Qualche giorno fa avevo lasciato, prima di uscire, un libro sul tavolo del soggiorno di casa con l’intenzione di leggerlo approfonditamente per poterlo recensire. La sera stessa sono rientrata dopo il lavoro e ho trovato mia figlia di 9 anni totalmente immersa nella lettura.
“Mamma, è tuo questo libro? Ne ho già letto metà. Parla proprio di come mi sento io! Lo leggiamo insieme?”. Non mi serve sapere altro, ho pensato. Quale modo migliore per testare la validità di un libro per l’infanzia di una bambina che sceglie di leggerlo volontariamente e che oltretutto si riconosce immediatamente tra le sue pagine?
Il volume in questione si intitola “La giusta distanza. Il giocolibro per l’adozione” della dottoressa Anna Rita Verardo, psicoterapeuta e trainer EMDR, responsabile del Centro Clinico Feel Safe. Non solo un libro da leggere, ma un vero e proprio gioco interattivo, interessante già nel formato, che ricorda un album da disegno, e nella scelta delle illustrazioni (di Alberto Ruggieri) e dei colori, davvero a misura di bambino.
In copertina due porcospini, vicini ma non troppo, per non ferirsi reciprocamente con gli aculei: alla giusta distanza, proprio quella che ogni genitore adottivo deve imparare a trovare ogni giorno con amore e pazienza per far sentire finalmente al sicuro il proprio figlio. Questo libro è uno strumento concreto per aiutare le famiglie adottive e affidatarie a elaborare la storia personale dei propri figli attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice adatto ai bambini, frutto dell’esperienza diretta del lavoro clinico dell’autrice.
Una preziosa occasione anche per i genitori per condividere con i propri figli i loro vissuti, ma soprattutto per riflettere insieme sulle emozioni che ci accompagnano nella vita quotidiana. Sono due i fili conduttori attorno ai quali è costruito il libro: l’importanza della narrazione, necessaria per dare un senso ai frammenti di vita dei bambini ricucendo il prima e il dopo l’adozione, e la centralità delle emozioni.
La prima parte è dedicata alla ricostruzione della storia personale e aiuta con immediatezza e semplicità il bambino a rispondere a domande fondamentali per la costruzione dell’identità (chi sono? da dove vengo?) attraverso colorate pagine interattive. Un aiuto non solo per il bambino ma anche per i genitori adottivi, a volte in difficoltà nel trovare le parole giuste per approcciare le storie, a volte difficili, dei propri figli.
La seconda parte è dedicata alla scoperta delle emozioni: la paura, il dolore, la tristezza, la rabbia… Attraverso semplici domande e partendo sempre da esperienze dirette, il bambino può comprendere in modo interattivo perché a volte ha determinate reazioni o prova certe emozioni. Questa sezione penso possa essere davvero utile a tutti i bambini, non solo a quelli con una storia di adozione, e anche agli adulti, che possono sperimentare una vera e propria educazione alle emozioni insieme ai propri figli.
Segue poi una parte che, in poche pagine e in maniera semplice, illustra il funzionamento del cervello: se il bambino riesce a dare una spiegazione logica alle proprie emozioni impara innanzitutto a non averne paura e a cercare delle soluzioni ai comportamenti sbagliati. L’autrice suggerisce anche alcuni esercizi pratici per aiutare i bambini a gestire le emozioni più forti.
Nelle ultime pagine il bambino viene guidato nella riflessione e nella presa di consapevolezza delle situazioni che lo aiutano a stare bene. È lo spazio dedicato alle emozioni positive e all’amore, quell’amore capace di riparare le ferite e di farci sentire al sicuro.