggiore si osserva al Sud e fra coloro che hanno un titolo di studio più basso. L’influenza del titolo di studio e della zona di residenza è rilevante sia per la popolazione maschile sia per quella femminile, a conferma della matrice culturale dello stereotipo.
Nel testo di una recente Risoluzione del Parlamento Europeo (2018/2077(INI)) si afferma che il persistere dello stereotipo sulla divisione del lavoro di genere fa sì che le donne dedichino alle attività di assistenza non retribuita un tempo da due a dieci volte superiore a quello degli uomini. Inoltre, il rapporto dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (2017) ha evidenziato che le disparità nell’uso del tempo non accennano a diminuire.
Dal 2005 al 2015 infatti il tempo impiegato dalle donne nelle attività domestiche e di cura è aumentato ancora rispetto a quello impiegato dagli uomini. Questa divisione del lavoro stereotipata rappresenta un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi comunitari in tema di parità di genere, perché il principale motivo per cui le donne sono meno presenti degli uomini sul mercato del lavoro è costituito proprio dalla difficoltà di combinare il lavoro retribuito con le responsabilità familiari. E con l’invecchiamento della popolazione la situazione rischia di peggiorare ulteriormente, perché la crescente domanda di assistenza da un lato, e le pressioni sulla spesa pubblica dall’altro, renderanno il fabbisogno di assistenza informale molto più consistente che nel recente passato.
La Risoluzione del Parlamento Europeo afferma la necessità di superare lo stereotipo che affida prevalentemente o esclusivamente alle donne la cura della famiglia, e promuove le politiche che incentivano la condivisione di questa responsabilità. Tali politiche perseguono un’equa ripartizione delle attività domestiche e assistenziali tra i due generi, in modo che la conciliazione tra lavoro e famiglia non sia più un problema solo per la componente femminile della popolazione, come vuole lo stereotipo, ma diventi un obiettivo comune a donne e uomini di ogni classe d’età.