Allenarsi alla vita: lo sport come scuola di empatia

Durante il World Economic Forum nel 2020 è stato dichiarato che l’essere umano dovrà adattarsi alle grandi trasformazioni in corso e acquisire competenze indispensabili per affrontare i prossimi scenari di business entro il 2025, perché si prevede che si diffonderanno nuove professioni e ne spariranno altre. In questo nuovo contesto di sviluppo, è necessario essere reattivi, imparare a convivere velocemente con nuovi paradigmi aziendali e interagire con tipologie sempre più diversificate di clienti. Sarà. quindi, fondamentale conoscere quelle “life skills” legate all’intelligenza emotiva e alle abilità personali, che insegna innanzitutto lo sport.

Dal 1993 le “life skills” riempiono la bocca degli addetti al mondo scolastico. Quell’anno, infatti, l’Organizzazione mondiale della sanità pubblicò il documento “Life skills education in schools”. Un cambio di prospettiva: basta alla trasmissione piana di conoscenze, via alla scuola delle competenze, che siano il pane della vita quotidiana.

In questo solco Lino Cavedoni, psicologo e psicoterapeuta, e l’agente sportiva Chiara Davini hanno lavorato al progetto “Allenarsi alla vita”, diventato un libro edito da Erickson. Il volume si rivolge a genitori, insegnanti, allenatori, educatori in generale. Articolato in cinque capitoli, approfondisce la relazione tra sport e life skills, le strategie adattive per essere efficaci nella vita, portando poi degli esempi pratici attraverso le testimonianze di quattro tra i migliori atleti italiani dell’atletica leggera: Elena Vallortigara, saltatrice in alto, medaglia di bronzo ai campionati del mondo del 2022. Martina Caironi, campionessa pluriolimpica, record del mondo nei 100 m T63 e salto in lungo T63; Davide Re, record italiano dei 400 m; Zane Weir, record italiano getto del peso indoor.

Che cosa sono le “life skills”?

Nell’introduzione ad “Allenarsi alla vita” Chiara Davini ne identifica i tratti salienti: “Una gamma di abilità cognitive, emotive e relazionali di base, che consentono alle persone di operare una competenza sia sul piano individuale che sul piano sociale”. Le “life skills” possono renderci versatili e capaci di accettare e affrontare i cambiamenti.
Le competenze sono dieci, suddivise in tre ambiti: emotivi (consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress) relazionali (empatia, relazioni efficaci, comunicazione efficace) e cognitive (risolvere i problemi, prendere decisioni, pensiero critico e pensiero creativo).

Prendiamo un giovane che ha studiato nella scuola secondaria: esce pieno di conoscenze, ma pecca in empatia. Una life skill che rappresenta una vera abilità sociale. Migliora la comunicazione interpersonale, aiutandoci a cogliere non solo ciò che può dirci un nostro ipotetico interlocutore, ma anche il significato emozionale. L’empatia decodificherà anche il linguaggio del corpo che potrebbe addirittura contrastare il contenuto del messaggio. Della serie: le parole dicono qualcosa e il corpo smentisce tutto quanto. Questo aspetto senza empatia non sarebbe colto.

Allenarsi all’empatia

Lo sport può allenare l’empatia? In che modo? In una squadra, sostiene Cavedon, è fondamentale “l’ascolto attivo nei confronti dell’allenatore e dei compagni, perché significa che ci sono spazi dentro di sé per il pensiero altrui verso cui si dimostra curiosità e interesse’. Senza ascolto empatico verso compagni e allenatore sicuramente qualcosa andrebbe storto e una sconfitta sarebbe un forte mordente per ascoltare in modo più empatico la volta successiva.

Nel libro le testimonianze dei quattro atleti professionisti sono la prova del nove di questa teoria: dimostrano come imparare lo sport aiuti l’apprendimento e l’allenamento alle “life skills” e rappresenti una marcia in più. Martina Caironi, per esempio, a diciotto anni è investita da una macchina e perde mezza gamba. Un vero dramma, che riuscirà a superare grazie alla gestione di stress ed emozioni. “È stato un trauma molto potente che ha portato un danno irreversibile nel mio fisico e nel mio modo di rapportarmi al mondo”. La capacità di risolvere problemi e l’insieme di pensiero critico e creativo sono stati poi alla base per imparare a guardare al mondo in modo per forza diverso.

Lo sport quindi può aiutare a fare proprie delle competenze emotive, relazionali e cognitive che possono fare la differenza, non solo a livello sportivo professionistico, ma anche nella vita.

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Titolo: “Allenarsi alla vita”
Autori: a cura di Lino Cavedon e Chiara Davini
Editore: Edizioni Centro Studi Erickson (2023)
Prezzo:  21 euro

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