
Scattando una fotografia a settembre 2025, le donne oggi a capo di una università italiana sono 17. Da Nord a Sud, le rettrici guidano una popolazione studentesca di più di 530mila persone, vale a dire oltre un quarto dei 2 milioni di studenti che risultano iscritti agli atenei del paese secondo l’Anagrafe nazionale studenti universitari per l’anno accademico 2023-2024, per una incidenza del 27,2%. Con l’inizio del nuovo anno accademico il fronte delle “donne con l’ermellino” si rinfoltirà ulteriormente perché tra ottobre e novembre entreranno in carica altre 5 rettrici. Numeri importanti per la presenza femminile a capo di istituzioni di istruzione superiore come le università, motore di innovazione e modernità del Paese.
Il 25 settembre si voterà inoltre per la presidenza della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. Dopo il mandato di Giovanna Iannantuoni, prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia, in corsa per ereditare il suo incarico ci sono 5 pretendenti, tra cui 2 donne: Alessandra Petrucci dell’Università di Firenze e Laura Ramaciotti dell’ateneo di Ferrara.
Le rettrici in Italia attualmente sono il 20% degli 85 partecipanti alla Crui e, sebbene siano una minoranza, in soli 4 anni, tra il 2020 e il 2024, il loro numero è più che raddoppiato.
Gli ultimi incarichi
Sebbene ci siano stati alcuni giri di poltrone, nel corso del 2025 il numero di donne alla guida degli atenei italiani è rimasto stabile. L’8 maggio, Nicola Vitiello, professore ordinario di Bioingegneria industriale, ha raccolto il testimone da Sabina Nuti alla guida della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Resterà in carica fino al 2031 e con i suoi 41 anni è il rettore più giovane in Italia.
L’1 agosto è invece iniziato il mandato della rettrice Donata Vianelli all’Università degli Studi di Trieste, ateneo che conta 17,936 iscritti tra corsi di laurea e laurea magistrale nell’anno 2024-2025. Professoressa di Economia e Gestione delle Imprese e, dal 2021, direttrice del dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche, è la prima donna a ricoprire l’incarico di massima autorità accademica di UniTs dalla sua fondazione. A livello nazionale è presidente della Conferenza nazionale dei direttori di area economica e statistica ed è componente dell’Interconferenza dei presidenti dei direttori di dipartimento italiani. Il suo mandato si concluderà il 31 luglio 2031.
Cambi in vista
Con l’apertura dell’anno accademico tra ottobre e novembre saranno diverse le rettrici elette che entreranno in carica, mostrando un’accelerazione nel cambiamento culturale in corso ai vertici della formazione. Anche nel mondo accademico le carriere femminile sono più fragili e quindi per le donne è sempre stato più difficile raggiungere posizioni apicali.
Con il ricambio ai vertici atteso a novembre il numero di università a guida femminile salirà a 21 su 85 rettori aderenti alla Crui, pari al 24,7%. Il processo è lento e la componente maschile è ancora preponderante ma l’avanzata femminile nella governance accademica è un segnale significativo sul piano dell’equità di genere.
Ecco chi sono le nuove rettrici:
Viene dall’area Stem la prima rettrice dell’Università di Torino in 621 anni di storia. La professoressa ordinaria di Chimica organica Cristina Prandi entrerà in carica a ottobre per il mandato 2025-2031, subentrando a Stefano Geuna, professore di Medicina e rettore dal 2019. Biologa di formazione e chimica per vocazione, Prandi nel corso della sua carriera ha anche ricoperto ruoli istituzionali di rilievo, tra cui quello di vice rettrice per la Ricerca nelle scienze naturali e agrarie e di coordinatrice scientifica del progetto Butterfly Area, un’iniziativa per creare un ponte stabile tra università, imprese e territorio. La docente diventerà il punto di riferimento per circa 83mila studenti, di cui 62% donne.
Entrerà in carica il primo ottobre anche la prima rettrice nella storia dell’Università di Verona, che lo scorso anno ha accolto 29.446 studenti. A ricoprire questo ruolo sarà la docente di economia aziendale Chiara Leardini, che erediterà il testimone dal chirurgo maxillofacciale Pier Francesco Nocini (il cui mandato scade il 30 settembre). Nel frattempo, mantiene le redini del dipartimento di Management di cui è direttrice da due anni. Al terzo scrutinio. Lo scorso 20 maggio, Leardini ha ottenuto l’incarico superando la collega Roberta Facchinetti, docente di Lingua e Linguistica inglese e direttrice del dipartimento di Lingue e Letterature straniere.
A poche settimane di distanza, entrerà in carica l’1 novembre Tiziana Laureti, nuova rettrice della Tuscia e la prima donna a guidare l’ateneo viterbese (che nell’ a.a 2023-2024 contava 7,666 iscritti). Eletta per il sessennio 2025–2031 con 405 voti al primo turno, Laureti ha dichiarato che «essere la prima rettrice è un traguardo per tutte le donne e un privilegio rappresentare colleghe e studentesse». Ordinaria di Statistica Economica, la professoressa è attualmente direttrice del dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa. Viterbese, con una solida carriera accademica, ha collaborato con importanti istituzioni nazionali e internazionali, tra cui la Banca Mondiale, Eurostat e la Fao. Laureti subentra a Stefano Ubertini, e chiude una linea tutta maschile iniziata nel 1979.
Dallo stesso giorno anche la Puglia avrà la sua prima rettrice. Eletta al secondo turno, Maria Antonietta Aiello sarà chiamata a guidare l’Università del Salento. Prenderà il testimone dal rettore Fabio Pollice e guiderà una popolazione universitaria attualmente composta da oltre 20mila studenti. L’attuale prorettrice vicaria e ordinaria di Tecnica delle Costruzioni al dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione guiderà l’ateneo per il prossimo sessennio ed è la prima donna non sono al vertice dell’Università del Salento ma di un ateneo pugliese.
Sempre a decorrere dal 1° novembre la professoressa ordinaria di Fisiologia Maria Moreno entrerà in carica come rettrice dell’Università degli Studi del Sannio per il prossimo sessennio accademico. Eletta al primo turno con 182 voti, guiderà l’ateneo (con 3.546 iscritti totali) fino al 31 ottobre 2031. Prima donna a ricoprire questo ruolo, Moreno in passato è stata direttrice del dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’ateneo sannita.
La mappa nazionale delle rettrici
A livello geografico la regione più virtuosa è la Lombardia: su 15 università – ponti tra l’economia della conoscenza e le vocazioni industriali e dei servizi del territorio – 7 hanno una donna ai vertici. In questo quadro Milano – considerata la capitale economica del Paese – ha la maglia rosa per numero di atenei a guida femminile. 5 su 8, per un totale di circa 206mila universitari, hanno consegnato le redini a una rettrice.
Proprio le “magnifiche” milanesi, rappresentanti di Politecnico, Università Cattolica, Statale e Bicocca, il 9 settembre a palazzo Marino hanno firmato il protocollo d’intesa per aderire al progetto della Rai “No Women No Panel- Senza donne non se ne parla”, mutuato dalla Commissione europea per mettere fine alla pratica sessista di organizzare dibattiti e convegni senza presenze femminili.
Roma risponde a Milano con 2 donne a capo di altrettante università. Antonella Polimeni, alla guida della più grande università europea, La Sapienza, con quasi 112mila studenti e 17.360 immatricolati per l’a.a. 2024-25, e Mariagrazia Russo, rettrice dell’Università degli Studi Internazionali di Roma. Con l’entrata in carica di Laureti al vertice dell’università della Tuscia, le rettrici in Lazio diventeranno 3. E sempre Roma, nel 1992, fu la prima città ad avere una rettrice donna, con l’elezione di Bianca Maria Tedeschini Lalli all’Università Roma Tre.
Eccellenze
Le università a trazione femminile si distinguono anche per qualità di insegnamento, a livello nazionale e globale.
L’edizione 2025/2026 della classifica Censis delle Università italiane – ranking annuale che valuta gli atenei in base a strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio, livello di internazionalizzazione, comunicazione e occupabilità – vede anche quest’anno in prima posizione tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40mila iscritti) l’Università di Padova (con un punteggio di 90,3).
Proprio Unipd, guidata da Daniela Mapelli (prima rettrice in 800 anni), ha visto accrescere il suo appeal nell’anno accademico 2024-2025 e è passata da 12.600 a 12.936 matricole. La Sapienza di Roma si piazza al quarto posto (con 84,2 punti) ex aequo con l’Università Statale di Milano che rispetto allo scorso anno guadagna una posizione. Un buon posizionamento lo ottengono anche l’Università di Firenze che sale al quinto posto (dall’ottava posizione dello scorso anno) con il punteggio di 83,5, e l’Università di Torino (83 punti, +1 posizione).
Politecnico di Milano, con i suoi quasi 48mila studenti, e La Sapienza di Roma sono presenti anche nella fascia alta della classifica delle 1500 migliori università a livello mondiale secondo Qs World University Ranking. Nell’edizione 2026 i due istituti si classificano rispettivamente al 98esimo e 128esimo posto.
Lavori in corso
All’Università di Milano-Bicocca – ateneo con 36,764 studenti iscritti ai corsi di laurea nell’a.a. 2024/25 – intanto è tempo di bilanci. Lunedì 15 settembre durante l’evento Connessioni sono stati ripercorsi i sei anni del mandato della rettrice Giovanna Iannantuoni, tra trasformazioni, sfide e traguardi raggiunti. Nel suo discorso c’è stato spazio anche per un messaggio di incoraggiamento per le studentesse universitarie: «Ognuna di noi, quando realizza un passo, lo fa sia per sé che, soprattutto, per chi viene dopo di lei, perché trovi un pezzo di strada aperto e con meno stereotipi di genere», ha dichiarato. Lo stesso ateneo milanese vede una maggioranza di donne tra i suoi studenti: le iscritte risultano 22,604 (pari al 61,5%), prevalentemente presenti nelle aree di Scienze della formazione, Scienze psicologiche e Scienze giuridiche.
A Iannantuoni succederà Marco Orlandi, rettore eletto per il sessennio 2025-2031 e che entrerà in carica dal 1° ottobre. Mentre un’altra donna, Stefania Grotti, è stata nominata direttrice generale della Fondazione Bicocca, l’ente costituito quest’anno dall’università con l’obiettivo di supportarla nel rafforzare e valorizzare le proprie attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico, mettendo in stretta connessione mondo accademico e produttivo.
La stessa Crui, la conferenza dei rettori italiani, si prepara alla successione. Nata nel 1963 come organizzazione privata tra rettori, l’associazione ha acquisito nel tempo un ruolo istituzionale e di rappresentanza, diventando luogo di indirizzo e di coordinamento delle autonomie universitarie, con capacità di influire sullo sviluppo del sistema della formazione superiore. Lasciando il posto a Orlandi, Iannantuoni vedrà scadere in anticipo anche il suo ruolo di presidente Crui (prima donna a capo dell’istituzione in tutta la sua storia). Gli aspiranti presidenti sono ben 5, 3 rettori e 2 rettrici. A proporsi sono stati i colleghi di Napoli Parthenope (Antonio Garofalo), Foggia (Lorenzo Lo Muzio), Palermo (Massimo Midiri) e le rettrici di Firenze (Alessandra Petrucci, il cui incarico nell’ateneo toscano scade nel 2027) e Ferrara (Laura Ramaciotti).
Durante l’assemblea ordinaria del prossimo 25 settembre, verrà decisa la successione.
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