Scuola, per 300 studenti un progetto per sperimentare il rispetto e l’inclusione

Puntare sulle scuole, elementari e medie, per lavorare sul rispetto – delle persone come dei luoghi – e per aumentare la consapevolezza sulla diversità e sul significato dell’inclusione. Con l’anno scolastico appena ripartito, con le scuole che si scontrano con i problemi di sempre,  ripartono anche tutti quei progetti “extra” che trovano spazio nelle aule grazie all’impegno degli insegnanti e dei dirigenti e grazie a finanziamenti ad hoc. Tra questi, per il terzo anno torna la “Formula anti-odio”, un progetto nazionale che Ace porta avanti con la collaborazione di Retake e Diversity Lab. Protagonisti saranno oltre 300 studenti di alcuni istituti scolastici
di Bari, Padova, Campobasso, Palermo, Napoli, che si sperimenteranno in iniziative di riqualificazione ambientale e in laboratori in classe sui temi della diversità e dell’inclusione.

La diversità da esclusione si trasforma in ricchezza

«Partire dalle scuole è fondamentale – dice Francesca Vecchioni, presidente di Diversity Lab – lo scopo del progetto è quello di lavorare sull’inclusione attraverso il linguaggio e la consapevolezza. Lavoriamo con bambini e bambine delle ultime classi delle scuole elementari e con i ragazzi e le ragazze delle scuole medie. Loro sono molto più degli adulti immersi nella diversità, la scuola pubblica italiana in questo senso offre una grandissima ricchezza ed è proprio questa ricchezza che vogliamo portare alla luce». Lo scorso anno, racconta Vecchioni, «il lavoro si era concentrato sulla diversità non solo degli altri ma anche di noi stessi». Ecco che bambini e bambine, ragazzi e ragazze, nel riflettere su cosa li avesse fatti sentire diversi («a casa mia non si parla italiano», «mangiamo piatti del Paese dei miei genitori, che nessuno dei mei amici mangia», «ero l’unica a volersi vestire da poliziotta a carnevale, tutte le altre volevano essere principesse») diventavano consapevoli del senso di esclusione che soffrivano a causa della diversità. Ma trasformando la diversità in ricchezza, nuove strade si potevano aprire («posso invitare i miei amici a provare i piatti che mangiamo a casa mia, non li conoscono e sono buonissimi», per esempio). Quest’anno, il tema centrale sarà il senso di sé dentro la società: «Vogliamo aumentare la consapevolezza sull’esistenza di privilegi nella nostra società che nulla hanno a che fare col merito – racconta Vecchioni – per far comprendere che alcune situazioni di vantaggio o svantaggio che possono riguardare noi stessi o gli altri non hanno a che vedere con ciò che si fa o non si fa… il merito può non bastare e l’inclusione deve essere un’azione reale».

Elisa: «Le parole feriscono più delle spade e lasciano segni profondi»

A sostegno dell’iniziativa, Ace ha avviato anche una campagna di comunicazione sociale “Formula Anti-Odio”, che racconta episodi reali di discriminazione vissuti da 3 ragazzi in tema di omofobia, razzismo, body shaming e grassofobia. Sono le storie di Carlo Maria che ha ricevuto insulti omofobi per aver ballato con il suo compagno durante una festa del liceo, di Osayi nata e cresciuta in Italia che, per il colore della sua pelle, convive ogni giorno con gli sguardi di chi la giudica e non la considera un’italiana. E di Elisa che fin dall’età di 12 anni temeva l’estate a causa delle discriminazioni subite per il suo aspetto fisico: «Per me è stato molto importante far parte di questo progetto – racconta Elisa, oggi educatrice di sostegno e divulgatrice impegnata sui temi della diversità e della discriminazione e contro la grassofobia – perché portare la propria esperienza è l’unico modo per rendere più visibile quella difficoltà ed evitare che si ripeta ancora, come invece vedo accadere ancora oggi». Per Elisa Basile, è fondamentale «rendere pubbliche, dare un volto a queste discriminazioni silenziose e lavorare nelle scuole a mio parere è la vittoria pù grande, perché diamo la possibilità a chi le subisce di vedere una via d’uscita. Le parole, non mi stanco di dirlo, feriscono più delle spade e possono lasciare segni davvero profondi».

La cura del territorio con i volontari di Retake

Oltre ai laboratori sul linguaggio inclusivo tenuti dai docenti di Diversity Lab, il progetto prevede l’iniziativa di riqualificazione urbana “Scendiamo in piazza”. L’edizione 2024, che negli anni passati ha già coinvolto oltre 2.000 studenti e cittadini e toccato 15 città italiane, si concretizzerà in un tour che attraverserà la penisola e che è partita il 28 settembre da Bari, per proseguire l’11 ottobre a Padova, il 26 ottobre a Campobasso, l’8 novembre a Palermo, con un’ultima tappa a Napoli il 22 novembre. In ogni tappa gli studenti di alcune scuole primarie e secondarie di primo grado saranno coinvolti dai volontari di Retake in attività di riqualificazione di un’area urbana da loro frequentata con l’obiettivo di restituirla alla città ripulita, rigenerata e predisposta all’aggregazione sociale. «Se ripenso ai primi eventi di Retake a cui ho partecipato, ricordo chiaramente quanto mi avesse colpito vedere che l’attività concreta in strada, il bene comune e la volontà di migliorarne lo stato, facesse sì che persone profondamente diverse tra loro si incontrassero, agissero insieme e addirittura diventassero amici per una causa comune», dice Francesca Elisa Leonelli, presidente di Fondazione Retake. Lo spirito del progetto “Scendiamo in Piazza” «pone l’accento proprio su questa inclusività che si raggiunge con fatti e azioni concrete, e non accettando nessuna forma di violenza, neanche quella scritta sui muri», aggiunge.

Gli esperti di innovazione di Ace – che è un marchio Fater – hanno disegnato, proprio a supporto del progetto, uno speciale spray capace di rimuovere i graffiti presenti sui muri che contengono insulti e frasi di discriminazione. Si tratta di un’edizione speciale “Formula Anti-Odio”, non in vendita, che verrà utilizzata dai volontari di Retake durante gli eventi per rimuovere dai muri le scritte che inneggiano all’odio. «Con questo progetto possiamo dare un contributo positivo e concreto – ha commentato Antonio Fazzari, general manager di Fater – continuiamo uno splendido percorso con i nostri partner Retake e Diversity Lab per parlare alle nuove generazioni di pulizia e decoro degli spazi pubblici, di lotta alla discriminazione e della responsabilità che tutti noi abbiamo in questo senso. Un grazie speciale al nostro gruppo di ricerca e sviluppo per aver creato una formula esclusiva proprio per cancellare le scritte di odio nei luoghi in cui viviamo tutti i giorni».

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