App per smartphone, nozioni di autodifesa, spray al peperoncino: queste le armi che sovente vengono consigliate alle donne per proteggersi da atti di violenza e molestie sessuali. In quanto facilmente accessibili e utilizzabili, almeno una volta nella vita ogni donna ha accarezzato l’idea di dotarsi di questi espedienti nella speranza di sentirsi più forte, più preparata e meglio attrezzata per affrontare la violenza nel quotidiano. Per quanto valide, queste popolari soluzioni hanno un importante difetto di fondo, ovvero quello di lasciare la donna sostanzialmente sola con le sue paure e la sua responsabilità individuale, relegata al ruolo di “vittima” ancor prima di diventarlo.
L’aiuto di terzi è di rado previsto in iniziative di prevenzione alla violenza di genere. Di solito sentiamo parlare di sportelli, associazioni e centralini dove personale specializzato offre assistenza qualificata a donne vittime di violenza fisica e/o psicologica, stalking e discriminazioni. Al centro di queste iniziative ci sono la denuncia, la terapia, la consulenza, mentre la prevenzione è affidata in larga parte a una app scaricata sullo smartphone, a qualche mossa di autodifesa appresa da un tutorial o a uno spray urticante da conservare in borsa. Al che viene da chiedersi: occorre davvero aspettare che la violenza si consumi per chiedere aiuto, per aiutare e per agire?
Proprio in questo gap si colloca la nascita di Luisa ist hier! (tradotto “Luisa c’è!”) e Heimwegtelefon (tradotto “Telefono sulla via di casa”), due iniziative tedesche a protezione delle donne, che al momento stanno facendo molto parlare di sé per via del loro approccio rivoluzionario. Come le app, i rudimenti di difesa personale e gli spray urticanti, le due iniziative in questione agiscono nella fase della prevenzione regalando alle donne una sensazione di sicurezza, ma la differenza sostanziale rispetto ai primi è il coinvolgimento di persone terze che contribuisce alla costituzione di consapevolezza e responsabilità sociale circa la violenza di genere. In particolare Luisa ist hier! punta a proteggere le donne che si sentono minacciate nei locali, mentre Heimwegtelefon fornisce assistenza telefonica alle donne durante il rientro a casa in orario serale e notturno. Sebbene strutturalmente diverse, entrambe le iniziative intendono assistere le donne in situazioni quotidiane creando un servizio cui le stesse possono ricorrere agevolmente e con riserbo, sapendo di poter contare su una controparte preparata, ricettiva e consapevole del problema.
La Luisa dell’iniziativa di cui sopra non è una persona, eppure da quando “Luisa c’è” le donne in Germania si sentono meno sole e più sicure. Luisa è una parola d’ordine lanciata nel 2016 da Frauen-Notruf Münster, l’associazione contro la violenza sulle donne dell’omonima città della Renania Settentrionale-Vestfalia, e oggi adottata in oltre trenta città tedesche. Nei locali pubblici che aderiscono all’iniziativa, le donne possono rivolgersi al personale domandando “c’è Luisa?”, qualora si sentano minacciate o molestate. Il personale appositamente istruito può così intervenire accompagnandole in un luogo sicuro, chiamando un taxi, una persona di fiducia oppure, se necessario, la polizia. L’idea alla base del progetto è prestare aiuto con discrezione: «Grazie alla frase in codice “c’è Luisa?” le donne possono dare l’allarme in maniera protetta e senza dare nell’occhio, il che è molto più semplice rispetto a una diretta richiesta di aiuto» afferma Gerlinde Gröger, direttrice dell’associazione di Münster. Ricalcato sull’iniziativa britannica Ask for Angela e già esportato in Svizzera, Luisa ist hier! è un progetto in costante espansione: associazioni o consultori possono prendere in gestione l’iniziativa per la propria città o regione e da quel momento qualsiasi locale pubblico può aderirvi. La scelta del nome della campagna tedesca non è affatto casuale: Luisa significa infatti “guerriera”.
Anche sulla via di casa in Germania si può contare su una voce amica, quella di Heimwegtelefon, la hotline tedesca di volontari pronti ad assistere le donne durante il rientro a casa in orario serale e notturno. A quale donna non è capitato di sentirsi a disagio o provare paura rientrando a casa da sola dopo aver trascorso la serata in compagnia di amici? Questa la domanda retorica da cui Frances Berger e Anabell Schuchhardt hanno preso le mosse per avviare il progetto. «L’obiettivo di Heimwegtelefon è infondere sicurezza» così scrivono le fondatrici sul sito web dell’iniziativa, nata nel 2011 a Berlino su modello di un progetto svedese, testata nel 2013 nella capitale tedesca e successivamente estesa a tutta la Germania. Una volta avviata la chiamata, il volontario chiede alla donna di fornire le sue coordinate geografiche e di descrivere il percorso che seguirà, così da poterla localizzare e successivamente seguire in remoto fino alla meta. Sbrigate le formalità introduttive, l’interlocutore della hotline si preoccupa di avviare una chiacchierata amichevole con la donna che ha chiamato, in tedesco o in inglese, cercando di infonderle coraggio lungo il tragitto. «Il dialogo informale fa sì che la donna non si senta più sola e che si scrolli di dosso il ruolo di “vittima” di cui si sentiva prigioniera prima di avviare la telefonata. Di conseguenza anche il suo atteggiamento potrà irradiare sicurezza» così le iniziatrici. Oltre a prevenire, Heimwegtelefon opera in diretto contatto con la polizia in caso di effettive violenze e molestie: la donna che chiama viene invitata ad aggiornare la propria posizione regolarmente, così da rendere possibile e tempestivo l’intervento delle forze dell’ordine nel caso fosse necessario. Il servizio è attivo dalla domenica al giovedì, dalle 20 alle 24 e il venerdì e il sabato, dalle 22 alle 4 del mattino. Al momento la telefonata (030 120 74 182) ha il costo di una normale chiamata da cellulare a fisso, ma le fondatrici sperano di poter presto contare su un numero verde. Heimwegtelefon si sostiene esclusivamente con donazioni e contributi di sponsor.
Per quanto entrambe le iniziative vengano utilizzate prevalentemente da donne, a Luisa ist hier! e Heimwegtelefon può ricorrere ogni persona che si senta minacciata o in pericolo. Senza dover dare particolari spiegazioni o rispettare determinati requisiti di gravità per potervi accedere, chiunque può contare su un aiuto concreto dall’altro lato del bancone del locale o dall’altro capo della cornetta.
Alley Oop – L’altra metà del Sole pubblicherà il prossimo 20 novembre un ebook sulla violenza contro le donne in Italia in vista della giornata mondiale dedicata al tema il 25 novembre prossimo.