La pausa estiva delle scuole in Italia è tra le più lunghe in Europa (tre mesi) e rappresenta, proprio per questo, un fattore dannoso per l’economia. Le pause così lunghe, infatti, «fanno male all’accumulo di capitale umano, riducono l’occupabilità delle donne e aggravano la disuguaglianza educativa». Edoardo Campanella, direttore dell’Investment Institute di UniCredit che ha realizzato il report, spiega che «è difficile quantificare l’impatto sul Pil ma certo si intacca il potenziale di crescita. Il canale più importante – spiega l’economista – è la partecipazione delle donne».
Chiusura tra le più lunghe in Europa: quasi 100 giorni
Venerdì 7 giugno ha segnato la fine dell’anno scolastico per circa 7 milioni di bambini italiani che torneranno in classe a metà settembre. Le scuole italiane restano chiuse fino a 99 giorni – sette in più rispetto al Portogallo, che segue nella classifica realizzata prendendo in esame i Paesi europei più rappresentativi. Guardando ad altre grandi economie dell’Eurozona, la pausa estiva dura 46 giorni in Germania, 56 in Francia e 84 in Spagna. Una pausa estiva così lunga – si legge – non è solo «un’anacronismo che risale al passato agricolo del Paese, quando servivano energie fresche per il raccolto. È anche un’anomalia nel contesto europeo e tra le economie avanzate in generale. E le sue implicazioni macroeconomiche sono rilevanti».
La perdita di sapere
Esistono solide evidenze empiriche che dimostrano come le vacanze estive troppo lunghe siano dannose per le prospettive di crescita di un Paese. In primo luogo, le vacanze lunghe causano perdite di apprendimento (“summer slide”): secondo alcuni studi condotti negli Stati Uniti, queste perdite possono corrispondere al 25-30% di quanto appreso durante l’anno scolastico e tendono a essere maggiori in matematica che nella lettura. «Per un Paese come l’Italia, che ha risultati particolarmente scarsi nei test Pisa nelle materie scientifiche, questo è particolarmente preoccupante», si legge nell’analisi.
Le donne più penalizzate
In secondo luogo, «le lunghe pause scolastiche complicano la vita dei genitori lavoratori, soprattutto delle donne, la cui partecipazione al mercato del lavoro in Italia è già ben al di sotto della media europea». La mancanza di servizi pubblici adeguati per l’infanzia è un fattore importante dietro questo fenomeno, e la chiusura delle scuole si traduce in una perdita di assistenza gratuita per i figli. Infine, una lunga estate «aggrava le disuguaglianze educative, poiché gli studenti provenienti da famiglie con redditi più alti tendono ad avere accesso ad attività educative e supporto all’apprendimento durante l’estate».
Le soluzioni possibili: il modello francese o la riduzione delle vacanze
Non esiste un modello ottimale per strutturare il calendario scolastico, conclude l’Investment Institute, tuttavia, l’Italia potrebbe ripensarlo in due direzioni possibili: per contenere i danni al capitale umano dovuti al “summer slide”, potrebbe distribuire le vacanze in modo più uniforme durante l’anno scolastico, anziché concentrarle in estate, con pause più frequenti e più brevi, meno dannose per l’apprendimento (come in Francia). In alternativa, l’Italia potrebbe semplicemente decidere di ridurre la pausa estiva ai soli mesi di luglio e agosto. Più giorni di scuola, se accompagnati da programmi didattici adeguati, potrebbero migliorare le prestazioni dei bambini nei test standardizzati, oppure potrebbero essere utilizzati per sperimentare nuove modalità di apprendimento. In un Paese in cui la scuola è prevalentemente pubblica, una riduzione delle vacanze estive richiederebbe la riallocazione di risorse pubbliche per finanziare attività dedicate ai giovani. Considerando quanto la spesa pubblica in Italia sia sbilanciata a favore delle generazioni più anziane, c’è ampio margine di manovra.
Le iniziative di WeWorld, perché l’estate non diventi una sfida
Proprio sulle diseguaglianze educative si concentrano le iniziative di WeWorld, organizzazione che da 50 anni aiuta e sostiene bambne, bambini, donne e chi si trova in situazioni di fragilità nel campo dei diritti umani in 26 Paesi, inclusa l’Italia: chi non può permettersi un centro estivo resta spesso senza alternative, con poche occasioni di apprendimento, socialità e svago. Per questo la onlus ha lanciato il Piano Estate 2025, offrendo attività gratuite nei propri spazi educativi e nei quartieri dove l’accesso alle opportunità è più difficile, a partire dalle periferie delle grandi città.
I centri educativi “Frequenza 200” di WeWorld a Milano, Cagliari, Roma, Aversa e Catania resteranno aperti tutta l’estate con attività pensate insieme a ragazze e ragazzi: dalle uscite in piscina, al cinema e al museo alle attività nei parchi, ai laboratori artistici e creativi e allo sport urbano, fino a organizzare una vacanza di qualche giorno, spesso la prima per molti dei partecipanti, In tutti i centri, le attività sono state co-progettate con chi li frequenta: un’estate costruita ascoltando desideri, bisogni e sogni.
«Non possiamo permetterci che l’estate diventi un acceleratore di ingiustizie sociali – spiega Valentina Rizzi, coordinatrice programmi domestici di WeWorld – Per molte famiglie, la chiusura della scuola significa trovarsi senza strumenti, senza spazi, senza aiuti; per molti ragazzi e ragazze significa assenza di opportunità di crescita, di esperienze e di relazioni. Per questo da anni ci impegniamo nei territori per garantire attività accessibili, inclusive e pensate per e con chi ha meno possibilità. Vogliamo che ogni bambina, bambino, ragazza e ragazzo possa vivere l’estate come un tempo pieno di relazioni, scoperte e cura, non come un vuoto da attraversare da soli».
Nei 7 Spazi Donna WeWorld (Milano, Bologna, Roma, Pescara, Cosenza, Napoli) – luoghi di accoglienza e ascolto nati nelle periferie delle principali città di Italia per offrire alle donne in situazioni di fragilità e a rischio violenza percorsi per ritrovare indipendenza e fiducia in se stesse – le porte resteranno aperte, così da garantire una continuità relazionale con le donne, ma anche per offrire occasioni di socialità ed esperienze per mamme e figli e figlie. A Milano Corvetto, ad esempio, sono previste attività mamma-bambino come equitazione, piscina, gite in giornata. Restano inoltre attive le case manager per il supporto psicologico per gli adolescenti nei quartieri Corvetto, Giambellino, Ponte Lambro e Mecenate. Sempre a Milano in programma anche 10 incontri gratuiti di sport urbano in piazza saranno dedicati a ragazze e ragazzi tra giugno e luglio.
Intanto, ha raggiunto le 70.000 firme la petizione “Ristudiamo il calendario”, lanciata nel 2023 da WeWorld insieme a Mammadimerda, progetto di divulgazione sulla maternità, per chiedere la rimodulazione del calendario scolastico con l’introduzione di pause distribuite in modo più equilibrato durante l’anno e la possibilità di apertura delle scuole anche nei mesi di giugno e luglio, mantenendo gli attuali 200 giorni di lezione, ma riorganizzati e l’introduzione obbligatoria del tempo pieno in tutte le scuole italiane dai 3 ai 14 anni, lasciando libertà alle famiglie di scegliere tra tempo pieno o parziale.
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