Il settore pubblico assume col contagocce, ma si prende il fior fiore dei laureati e soprattutto delle laureate.
Tre anni dopo il conseguimento del titolo, meno di un laureato su quattro lavora nel settore pubblico, ma il 47% di questi neoassunti si è laureato con lode (contro il 32% del settore privato). Il divario è anche maggiore considerando la sola componente femminile: lavora nel pubblico solo una laureata su quattro, ma il 50% di queste neoassunte si è laureata con lode (contro il 37% del settore privato) (Tabelle 1 e 2).
Tabella 1 – Laureati magistrali per sesso e settore di occupazione, tre anni dopo il conseguimento del titolo (2011-2015), in % sul totale laureati magistrali.
M | F | MF | |
Pubblico | 22,90 | 24,62 | 23,78 |
Privato | 77,10 | 75,38 | 76,22 |
Totale | 100,00 | 100,00 | 100,00 |
Ns. el. su dati Istat file InsProLau_A2015.dta http://www.istat.it/it/archivio/94564
Tabella 2 – Laureati con lode (% sul totale laureati magistrali).
M | F | MF | |
Pubblico | 43,21 | 49,94 | 46,77 |
Privato | 27,54 | 36,57 | 32,11 |
Totale | 31,13 | 39,86 | 35,60 |
Ns. el. su dati Istat file InsProLau_A2015.dta http://www.istat.it/it/archivio/94564
La capacità del settore pubblico di attrarre le laureate migliori dipende sostanzialmente da tre ragioni.
In primo luogo dipende dal livello delle retribuzioni, che nel settore pubblico sono mediamente più elevate di quelle del settore privato: 1.396 euro al mese contro 1.378 (Tabella 3). E’ bene sottolineare, però, che questo risultato si produce, nei dati aggregati, solo grazie al contributo della componente femminile, perché per quella maschile è vero il contrario: nel settore pubblico i laureati guadagnano meno che nel settore privato. Il differenziale retributivo grezzo tra laureati e laureate, calcolato in base ai dati della Tabella 3, rimane comunque consistente: 17% nel settore privato e 13% nel settore pubblico.
Tabella 3 – Retribuzione media mensile netta dei laureati magistrali a tre anni dal conseguimento del titolo (2011-2015)
M | F | MF | |
Pubblico | 1500,59 | 1303,03 | 1395,97 |
Privato | 1510,60 | 1249,92 | 1377,92 |
Totale | 1508,26 | 1263,17 | 1382,29 |
Ns. el. su dati Istat file InsProLau_A2015.dta http://www.istat.it/it/archivio/94564
In secondo luogo, le procedure di assunzione per concorso, molto diffuse nel settore pubblico, potrebbero risultare particolarmente attraenti per le laureate migliori, a parità di altre condizioni, perché ritenute più affidabili dal punto di vista meritocratico. Poiché i concorsi pubblici sono per legge più regolamentati e più controllati, meno discrezionali e meno ambigui rispetto ad altri metodi di valutazione dei candidati, questo meccanismo di selezione potrebbe ridurre gli effetti della discriminazione di genere sulle assunzioni e sulle retribuzioni.
L’effetto positivo del reclutamento tramite concorso non risulta però evidente nei dati grezzi della Tabella 4, perché il divario di genere è più marcato tra gli assunti per concorso che nell’aggregato (21% nel settore privato e 15% nel settore pubblico tra gli assunti per concorso, contro 17% nel settore privato e 13% nel settore pubblico per il totale degli assunti). Un’analisi statistica più approfondita porta però ad una significativa conferma di questo effetto positivo. I dati mostrano, infatti, che quando il reclutamento avviene mediante concorso si verifica una marcata contrazione della componente non spiegata del differenziale salariale di genere, cioè di quella parte del gap che viene solitamente interpretata come evidenza di discriminazione.
Tabella 4 – Retribuzione media mensile dei laureati magistrali assunti per concorso
M | F | MF | |
Pubblico | 1658,70 | 1412,16 | 1531,00 |
Privato | 1779,53 | 1405,81 | 1558,15 |
Totale | 1666,31 | 1411,63 | 1533,00 |
Ns. el. su dati Istat file InsProLau_A2015.dta http://www.istat.it/it/archivio/94564
Infine, la terza ragione che rende il settore pubblico più attraente di quello privato per le laureate migliori è identificabile nelle caratteristiche tipiche del rapporto di lavoro nel pubblico impiego (stabilità dell’occupazione, disponibilità di permessi e i congedi, orari di lavoro più brevi, ecc.). Tali caratteristiche rendono infatti quanto meno possibile una pur sempre complicata conciliazione tra vita personale e vita professionale. Questa componente non monetaria della retribuzione diventa tanto più determinante nelle scelte delle laureate quanto più scarse sono le prestazioni offerte dal sistema di welfare del contesto territoriale in cui operano.
E, forse, queste caratteristiche del rapporto di lavoro nel settore pubblico sono particolarmente apprezzabili per alcuni di noi, perché permettono di ricavare, grazie ad una ingegnosa ricerca della propria, personale, posizione di equilibrio, un po’ di tempo per sé.