Stem: come preparare le giovani ai lavori di domani?

Il lavoro del futuro? Si gioca sulle competenze stem. In Italia la necessità di queste ultime è destinata a crescere più rapidamente rispetto ad altri settori, ma ancora troppi pochi giovani intraprendono percorsi di studio in questo ambito. A tenersi alla larga da lauree come ingegneria, matematica e fisica sono soprattuto le ragazze, alimentando disparità di genere che, nonostante i progressi degli ultimi anni, restano marcate e rischiano di ampliare divari occupazionali e salariali nei prossimi decenni.

Sono infatti proprio le professioni legate a queste discipline che secondo gli esperti saranno le più richieste e le più pagate. Affrontare questa sfida significa investire oggi nella formazione di ragazze e ragazzi, creando le condizioni per una partecipazione più equa e per una crescita economica sostenibile. Sempre più spesso sono le aziende, che vivono sulla propria pelle la mancanza di professionalità tecnico-scientifiche, a scendere in campo per cambiare le cose.

Il progetto Moonshot

Gli esempi di progetti ad hoc si moltiplicano, dentro e fuori dalle aulee scolastiche. Banca Ifis, ad esempio, nell’anno scolastico 2024/25, ha portato nelle scuole pubbliche italiane Moonshot, un progetto sviluppato da Novi Education in collaborazione con lo Houston space center della Nasa. L’idea è nata da due professionisti italiani della finanza, Francesco De Ferrari e Valter Spano, con l’obiettivo di offrire agli studenti un metodo di apprendimento innovativo, ispirato all’addestramento degli astronauti. Grazie al sostegno della Banca, il programma è stato esteso a cinque scuole pubbliche della Capitale, coinvolgendo mille studenti tra i 7 e i 18 anni. I ragazzi e le ragazze hanno sperimentato in aula i principi della missilistica, la codifica robotica per l’esplorazione lunare, le tecnologie spaziali per la sopravvivenza sulla Luna. Inoltre hanno appreso competenze trasversali come il lavoro di squadra, la gestione dell’errore e la capacità di risolvere problemi complessi.

«Con questa iniziativa – spiega Rosalba Benedetto, vicepresidente di Banca Ifis – abbiamo voluto portare un metodo diverso nelle scuole per far appassionare i ragazzi alle discipline scientifiche. In Italia trovare ingegneri e figure tecniche preparate è sempre più difficile, e spesso i migliori vanno all’estero. Se vogliamo un futuro competitivo, dobbiamo agire ora».

Per Benedetto, questo progetto è anche un esempio di «affiancamento al sistema educativo pubblico per colmare divari strutturali e offrire ai giovani strumenti concreti per affrontare le sfide di un’economia sempre più globale». In un contesto in cui la space economy è tra i settori a più alta crescita – secondo McKinsey passerà da 0,6 a 1,8 trilioni di dollari entro il 2030 – «è fondamentale – prosegue la vice presidente – preparare le nuove generazioni alle professioni del futuro e stimolare vocazioni scientifiche che oggi sono ancora troppo poco diffuse».

Sempre in ambito Stem, la banca sostiene anche la Summer Stem academy dell’associazione alumni della Scuola galileiana di Padova: un programma intensivo di cinque giorni che ogni estate coinvolge venti studenti del quarto anno delle superiori provenienti da tutta Italia. Le borse di studio di Banca Ifis hanno consentito a molte ragazze e ragazzi di partecipare, rafforzando il loro orientamento verso percorsi tecnico-scientifici. Oltre il 75% dei partecipanti ha dichiarato di aver scelto un percorso Stem proprio grazie a questa esperienza.

Il laboratorio sociale Kaleidos: cultura, giovani e comunità

L’attenzione di Banca Ifis verso i giovani si inserisce in una strategia più ampia di responsabilità sociale che abbraccia diversi ambiti: dall’arte e la cultura, fino alla iniziative sociali. Tutti questi progetti fanno capo al social impact lab Kaleidos, nato nel 2022 con un budget di sette milioni di euro per il triennio 2022–2024. L’importo per il prossimo piano industriale non è ancora definito, ma Benedetto assicura che non sarà inferiore a quello attuale, perché l’impegno sociale è un tema centrale nella filosofia della banca.
Tra i progetti sostenuti ci sono, per esempio, il Banco Alimentare, a cui sono stati destinati un milione di euro e il contributo diretto di centinaia di dipendenti impegnati nelle attività di volontariato, la collaborazione con la cooperativa sociale Articolo 3 per favorire il reinserimento dei detenuti del carcere di Bollate, o ancora un programma a favore dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per aiutare la ricerca sui tumori infantili attraverso la donazione di 3 milioni di euro.

Una particolarità dell’approccio di Banca Ifis è la misurazione dell’impatto sociale delle iniziative sostenute. Grazie a un modello sviluppato dal proprio centro studi, l’istituto calcola il “moltiplicatore di impatto”, cioè il valore economico e sociale generato per ogni euro investito. Questo tiene conto, ad esempio, dei benefici futuri in termini di maggiori retribuzioni e di gettito fiscale derivanti dai progetti di formazione, ma anche del risparmio per il sistema sanitario e della qualità della vita migliorata nelle iniziative in ambito salute.

«Abbiamo voluto capire se tutto ciò che facciamo genera davvero un cambiamento – spiega Benedetto – e i numeri ci hanno dato ragione: ogni euro investito restituisce molto più valore alla comunità. In media, infatti, ogni euro destinato al sociale da Banca Ifis genera 5,1 euro di valore per le persone e i territori». Alcuni progetti hanno prodotto risultati ancora più significativi. È il caso del supporto al Vimm – Istituto veneto di medicina molecolare, dove il contributo della banca ha permesso l’acquisto di un microscopio di ultima generazione per lo studio di malattie neurodegenerative e muscolari, con un moltiplicatore pari a 6,2.

Diversity & Inclusion: un impegno che parte dall’alto

Un’attenzione particolare è dedicata al tema della diversity e della parità di genere, che in Banca Ifis rappresentano una realtà consolidata. Con il 53% di donne tra i dipendenti e il 54% nel consiglio di amministrazione, l’istituto è stato il primo in Italia a ottenere nel 2022 la certificazione Winning women institute per la parità di genere, seguita dalla certificazione uni/pdr 125:2022 nel 2024. Questa rappresentanza femminile si riflette anche nelle posizioni di vertice: ruoli come vice presidente, chief of staff e comunicazione di presidenza, direttore communications, marketing, public affairs & sustainability e general counsel – per fare qualche esempio – sono occupati da donne.

«Qui le donne – ricorda Benedetto – erano già più della metà ben prima delle normative che impongono quote di genere. È una visione che parte dall’azionista di maggioranza e che riconosce la diversità, soprattutto in un settore come la finanza, come una leva strategica. La mia nomina a vice presidente è una dimostrazione concreta del fatto che il merito e l’impegno vengono riconosciuti e premiati. Ma il mio non è un caso isolato in azienda».

Le politiche interne includono fino a dieci giornate di smart working mensili per le mamme, congedi estesi per chi ha figli piccoli, la possibilità di smart working continuativo dal quinto mese di gravidanza e una flessibilità oraria che consente ingressi fino alle 10.30 e permessi compensabili su più giorni. A ciò si aggiungono percorsi psicologici per accompagnare le neomamme nelle fasi più delicate della crescita dei figli, compreso l’ingresso nell’adolescenza o nel mondo del lavoro e programmi di screening e prevenzione gratuiti non solo per le dipendenti ma anche per le parenti del personale.
L’impegno della banca si estende anche alla sensibilizzazione contro la violenza di genere con webinar dedicati all’educazione all’affettività e la creazione della figura della consigliera di fiducia, incaricata di supportare chi subisce comportamenti inappropriati.

La prima survey DE&I e le nuove misure

Nel 2025 Banca Ifis ha condotto la sua prima survey dedicata a diversità e inclusione, raccogliendo le risposte di 1.087 dipendenti. L’indagine ha rilevato un alto livello di soddisfazione per le politiche di pari opportunità e per il bilanciamento vita-lavoro: il 41% dei dipendenti ha figli minori di 14 anni e oltre tre quarti si dichiara soddisfatto delle misure di conciliazione, che riguardano anche l’assistenza a genitori anziani o familiari con disabilità. È emerso inoltre un elevato grado di consapevolezza delle politiche adottate per contrastare discriminazioni e molestie.

L’indagine ha anche messo in luce nuovi ambiti di intervento in tema di welfare, formazione e sensibilizzazione, da cui sono già nate le prime misure. Tra queste, l’introduzione della figura della consigliera di fiducia, l’avvio di corsi di formazione per tutta la popolazione aziendale, la scelta di potenziare i canali di ascolto e supporto nelle diverse sedi del gruppo e un nuovo accordo sui permessi che ha reso più flessibile la gestione di visite mediche e delle prime fasi di inserimento dei figli all’asilo o alla scuola dell’infanzia. «Ascoltare le nostre persone – conclude Benedetto – è il primo passo per rendere l’ambiente di lavoro più equo, sicuro e inclusivo. La diversità e l’inclusione non sono solo un obiettivo da raggiungere, ma un modo per far crescere le aziende insieme alle sue persone e al territorio».

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  • Zolfo Antonio |

    Buongiorno mi occupo di edilizia residenziale. Il vostro istituto Ifis ha già previsto finanziamenti per le giovani coppie interessate all’acquisto prima casa?

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