
Solamente nel 2024, 167 milioni di persone sono state direttamente coinvolte in disastri naturali, e almeno una su otto ha vissuto esperienze legate a conflitti bellici. In particolare, sono 50 i Paesi che sperimentano guerre e scontri classificati, secondo il “The ACLED Conflict Index”, come estremi, intensi o turbolenti. Tra i più colpiti: Palestina, Myanmar e Siria.
A questi numeri vanno aggiunti i miliardi di persone che, pur non essendo direttamente interessate, risultano potenzialmente esposte a emergenze. Solo per quanto riguarda le inondazioni, ad esempio, si stima che quasi un miliardo e mezzo di individui possa essere colpito o mettere in pericolo la propria sicurezza e stabilità quotidiana.
L’impatto sulla salute mentale
Viviamo in un mondo caratterizzato da incertezza e rischio costanti, fattori che incidono profondamente sulla salute mentale. Non solo di chi vive in situazioni di crisi, ma anche di chi potrebbe trovarsi coinvolto in esse.
Come evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la maggior parte delle persone colpite da emergenze manifesta sintomi quali ansia, tristezza, disperazione, disturbi del sonno, stanchezza, irritabilità, rabbia o dolori fisici. Sebbene queste condizioni psicologiche tendano a migliorare nel tempo, si stima che circa il 22 % degli individui interessati possa sviluppare disturbi più gravi. Depressione, ansia e stress post-traumatico sono i più diffusi. A seguire, disturbi bipolari e schizofrenia.
Le emergenze non compromettono soltanto il benessere psicofisico: incidono in maniera significativa sui servizi di salute mentale, riducendo la disponibilità di cure e ostacolando l’accesso alle terapie necessarie. Non solo espongono al rischio di strutture danneggiate, alla carenza di personale qualificato e all’interruzione delle forniture farmacologiche, ma anche all’aumento delle domande di presa in carico. Persone colpite da traumi, lutti o perdita della propria abitazione necessitano di un’assistenza immediata che il più delle volte manca.
La salute mentale come diritto
Oggi ricorre la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Il cui tema di quest’anno è proprio l’accesso ai servizi e il diritto alla salute mentale in catastrofi ed emergenze. Una scelta che ci ricorda quanto guerre, disastri naturali, epidemie, sfollamenti e cambiamenti climatici possano avere un impatto diretto e duraturo sulla salute di ciascuno di noi.
La salute mentale è un diritto fondamentale, ma in situazioni emergenziali rischia di essere negato o trascurato. È essenziale non limitarsi a intervenire solo quando la crisi è in corso. Serve garantire la continuità dei servizi e delle cure in ogni momento. Mantenere un buon equilibrio psicologico favorisce la resilienza necessaria per affrontare le difficoltà, proteggendo individui e comunità.
In questa giornata, diventa responsabilità di tutti informarsi, partecipare attivamente, promuovere iniziative locali e fare pressione affinché il tema della salute mentale sia realmente integrato nelle politiche pubbliche dei singoli Paesi. Un ruolo attivo in questo, già lo hanno associazioni come Amref Health Africa. Fondata nel 1957 in Kenya, è la più grande organizzazione sanitaria africana non profit che si occupa, tra le altre cose, di promuovere il diritto alla salute fisica e mentale in contesti di forte esposizione a crisi e cambiamenti climatici.
Accanto a queste realtà, un contributo concreto lo possono però avere anche le aziende. Queste possono infatti farsi portavoce di iniziative dedicate e impegnarsi a offrire sostegno alle loro persone. Specialmente in tutte quelle occasioni in cui si presentano discontinuità ed emergenze.
Le catastrofi e le emergenze rappresentano variabili inevitabili, con un impatto profondo sulla condizione di benessere psico-fisico delle persone. Sono fenomeni che, tra l’altro, hanno tutte le probabilità di intensificarsi nel prossimo futuro. Ecco perché agire oggi non è solo necessario: è urgente. Investire nella prevenzione, nella continuità dei servizi e nella promozione della salute mentale significa costruire comunità più resilienti, capaci di affrontare con maggiore forza e consapevolezza le sfide che il domani riserva.
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