L’industria globale del cacao affronta da tempo la pressante esigenza di maggiore trasparenza ed equità. A queste sfide strutturali si aggiungono ora l’impatto del recente Regolamento Eudr contro la deforestazione e una crisi settoriale particolarmente acuta. Quest’ultima colpisce duramente la Costa d’Avorio, principale produttore mondiale, dove il surriscaldamento globale, la diffusione di patogeni e le basse remunerazioni della manodopera hanno concorso a una drastica riduzione della produzione: dalle 2,2 milioni di tonnellate annue si è passati alle attuali 1,4 milioni. A questo si aggiungono le misure del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha imposto dazi del 21% sulla Costa d’Avorio, i più alti in Africa Occidentale.
In questo scenario, Trusty, società benefit e realtà che utilizza la tecnologia blockchain per garantire la conformità alle normative e la tracciabilità delle filiere agroalimentari – incluse quelle del cacao e del caffè – emerge come un attore chiave, offrendo soluzioni tecnologiche all’avanguardia per affrontare queste sfide sistemiche. Un esempio è “Green Horizons: formazione, lavoro e imprenditorialità sostenibile in Costa d’Avorio”, il nuovo progetto, sostenuto dal dipartimento per le Libertà Civili del ministero dell’Interno e promosso dall’Osc Associazione Centro Elis per favorire la crescita sostenibile e l’inclusione economica di donne, giovani, e di altre categorie svantaggiate nelle regioni di Abidjan, Yamoussoukro e Bouna.
La nascita del progetto
«L’idea di questo progetto – spiega Alessandro Chelli, fondatore e ceo di Trusty – nasce da una intuizione che risale al 2020, di applicare la blockchain alle attività agroalimentari. Inizialmente abbiamo iniziato a lavorare sulle cosiddetta filiere corte, quindi tutto ciò che è Made in Italy e che avevano una provenienza già tracciata dei prodotti. Ci siamo però resi conto che una tecnologia così potente che consente l’autenticazione di una mole molto grande di dati poteva essere applicata anche alle filiere lunghe; ossia laddove ci sono problemi strutturali. E il cacao è una di queste perché è un settore che risente di un forte livello di sfruttamento sociale, di sfruttamento di lavoro minorili e lavoratori sottopagati. Il progetto di portare questa idea in Costa d’Avorio è stata particolarmente sfidante perché stiamo parlando di un Paese carente di tutto quello che riguarda le infrastrutture per utilizzare queste tecnologie. Quindi abbiamo dovuto adattare il nostro progetto alle caratteristiche del territorio riuscendo alla fine a utilizzare la tecnologia blockchain per dare qualità di informazioni e metterle al servizio di imprese virtuose».
Si tratta del secondo intervento di Trusty in Costa d’Avorio, dopo “Fair & Trusty Trade: Tracciabilità, Trasparenza e Fiducia nella Filiera del Cacao”, un’iniziativa a impatto sociale realizzata grazie al finanziamento Aics (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e in collaborazione con Apio.
L’impatto del progetto è stato tangibile, anche a distanza di anni. La cooperativa Yosran, che conta 158 produttori e 186 piantagioni per un totale di 418 ettari di cacao biologico certificato, nel 2023 ha raggiunto tre volte i Premium Price delle certificazioni standard per tonnellata da Domori, prestigioso produttore italiano di cioccolato, per circa 100 tonnellate di cacao, grazie alla tracciabilità e alla qualità garantite dalla piattaforma Trusty con l’intermediazione di Cocosource.
Oltre ai benefici economici, il progetto ha generato un significativo progresso sociale. Choco+ oggi offre impiego stabile a 10 persone, il 70% delle quali sono donne e il 40% proviene da contesti svantaggiati. Nel corso del progetto sono state inoltre realizzate attività di formazione tecnica e accompagnamento sull’utilizzo del sistema Trusty per il personale locale e le cooperative, promuovendo un trasferimento di conoscenze cruciale per la sostenibilità a lungo termine dell’iniziativa.
«Le filiere del cacao in Africa – continua Chelli – sono spesso caratterizzate da una scarsa visibilità, che rende la verifica delle pratiche etiche molto complessa, andando a impattare negativamente sui mezzi di sussistenza dei piccoli coltivatori. La piattaforma di Trusty affronta direttamente queste problematiche abilitando la raccolta e la condivisione semplice e sicura dei dati, dalla piantagione fino al consumatore finale. Grazie all’utilizzo di strumenti accessibili, come applicazioni per smartphone e tablet, e alla funzionalità Track&Trace, è stato possibile, nell’ambito del progetto, dimostrare l’origine e il percorso del cacao, rafforzare la fiducia dei consumatori e, soprattutto, garantire il ritorno del valore aggiunto direttamente ai coltivatori, nonché il cuore della produzione».
Il ritorno economico e sociale del progetto
L’obiettivo specifico dell’iniziativa, che durerà fino al 2027, è aumentare l’occupabilità di 320 giovani ivoriani (18-35 anni) – a rischio di emarginazione socioeconomica e migrazione irregolare – garantendo loro una formazione lavorativa nei settori dell’economia verde (energia solare, riciclo plastica, clean cooking, agricoltura biologica) e agropastorale.
«Il fatto di poter utilizzare queste tecnologie permette di mantenere gli operatori nel mercato e fare in modo che il lavoro agricolo possa attrarre nuove persone. Se si aumenta il guadagno con un prodotto che sbarca su nuovi mercati, diventando quindi un prodotto di qualità, si può aumentare occupazione per le filiere», prosegue il manager
Allo studio nuovi progetti
Chelli ha anche sottolineato che allo studio ci sono nuovi progetti: «Stiamo usando queste tecnologie sul cacao, caffè e bovini in vista del regolamento Eudr che entrerà in vigore a fine anno e che obbligherà le filiere ad avere informazioni di tracciabilità sui loro prodotti. Questo regolamento ci ha permesso di espandere la nostra base clienti. In questo momento siamo concentrati sulla fase di commercializzazione della nostra piattaforma ma stiamo lavorando per valorizzare ancora di più i dati raccolti. Stiamo lavorando con molte cooperative in Paesi di origine non solo in Costa d’Avorio ma anche Kenya, Etiopia, Colombia, Brasile e Equador. Stiamo lavorando con molte cooperative per raccogliere i dati delle geolocalizzazione avere una mappa di tutti gli associati di una potenziale cooperativa e capire dove sono posizionati. Ciò diventa importante perché, vivendo in un momento di forte cambiamento climatico, poter avere la geolocalizzazione degli agricoltori permette di studiare con le cooperative delle coperture assicurative parametriche. Si può quindi proporre un’assicurazione parametrica e garantire qualora, ci fossero un domani delle produzioni non così efficienti, quel gap di guadagno per le persone che hanno investito in quei territori. E’ uno dei progetti a cui stiamo lavorando e che ci si è aperto grazie alle normative Ue».
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