Violenza, a Roma la rete “Mara” unisce le forze a tutela di donne e madri

Una rete cittadina stabile e integrata contro la violenza sulle donne, per contrastare in modo sistemico ogni forma di abuso, dalla violenza domestica alla violenza istituzionale contro le madri. È questa la strada intrapresa da Roma Capitale, che ha riunito il 14 maggio per la seconda volta la cabina di regia interistituzionale del progetto M.A.R.A., acronimo di “Mappare e Aumentare le Risorse Antiviolenza”, promossa e coordinata dall’assessorato alle Attività produttive e Pari opportunità guidato da Monica Lucarelli e composta dall’assessora alle Politiche sociali e alla Salute, Barbara Funari, dai rappresentanti di prefettura, questura, Arma dei Carabinieri, Asl Roma 1, 2 e 3, Ufficio scolastico regionale, Polizia locale nonché da assistenti sociali, associazioni e cooperative attive nei centri antiviolenza e nelle case rifugio.

L’esigenza di standard comuni, procedure integrate e catalogo delle buone prassi

La scelta è chiara: unire attorno allo stesso tavolo la molteplicità di soggetti che, a vario titolo, intercettano situazioni di difficoltà e di violenza, per scongiurare i compartimenti stagni, le sovrapposizioni e le opacità, spesso controproducenti. Altrettanto chiaro l’obiettivo del progetto, finanziato nel 2024 grazie all’aggiudicazione di un bando del Dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio: coordinare le risposte in modo da fornire supporto tempestivo, efficace e sistemico alle vittime, per non limitare gli interventi all’emergenza, ma provare a garantire tutela, accoglienza e diritti in modo strutturale e continuativo. Tutti i presenti hanno condiviso la necessità di standard comuni, procedure integrate e strumenti digitali per rendere la rete più accessibile ed efficace. Tanti i nodi affrontati durante l’incontro: la formazione degli operatori, la creazione di un catalogo delle buone prassi territoriali, la necessità di snellire l’ingresso e la gestione sanitaria al pronto soccorso per le donne vittime di violenza e la proposta di linee guida per le scuole, affinché nelle situazioni di emergenza la sicurezza del minore non sia subordinata alla firma del padre maltrattante.

Riflettori accesi sulla rieducazione degli uomini maltrattanti

Un focus è stato dedicato alla rieducazione degli uomini autori di violenza: dalla possibilità offerta dalla Questura ai soggetti ammoniti di accedere a percorsi volontari, fino al ruolo dei centri per uomini maltrattanti. Un lavoro che risulta ancora poco codificato, ma ritenuto fondamentale per un approccio integrato che guardi anche alla prevenzione a monte e alla rieducazione.

Colmare le zone grigie e costruire sistema replicabile a livello nazionale

«Il progetto M.A.R.A. – spiega Lucarelli – è il cuore della nostra visione. Vuol dire riconoscere che Roma è una città complessa, fatta di territori diversi, e proprio per questo deve dotarsi di strumenti condivisi, chiari e solidi per la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne.  Abbiamo scelto un approccio sistemico: dalla prevenzione alla fuoriuscita, dalla protezione all’autonomia. Non bastano singole risposte, servono relazioni stabili tra tutti gli attori: istituzioni, scuole, forze dell’ordine, terzo settore. La cabina di regia serve a questo: a cucire i punti, a colmare le zone grigie, a costruire un modello cittadino che sia un laboratorio di buone prassi e standardizzazione delle procedure replicabile a livello nazionale». L’orizzonte per la conclusione del progetto, che punta alla riduzione dei divari nei servizi antiviolenza tra i municipi di Roma e prevede anche la creazione di una piattaforma online per gestire in tempo reale i posti letto nelle case rifugio, è il 2026.

Madri e allontanamenti dei minori, urgono orientamenti condivisi

In agenda, anche il tema della violenza istituzionale, considerato urgente, visti i casi di allontanamento dei minori dalle madri vittime di violenza nell’ambito di procedimenti giudiziari già avviati. Dalla cabina di regia è emersa la necessità di promuovere orientamenti comuni anche in ambiti normativi non ancora definiti, rafforzando la coerenza e l’efficacia della rete territoriale. Netto il principio condiviso: «La sottrazione della responsabilità genitoriale deve rappresentare l’estrema ratio, e non può mai tradursi in un’ulteriore forma di penalizzazione per le donne che hanno già subito violenza».

Impegno a supporto dei servizi sociali per tutelare le madri

La cabina di regia ha rappresentato «un’occasione importante – sostiene Funari – per mettere al centro di questo tavolo un indirizzo di impegno, a supporto dei servizi sociali, per tutelare le donne non solo quando sono vittime di violenza o denunciano, ma anche quando si verificano episodi, spesso agli onori della cronaca, in cui si allontana il minore dalla madre quando una donna in realtà è vittima della violenza del marito. La cabina di regia rappresenta un’ occasione importante anche per migliorare la presa in carico dei servizi di prevenzione e tutte le azioni che, in maniera integrata, possiamo mettere in campo con il Dipartimento Pari opportunità, i municipi e tutta la rete dei centri antiviolenza».

Entro giugno un protocollo, poi tavoli tematici e due workshop

Il lavoro si concretizzerà in un protocollo che sarà firmato entro giugno. Tavoli tematici ne accompagneranno poi l’attuazione sul territorio. Un percorso di ascolto e co-progettazione che proseguirà con due workshop pubblici previsti il 25 settembre e il 6 novembre all’Università Roma Tre, dedicati alla presa in carico integrata e alla prevenzione della vittimizzazione secondaria. «Abbiamo scelto – conclude Lucarelli – di non limitarci a gestire un progetto, ma di usare questo tempo per costruire una struttura che resti. Una città che sa creare relazioni, riconoscere i bisogni e rispondere in modo coordinato è una città più giusta ed equa».

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