Ne parliamo, ne scriviamo, ci arrabbiamo, ogni volta restiamo attoniti eppure i casi di femminicidio continuano a moltiplicarsi. E mentre la strage delle donne continua, ci sono altre vittime silenziose e spesso dimenticate: le bambine e i bambini. Sono le vittime della cosiddetta ‘violenza assistita’, quei bambini a volte costretti ad essere testimoni della violenza sulla madre, e sempre costretti a ritrovarsi ‘orfani speciali‘ delle loro mamme e spesso anche di padri che vanno in carcere e che comunque escono dalla loro vita.
Per questi bambini e bambine non ci sono ancora norme ad hoc che garantiscano tutela, assistenza legale e sostegno psicologico. In realtà c’è un disegno di legge, già approvato all’unanimità alla Camera, che giace nei cassetti del Senato. Un gruppo trasversale di senatori lancia l’appello: serve assolutamente una tutela per questi orfani, una legge che tratti i figli delle vittime del femminicidio, alla stessa stregua delle altre vittime di reati gravi come il terrorismo, la mafia o l’inquinamento ambientale. Di qui l’appello al presidente del Senato e a tutti i vertici dei gruppi parlamentari di Palazzo Madama affinché il disegno di legge venga messo in calendario al più presto. Del resto il provvedimento, è stato assegnato un mese fa alla Commissione Giustizia del Senato. E il timore è che tra Def e i decreti vari inseriti nell’ordine del giorno dei lavori nelle prossime settimane un tema come quello dell’assistenza agli orfani di femminicidio passi in secondo piano con il rischio che il mancato via libera definitivo al ddl entro la fine della legislatura faccia venir meno quelle tutele di base che sono previste in questo provvedimento.
Tutele e garanzie, come l’assistenza medica, sanitaria e psicologica gratuita, il gratuito patrocinio, la continuità affettiva nell’affidamento ed uno stanziamento dedicato di due milioni di euro annui. Eppure i numeri dovrebbero far riflettere e passare dalle semplici denunce ai fatti concreti . Parliamo di 1.600 vittime di femminicidio negli ultimi 15 anni e questi bambini non possono aspettare altri 5 anni per essere tutelati.