Un pomeriggio di palestra scratch. Dai 3 ai 14 anni ad imparare a programmare usando i videogiochi. Tutto gratuito, grazie ai volontari di Coderdojo. Tre aule: junior (3-6 anni), livello base e livello avanzato (per gli altri). Totale oltre 30 partecipanti, con genitori al seguito. Solo due le bambine: una di 4 anni (mia figlia) e una di 7. Quando lo faccio notare uno degli organizzatori mi risponde che lui ci prova sempre a coinvolgere le bambine, soprattutto quelle più dotate in matematica, ma si sente sempre rispondere dalle mamme: “E’ una cosa da maschi”.
A certe risposte si può obiettare solo con un numero: 756mila nuovi posti di lavoro entro il 2020 in Europa. E’ la stima fatta dall’Unione Europea per il mercato dell’Ict, information and communications technologie. Riguarda solo “gli smanettoni” e i “nerd”? Tutt’altro. L’Ue osserva: “E’ sempre più rilevante la necessità di competenze digitali per quasi tutti i lavori in cui l’ict diventa complementare alle competenze tradizionali. Carriere nell’ingegneria, nella contabilità, nell’assistenza infermieristica, nella medicina, nell’arte, nell’architettura e in moltri altri settori richiedono un incremento delle competenze digitali”. Sorpresi? Per alcune professioni forse no, ma per altre probabilemnte sì.
Qualche settimana fa mi sono trovata a cena con una ragazzina di 12 anni, che non conoscevo. Le ho chiesto cosa vuole fare da grande, perché mi piace curiosare nei sogni degli adolescenti. “Voglio fare la designer. Ho disegnato diverse soluzioni per riarredare la mia cameretta”. Le ho chiesto cosa sa di digitale. Poco o niente. E poi le ho detto che forse i designer, quando sarà grande lei, non si limiteranno a scegliere il colore delle pareti o a inventare un nuovo modello di sedia. Che già ora esistono le smart house o case intelligenti (in Italia il mercato è arrivato a valere 185 milioni di euro nel 2016 secondo uno studio del Politecnico di MIlano), e forse i designer studieranno ambienti che possono cabiare forma, colore e stile a seconda del nostro umore. Potremo magari scegliere con una app sul nostro cellulare se rientrare in una casa total white oppure orientaleggiante a seconda della giornata che avremo avuto. Le ho raccontato del frigorifero che tiene il conto di ciò che entra ed esce e ti compila la lista della spesa che puoi spedire al negozio con un click, per vedertela recapitata a casa. A quel punto la mamma, seduta accanto a lei, è intervenuta obiettando: “Così diventeremo pigri e non sapremo più fare nulla”. “No, così avremo tanto tempo libero per fare ciò che ci piace di più: leggere un libro, andare a teatro, fare una corsa nel parco” le ho risposto. Ma quella semplice frase della madre aveva già riportato la ragazzina al suo posto, a disegnare camerette rosa confetto o verde mela.
In Gran Bretagna il governo di Theresa May ha deciso di investire in scuole di matematica e in istituti tecnici, perché con la Brexit entreranno meno “specializzati” da altri Paesi e i britannici non ci stanno a perdere in competitività. Pensate sia un discorso lontano? L’Europa, la Gran Bretagna. In Italia ogni anno ci sono 60mila figure professionali che le aziende faticano a trovare. E guarda un po’ sono proprio quelle con competenze tecnico-digitali. Ne sono consapevoli i vertici delle multinazionali e delle aziende italiane più tecnologiche, che si impegnano in prima persona con programmi all’interno delle scuole e progetti di alternanza scuola-lavoro, non per sfruttare i ragazzi e coprire carenze di organico ma piuttosto per ispirare loro la voglia di intraprendere certe strade. Anche le istituzioni si stanno muovendo in questo senso, ad esempio con il bando del Miur e del Dipartimento delle Pari Opportunità per corsi di Stem nelle scuole durante il periodo estivo.
Il volontario del Coderdojo di ieri è un imprenditore di una società informatica e lamenta di non riuscire a trovare donne: “ho solo tre sviluppatrici nel mio team, proprio non riesco a trovarne sul mercato. Ed è un peccato, perché sarebbero dei talenti preziosi per il settore. Ma sono sempre più convinto che si debba lavorare sulle mamme (e sui papà, aggiungerei io) perché le cose cambino per le prossime generazioni. Se non si fa niente fra ventanni sarà ancora così. Basta guardare queste aule oggi”.
Care mamme, cari papà, sta a voi fare ora la vostra parte e proporre alle vostre figlie anche il corso di coding oltre a hip-hop e inglese. Anche perché, sempre l’Unione Europea scrive: “E’ sempre più una priorità la necessità che ogni cittadino abbia le competenze digitali di base per vivere, lavorare, imparare e partecipare alla società moderna”.