
Come stanno i giovani? Alla domanda sul loro stato di salute, la stragrande maggioranza degli europei under 30 afferma di sentirsi in forma buona o ottima. Percentualmente molti più rispetto a qualsiasi altra fasce di età.
Per quanto si tratti di stime soggettive, nel blocco sono nove su dieci i ragazzi tra i 16 e i 29 anni che sostengono di percepire la loro salute mentale e il loro benessere sociale* come buoni o molto buoni. Il 90,1% del totale del gruppo demografico. Seppure in leggero calo rispetto al 2010 – allora arrivavano al 92% -, la cifra risulta molto più alta delle rilevazioni su tutta la popolazione europea over 16. In questo caso, nel 2024 solo il 68,5% dei residenti dell’Unione sosteneva di sentirsi in forma almeno buona. Con le donne, sul totale, a percepirsi sempre un po’ meno in salute rispetto agli uomini: gli europei dicono di avere una buona forma nel 71% dei casi. Contro il 66% delle europee.
Le differenze nella percezione, come descritta dai numeri Eurostat pubblicati a fine luglio, non si rilevano solo tra fasce di età o in base al sesso di appartenenza – questo ultimo aspetto sempre sbilanciato a favore degli uomini, con il gap più basso di 1,3 punti percentuali registrato nella fascia 25-34 anni.
Secondo l’istituto di statistica europeo infatti, la varietà delle risposte sarebbe influenzata dagli standard generali e dalle differenze socio-culturali specifiche presenti nel continente. Tanto che le tendenze appaiono impattate dal livello economico e di istruzione dei rispondenti. E distinte in base alle specifiche aree geografiche.
Chi ha redditi più alti, segnalano i dati, indica generalmente stati di salute migliori. Nel 2024 l’86,7% degli under 30 europei meno abbienti ha segnalato di sentisi in forma buona o molto buona. Di contro lo ha fatto la quasi totalità (il 94% per l’esattezza) di quelli con situazioni economiche più floride.

Le statistiche continentali mostrano poi una percezione migliore del proprio stato di salute tra chi ha livelli di istruzione alti. Afferma di sentirsi in forma con condizioni almeno buone il 56,7% di chi ha completato al massimo un ciclo di formazione primaria. Mentre lo fa il 68,8% di quelli con un titolo di studio secondario. E quasi l’80% dei laureati o di chi ha una formazione terziaria (teorica o professionale).
Guardando invece alla situazione nei singoli stati membri, all’interno dell’Unione sono meno propensi a dirsi in forma buona o molto buona gli svedesi (lo indicano il 76,3%). A seguire, i finlandesi (79,3%) e i danesi (79,8%). All’estremo opposto, invece, si trovano i ragazzi romeni: nella fascia 16-29, il 98,2% di loro dice di percepirsi particolarmente in salute. A poca distanza, i giovani greci (97,7%) e i croati (96,2%)**. A completare la cinquina di testa di questa lista, gli italiani che, al pari degli slovacchi, nel 95,3% dei casi riportano di sentirsi fisicamente e mentalmente bene.
Dalla percezione al vero benessere
Se la percezione positiva sul proprio benessere tra i ragazzi europei è alta, non tutti i giovani in realtà sono in piena salute. E, a ben vedere, non lo sono egualmente proprio in base, per esempio, alle condizioni economiche e sociali di partenza. E, ancora una volta, al sesso di appartenenza.
Nel 2024 la prevalenza di disabilità (indicata come “limitazione nelle attività”) tra i giovani dal basso reddito era infatti quasi il doppio di quella registrata tra chi aveva alta disponibilità economica (10,4% contro il 5,3%). Le malattie di lungo corso o una cattiva salute, poi, erano più frequenti tra le donne rispetto agli uomini. Le indicavano il 18,2% delle giovani tra i 16 e i 29 anni. Lo ha fatto il 14,5% degli europei under 30.
Modifichiamo la domanda in apertura: i giovani stanno bene davvero? Partiamo con il ricordare che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) afferma che essere in salute non implica solo una mancanza di malattie o disabilità, ma uno stato generale che include il benessere fisico e quello mentale. Avere una popolazione in forma, che vive più a lungo e ha aspettative di vita estese necessita, certo, ambienti salubri e accesso alle cure adeguate. Ma anche attenzione allo sviluppo della componente psicologica della persona. Oltre che una cultura delle abitudini “sane” da imparare da piccoli. Sono ormai chiare alcune condizioni in grado di influenzare le aspettative di vita. E conosciute le cattive tendenze e vizi che, se evitati da giovanissimi, offrono migliori prospettive nel tempo.
Non dimentichiamo infatti che, di partenza, già solo il luogo in cui nasciamo ci espone a condizioni più o meno favorevoli di sopravvivenza. Per dare un quadro, per quanto generale, l’Oms indicava, per esempio, che, nel 2021 le possibilità per i bambini di 10 anni di morire entro i 24, per gli adolescenti nell’Africa sub-sahariana erano sei volte più alte che in America settentrionale e in Europa.
Inoltre, per quanto al mondo la causa principale di decessi sotto i 15 anni siano le malattie infettive, il consumo di alcolici e sostante stupefacenti da ragazzi ha un impatto molto importante nello sviluppo di condizioni scarse di salute fisica e mentale da adulti. Indica la stessa Oms che oltre alle implicazioni e i risvolti sul fisico, «l’uso di alcool e droghe tra bambini e adolescenti è associato ad alterazioni neuro-cognitive che possono portare a problemi comportamentali, emotivi, sociali e accademici più tardi nella vita».
La salute fisica e i disturbi mentali
Se sulla popolazione mondiale, condizioni di malattia di lungo corso restano di gran lunga le principali cause di disabilità e decesso, negli ultimi anni si sta esacerbando anche una profonda crisi che colpisce direttamente i ragazzi. Un recente studio Lancet calcola che da qui al 2030, oltre un miliardo di persone tra i 10 e i 24 anni al mondo è infatti a rischio di precarie condizioni di salute. Si tratterebbe di quasi la metà degli adolescenti.
Tra livelli di obesità mai visti prima, patologie a questo conseguenti e aumentati livelli di stress, pressione sociale e isolamento, la salute fisica e mentale, in particolare dei giovani, è colpita da molteplici fronti. Lo studio Lancet non lo nasconde: il mancato benessere psicologico «è la principale causa singola di malattia tra gli adolescenti in tutti i Paesi». E nei prossimi cinque anni, dato l’aumento di disordini mentali e suicidi, si perderanno 42 milioni di anni di vite sane. Due milioni in più che nelle prospettive del 2015.
A parziale conferma di queste stime, le statistiche Eurostat sulle cause di morte tra i giovani europei sotto i 30 anni. Secondo i dati, se nel 2022 erano stati gli incidenti il primo fattore di decesso in questa fascia di età, il secondo era l’autolesionismo, ragione di una morte su sei dei residenti nel blocco tra 15 e i 29 anni. Per avere un metro di paragone, nella popolazione generale questa quota arriva a uno su 100.
I giovani si sentono sopraffatti
Non guasta ripeterlo: la salute passa anche dallo stato di benessere mentale. E le ricerche sulle generazioni più giovani sembrano confermarlo. Tra le altre, lo fa un’indagine mondiale condotta dall’Unicef sulla Gen Z, chi ha tra i 14 e i 25 anni. Stando alle risposte, 6 ragazzi su 10 si sentono sopraffatti dalle notizie che leggono – e sono proprio le news il contenuto che consumano in quantità maggiore. Quattro su dieci percepiscono lo stigma di parlare della loro salute mentale a scuola o negli ambienti lavorativi. E solo la metà di loro ha trovato fonti di supporto per lo stato di salute mentale in cui si trovava. Di contro, solamente il 55% afferma di avere meccanismi di adattamento efficaci per mantenere il benessere e sentirsi in forma.
Per quanto cupe, le ricerche mostrano anche alcuni segnali positivi. Il report Lancet, per esempio, da una parte conferma un calo nell’abuso di alcool, sostanze e fumo tra i giovani legato anche a una migliore educazione generale. Evidenziava, dall’altra, un’ottimismo di base presente nei ragazzi rispetto al loro futuro. E rispetto a quello che possono fare per renderlo un “tempo” migliore.
Anche le rilevazioni Unicef, vanno in questa direzione: nonostante la pressione che percepiscono, il 60% degli intervistati infatti segnala di avere speranza. E di «voler contribuire a costruire un futuro migliore».
—
* Secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, la salute è “uno stato completo di benessere fisico, mentale e sociale. E non semplicemente l’assenza di malattia o infermità”.
** I dati sono riportati nelle recenti rilevazioni statistiche di Eurostat sulla percezione della salute tra i giovani europei.
***
La newsletter di Alley Oop
Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.
Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com