Va bene, ve lo racconto che poi su Tinder ci sono tornata. Le regole tra me e me erano chiare: nessuna “speranza d’amore” ma curiosità umana verso un segmento di mondo, quello maschile mio coetaneo, che conosco ancora poco. Con gli uomini lavoro, degli uomini parlo – soprattutto quando ne denuncio alcuni inefficienti monopoli – ma da un po’ di tempo ho iniziato a chiedermi se non li stessi valutando in modo superficiale semplicemente perché li conosco poco, per categorie. Così mi sono obbligata a incontrarne di nuovi. Scelti quasi a caso, proprio nel popolo di Tinder. Sono arrivata a quattro incontri: evitavo di chattare, preferivo fissare subito un caffè, d’altronde che cosa puoi scoprire di più con una chat rispetto a un incontro faccia a faccia? Sono stata frettolosa e ho avuto le stesse chance di incontrare persone affini a me che si avrebbero fermando persone a caso per strada.
Dopo un mese ero già stufa. Poi il viaggio in Portogallo.
Oggi sono qui, in Algarve (Portogallo), in vacanza con un uomo conosciuto quasi un anno fa su Tinder, con i miei bambini e i suoi bambini. Lui è un professore, e le probabilità di incontrarlo in altro modo rasentavano lo zero. Facciamo lavori diversi, in ambiti diversi, viviamo a 2mila chilometri di distanza, non abbiamo amici in comune, nemmeno a diversi gradi di separazione. Quando sono stata a Lisbona non ci siamo incontrati, ma da lì abbiamo iniziato a scriverci. Come nei romanzi epistolari, ma frasi brevi e moderne: whatsapp, poi email, poi timidamente telefonarsi, infine anche il video. Tutta la tecnologia possibile prima di arrivare a incontrarsi davvero per quel famoso caffè.
“E se poi non ci piacciamo?” diceva lui, quasi proponendo di non incontrarci mai.
“Io lo so già che mi piaci”, rispondevo io, perché non avevo mai conosciuto nessuno così intimamente e bene prima di stringergli la mano.
L’amore è arrivato via Tinder, e se all’inizio un po’ me ne vergognavo – stigma da zitella oppure da donna facile, sai com’è l’Italia… – oggi vorrei raccontarlo a tutte le amiche che fanno fatica a incontrare uomini, e ognuno è faticoso e sembra l’unico. L’amore ai tempi della tecnologia può arrivare da molto lontano, ma non devi avere paura di sbagliare, di rischiare, di essere delusa e di non piacere. Io sapevo che aveva ragione lui, e avremmo potuto non piacerci, ma in fondo cosa stavo rischiando? Pensavo che ci avremmo riso su e comunque avrei avuto un amico in più… in Portogallo.
Queste vacanze per la prima volta abbiamo messo insieme le famiglie. I nostri bambini – quattro tra i 10 e i 5 anni – parlano lingue diverse e comunicano a gesti, a smorfie, a risate. Nuotano, giocano a biliardino e a freccette, ascoltano la musica. Ogni tanto si dicono qualche parola in italiano e poi subito in portoghese, e la ripetono ridendo soddisfatti. Di loro, che si piacessero, non ci siamo mai preoccupati, e avevamo ragione.
E allora grazie Tinder, e grazie Alley Oop per avermi dato una buona scusa per esplorare il mondo (maschile). A volte serve un ruolo per fare cose nuove.
E poi la vita ti sorprende.