“Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi”.
Una frase che ripeto spesso a me stessa e a chi mi sta accanto. Perché parlare di pari opportunità non è affatto scontato. Non lo è nella vita di tutti i giorni e non lo è all’interno di una grande comunità come quella del Politecnico di Milano, dove si incontrano quotidianamente circa 50.000 persone, se contiamo studenti, docenti e personale. Uomini e donne simili per molti versi, uniti nel desiderio di apprendere, di conoscere e di sperimentare, e diversissimi per tanti altri, per attitudini, età e sapere.
Uomini e donne che si confrontano all’interno delle mura dell’ateneo, così come con il mondo esterno. Da anni il Politecnico è impegnato in una politica di internazionalizzazione che attrare sempre più giovani dall’estero e che fa di noi un’università aperta, capace di interpretare il confronto e la diversità come stimoli, come valori fondamentali per la propria crescita. È solo garantendo un ambiente libero da pregiudizi e da restrizioni che il talento può esprimersi in maniera incondizionata e in tutte le sue forme.
Per questo nasce “POP, Pari Opportunità Politecniche”, un grande contenitore che raccoglie le iniziative che l’ateneo ha realizzato e sulle quali continua a lavorare per valorizzare le diversità e promuovere l’inclusione e le pari opportunità. Pensiamo infatti che sia giunto il momento di osare, di essere coraggiosi, di adottare un approccio articolato a questi temi. Vogliamo che occuparsi di genere e di diversità non sia qualcosa di sporadico o di occasionale, ma una priorità per il nostro ateneo. Un punto fermo, tracciato con chiarezza negli obiettivi dei prossimi anni. Traguardi che possiamo raggiungere a piccoli passi, ma non da soli; che necessitano di terreno fertile per essere seminati e coltivati; che richiedono un approccio ampio e condiviso con gli attori della società civile, con le imprese e con le istituzioni che vorremmo numerose al nostro fianco.
Per raggiungere questi obiettivi l’ateneo ha stanziato 500.000 euro per iniziative di formazione e servizi. Un impegno che si traduce in cinque linee di azioni: cultura, nazione e religione (“Multicultural Pop”); orientamento sessuale (“Pride Pop”); diverse abilità (“Multichance Pop”); benessere psicologico (“Wellbeing Pop”) e identità di genere (“Gender Pop”). Ed è, in particolare, su quest’ultimo aspetto che vogliamo invertire la rotta.
Gaetanina Calvi, prima donna laureata al Politecnico di Milano in Ingegneria civile nel 1913, Maria Artini prima laureata d’Italia in Ingegneria elettrotecnica nel 1918 e poi ancora Elvira Luisa Morassi e Carla Bassi, prime laureate in Architettura nel 1928. In tempi più recenti, le celeberrime Gae Aulenti, Cini Boeri, Amalia Ercoli Finzi…donne che hanno testimoniato con le loro carriere che le ragazze possono farcela anche in settori tecnico – scientifici. Un messaggio che arriva da tempi lontani ma che è ancora incredibilmente poco ascoltato.
È tempo di passare dalle parole ai fatti. “Gender Pop” si rivolge alle ragazze delle scuole medie e superiori, perché scelgano di avvicinarsi alle materie STEM senza preconcetti; alle giovani donne che hanno deciso di intraprendere un corso di studio in ambito scientifico, perché siano supportate in aula così come all’ingresso nel mondo del lavoro; alle giovani dottorande e ricercatrici che, a fatica, riescono a combinare le ambizioni professionali con le scelte di vita privata. Borse di studio, incentivi economici per riprendere il lavoro dopo la maternità, asili nido gratuiti sono solo alcuni degli strumenti messi in atto nella nostra università perché le donne, per prime, si riconoscano come dei modelli positivi. Perché per prime possano credere in sé stesse, senza nutrirsi di paura, ma di entusiasmo.