Secondo la nostra Costituzione la salute è un diritto fondamentale dell’individuo, ma anche interesse della collettività. Sulla base di questo principio, limpido e preciso, il 23 dicembre di quaranta anni fa la legge 833/78 ha sancito la nascita del Servizio Sanitario Nazionale, che quest’anno compirà dunque quarant’anni. Una bella cifra, giro di boa dell’età adulta, momento perfetto per interrogarsi su quello che si è costruito ma soprattutto sul futuro e su quello che ancora si vuole e si può fare. Tra difficoltà e contraddizioni, e nonostante la disomogeneità dei servizi sul territorio nazionale, è innegabile che il SSN italiano risponda alla richiesta di una sanità pubblica equa e universalistica, in una maniera che va senz’altro migliorata, ma anche valorizzata in quello che offre. Su tutti gli interrogativi di questo importante compleanno verteranno i tre giorni del Forum della Sostenibilità e Opportunità nel settore della Salute, o Forum della Leopolda. Il 10-11-12 ottobre un comitato scientifico ricco di competenze metterà sul tavolo della discussione il presente e il futuro della Sanità, risultati e obiettivi, innovazione, sostenibilità e futuristici scenari, in un orizzonte che pone sempre più al centro il paziente e il rapporto fra medico e paziente.
Nel programma anche un panel dedicato al futuro, la cui direzione scientifica è affidata a Giorgia Fernanda Zunino, Futurist Complexities Architect, da anni operativa nell’innovazione della progettazione ospedaliera tra le altre cose, e al giovanissimo Nicola Marino, venticinquenne pugliese, laureando in medicina e chirurgia, attivo nel settore delle avanguardie digitali e tecnologiche medicali. Studente e imprenditore, Marino è il ceo di un’azienda che produce e fornisce dispositivi medici e protesi. Grazie a quest’attività si relazione costantemente con un team che comprende differenti background, dall’ingegneria alla medicina, la cui ricerca sulla realtà aumentata e la realtà virtuale ha dato vita al primo progetto in Italia che ha visto entrare un visore di realtà mista in una sala operatoria. Si tratta di test ancora in via di sviluppo, ma possiamo dirlo: il futuro è già qui.
“Il futuro non può essere previsto, ma i futuri possono essere inventati”.
Questa frase di Dennis Gabor è stata scelta dai due curatori per presentare i tre giorni di lavori al forum. “Il nostro obiettivo” spiega Marino “è provare a rispondere a questa domanda: come mettere l’uomo al centro del sistema? Faremo sedere a un tavolo comune una triade composta da ricercatori, operatori nella sanità pubblica e privata e investitori e startupper. Al centro di questo tavolo ci sarà idealmente il paziente e ci chiederemo come utilizzare le tecnologie emergenti per rispondere ai nuovi bisogni dei pazienti”. Si parlerà di genomica, intelligenza artificiale, robotica, computer quantistici, stampa 3d applicata al foodtech. In una macrosessione della durata di 3 giorni, tra laboratori, talk e dimostrazioni, si punta a dare vita a un evento di cocreazione avveniristico e pop, provando a narrare il futuro in tutti i suoi aspetti: tecnologico, etico, filosofico, politico. Continua Marino: “Abbiamo immaginato i nostri interlocutori come tre diverse tipologie di attori nel processo: gli empatizzatori sono i ricercatori, qui in Italia o all’estero, che porteranno le loro esperienze e i loro interrogativi; i virus sono i comunicatori, startupper, innovatori e manager, che instillano il cambiamento contagiandoci con la loro visionarietà; infine gli enzimi sono i catalizzatori delle reazioni, che con i loro strumenti esperienziali (design thinking, realtà virtuale) attivano la creazione nei laboratori.”
Un’azione collettiva in sinergia per esplorare i modi in cui la tecnologia può rendere più umano il rapporto tra medico e paziente. Sembra un controsenso, ma Marino spiega: “Stiamo vivendo una massiva crescita ed evoluzione delle ICT, ovvero tutte le tecnologie capaci di acquisire, elaborare e trasmettere informazioni digitali. Questo ha portato ad un aumento vertiginoso dei dati oggi in nostro possesso. Anche in medicina. L’intelligenza Artificiale studia i fondamenti teorici per fornire risposte in termini di prestazioni dell’elaborazione delle informazioni digitali, che appaiono come frutto dell’intelligenza umana. Semplificando il concetto, in medicina abbiamo sempre più informazioni inerenti al paziente, difficili da analizzare per qualità e quantità, ed ecco che l’Intelligenza Artificiale ha la possibilità di elaborare questa mole di informazioni dandone un significato umano”.
Questo solo per dire delle applicazioni più immediate. Le più complesse, utopiche ed eclettiche troveranno senz’altro il loro spazio tra i futuri possibili che verranno delineati durante il Forum. Il quale alla sua terza edizione promette di diventare un punto di riferimento annuale per il nostro Sistema Sanitario Nazionale, che ormai ha l’età per sapere quello che vuole.