Caro Babbo Natale, per quest’anno nessun regalo. Portami lontano

imgartDimenticate l’auto nuova o l’ultimo modello di Louboutin. Quest’anno i più giovani sperano di trovare un’esperienza professionale all’estero bella impacchettata sotto l’albero. Sarebbe il desiderio di un giovane su tre, da quanto emerge da uno studio di Espresso Communication.

L’indagine è stata svolta su un campione di circa 1200 persone di età compresa tra i 18 e i 29 anni monitorate attraverso social network, blog, forum specializzati e community. Da Nord a Sud la tendenza è omogenea: il 27% degli intervistati mette le esperienze formative all’estero nella top 10 dei desideri natalizi, scalzando anche i grandi classici, come il tatuaggio o l’animale domestico. Il regalo più desiderato rimane quello tecnologico che è in cima alla lista per il 49% degli intervistati; a cui seguono abiti e accessori firmati (45%), viaggi di piacere (38%) fino ad arrivare alle esperienze all’estero.

Sono le giovani donne ad essere le più motivate a partire: ad esprimere il desiderio di iniziare la propria vita professionale all’estero sono il 31% delle ragazze contro il 23% della controparte maschile. E tra le mete più ambite ci sono Germania e Regno Unito –  percepiti come i Paesi con più opportunità lavorative – Stati Uniti e Cina. Non è una sorpresa. Siamo la generazione che più di qualsiasi altra si sente parte di una comunità globale. Non siamo intimiditi dalla prospettiva di ambientarci in un luogo completamente diverso e fare i conti con una nuova cultura. Quindi, perché non sfruttare la nostra carriera come mezzo per viaggiare o vivere nuove esperienze?

Il vantaggio più evidente di passare un periodo all’estero anche solo per uno stage è la possibilità di imparare una professione, sperimentando al tempo stesso una diversa cultura e accrescendo la comprensione di una nuova lingua. Il 45% del campione intervistato dice infatti di volerlo fare per imparare una lingua straniera, oltre che per acquisire competenze tecniche in un contesto internazionale (42%) e allargare il proprio network di contatti (29%). Ma c’è anche un buon 25% che dichiara di desiderare un viaggio formativo a causa dell’insoddisfazione diffusa che si respira nel nostro Paese. Magari, sperano, un luogo più o meno esotico sul curriculum potrebbe intrigare i selezionatori.

Come dice Chiara Grosso la presidente di FourStars, azienda specializzata in tirocini all’estero: “I giovani d’oggi sanno bene che non è più sufficiente avere in tasca una laurea per poter entrare da subito nel mondo del lavoro”. O forse c’è bisogno di andare a respirare aria nuova da qualche altra parte, per capire se valga la pena tornare.