Livia Cevolini (imprenditrice): “Dimostro con i fatti che la maternità non influisce con lavoro”

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Cara Alley,

sono una imprenditrice e una futura mamma, e a una settimana dal parto fortunatamente sto ancora lavorando. Tra le mie priorità c’è ovviamente l’azienda che ho creato, e per questo ho deciso di continuare ad essere attiva e presente come sono sempre stata.

In alcuni ambiti la validità di questa scelta mi è stata riconosciuta, anche pubblicamente. In altre occasioni però non sono mancate osservazioni e domande che mi hanno fatto percepire come alcuni pregiudizi sulle donne e sulle mamme siano ancora molto forti in Italia.

Ho scelto di non comunicare da subito la mia gravidanza, e l’ho fatto innanzitutto perché sono una persona riservata, ma anche perché non ho ritenuto che questo argomento dovesse entrare nelle mie comunicazioni ufficiali o professionali: se sono in grado di gestire me stessa e la mia azienda indipendentemente dalla maternità, non c’è nessun tema da mettere sul tavolo.

Ho voluto dimostrare con i fatti che la mia gravidanza non influisce nell’ambito lavorativo. A tutti i dubbi sorti intorno a me quando ormai era evidente che stavo aspettando un bambino, ho risposto attraverso il mio lavoro.

Energica Motor è un’azienda strutturata con circa una quarantina persone e l’organizzazione non dipende unicamente da me. Lavoriamo in squadra e quando si lavora in staff la responsabilità non ricade solo nel proprio lavoro, ma anche nel lavoro della stessa squadra. Se non si rispettano le proprie responsabilità si crea un danno non solo all’azienda ma anche ai propri colleghi e quindi anche alle loro famiglie.

Con la mia scelta ho voluto dimostrare che il mio impegno per l’azienda, per la squadra non verrà a mancare.

Esiste una buona parte di donne che purtroppo approfitta dei diritti che sono dati loro con la maternità, e questo dà adito a pregiudizi. Nella mia esperienza di imprenditrice mi è capitato di incontrare diversi casi di questo tipo, che hanno creato problemi non solo all’azienda, ma anche a me e a colleghi.

D’altro canto ci sono persone che adottano questi pregiudizi “contro le donne” a priori, indipendentemente da chi si trovano di fronte, ed è importante che queste persone siano poste di fronte a una realtà diversa, affinché vengano smentite dai fatti e possano ritrovarsi sempre più isolate nei loro pregiudizi.

A chi mi ritiene fortunata perché l’azienda in cui lavoro è mia, e perché posso prendermi gli spazi di cui ho bisogno, posso confermare che la mia storia è quella di tante altre donne non necessariamente imprenditrici: in azienda ho l’esempio di una collega, una brava professionista che lavora al mio fianco e che riesce a trovare il giusto equilibrio fra le responsabilità di lavoro e quelle familiari riuscendo sempre e comunque a garantire il normale flusso lavorativo.

Rimane da affrontare un tema enorme e importantissimo: quello dei servizi a sostegno delle famiglie. È essenziale che vengano offerti servizi per permettere a padri e madri di continuare a investire anche nella propria carriera. Non è accettabile doversi adattare a visite mediche, riunioni e orari scolastici che non vanno incontro alle aziende e ai normali ritmi di lavoro. In questi casi sono sempre i singoli a dover trovare soluzioni per cercare di “far quadrare” tutto. E questo crea inefficienza nelle aziende e nell’organizzazione lavorativa.

E’ necessario capire che il bene del Paese sta nell’organizzazione proficua tra i servizi e le aziende. Un’organizzazione ottimale di questi due fattori fa il bene del singolo e quindi del Paese intero.

E’ necessario iniziare a pensare al futuro dell’Italia, magari prendendo spunto da quei Paesi in cui sono già state applicate soluzioni che funzionano.

Livia Cevolini

Amministratore Delegato di Energica Motor Company S.p.A

  • Letizia |

    Una bella testimonianza la tua, ma mi permetto di farti un appunto. Dai per scontato che le donne che non si comportano come te approfittino dei diritti della maternità. Semplicemente forse sono donne diverse da te. Che hanno altre priorità e un altro sistema di valori. Non più giusto, ma nemmeno più biasimevole. Semplicemente diverso. Attenzione a non giustificare un sistema sociale che ci vuole sempre efficienti e capaci come uomini senza figli.

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