
Oltre 28.000 donne e ragazze sono state uccise a Gaza dall’inizio del conflitto nell’ottobre 2023, secondo l’ultima analisi di UN Women. Si tratta, in media, di una donna e una ragazza uccise ogni ora nei bombardamenti condotti dalle forze israeliane. Tra le vittime, migliaia erano madri: lasciano da soli bambini, famiglie e comunità devastate. Le cifre evidenziano il tragico costo umano del conflitto, fatto di vite e futuri spezzati troppo presto.
Nel febbraio 2025, la rivista scientifica The Lancet ha riportato che il numero di morti a Gaza è probabilmente stato sottostimato del 41%. I dati includono sia i decessi direttamente registrati, sia quelli definiti “eccedenti” – vittime non documentate a causa del collasso delle strutture sanitarie e dei sistemi di rilevazione. UN Women ha utilizzato questa metodologia per formulare le proprie stime.
Dopo il cessate il fuoco
Dopo il crollo del cessate il fuoco nel marzo 2025, la situazione a Gaza è peggiorata ulteriormente, aggravata da quasi nove settimane di blocco totale agli aiuti umanitari. L’intera popolazione della Striscia si trova ormai a corto di cibo e beni essenziali, con il rischio di carestia in rapido aumento. Ciò significa che ogni donna e ragazza – oltre un milione di persone – sta affrontando livelli catastrofici di fame. Intrappolate in un contesto di sfollamenti forzati, aumento della mortalità materna e totale assenza di meccanismi di sicurezza e protezione, le donne e le ragazze pagano un prezzo insostenibile.
Il lavoro di UN Women
Nonostante il contesto disperato, UN Women continua a collaborare con organizzazioni della società civile guidate da donne all’interno di Gaza, cercando di fornire servizi essenziali e assistenza alle popolazioni colpite. Tuttavia, l’enorme portata della crisi supera di gran lunga le risorse e le capacità attuali. Senza un’immediata e significativa espansione dell’accesso agli aiuti umanitari, del supporto logistico e dei finanziamenti, migliaia di vite restano in pericolo.
UN Women si unisce all’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco immediato, il ripristino senza ostacoli dell’accesso umanitario e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e delle persone detenute arbitrariamente.
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