Anche la delegazione italiana del Women20 si unisce all’appello dei movimenti delle donne contro la direttiva europea sulla violenza su cui è stato raggiunto l’accordo tra Consiglio e Parlamento.
In una conferenza stampa alla Camera per presentare le attività in vista del summit previsto dal W20 il prossimo autunno in Brasile (ma l’appuntamento più prossimo è a New York il 13 marzo con un parallel event promosso dal W20 Italia alla Commissione sullo status delle donne), Linda Laura Sabbadini, chair dell’engagement group del G20 italiano del 2021 sulla parità di genere; è stata netta nel suo appello all’Eurocamera: “Non votate la direttiva sulla violenza. Svuota la convenzione di Istanbul. Non prevede lo stupro, né le molestie sessuali sul lavoro come reati europei, non si esprime sulla questione della formazione dei magistrati, dei giudici, delle forze di polizia e non dà sufficientemente peso e spazio alla tipologia di servizi che servono alle donne per l’uscita dalle situazioni di violenza, soprattutto domestica”.
Sabbadini si è rivolta anche alla commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio, Martina Semenzato, che ha aperto l’incontro, e più in generale al Parlamento nazionale: “Cambiamo la nostra legge. Applichiamo la convenzione di Istanbul, c’è stupro se non c’è consenso, e il consenso deve essere esplicito”. Per l’esperta, già capo dipartimento all’Istat e pioniera italiana delle statistiche di genere, “la sorellanza è il punto chiave per raggiungere i nostri obiettivi a livello nazionale e internazionale”.
In collegamento Janaina Gama, co-head W20 Brasile, ha annunciato cinque temi e altrettanti gruppi di lavoro al centro della riunione d’autunno: imprese femminili, donne e Stem, economia della cura, violenza e giustizia. Al primo lavorerà Katia Petrini, capo della delegazione italiana, secondo cui “il W20 rappresenta un’opportunità imperdibile per promuovere politiche volte a ridurre il divario di genere nel mondo. È un’iniziativa globale che esercita pressione sui leader mondiali affinché i diritti delle donne siano garantiti a livello internazionale”. “Un’occasione per la società civile che mette insieme le diverse culture per affermare i diritti di tutte le donne”, aggiunge Elvira Marasco, fondatrice nel 2015 del W20.
La senatrice Valeria Valente, presidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio del Senato nella scorsa legislatura, ha sottolineato come il punto di vista femminile, in questa epoca di conflitti e di dibattito sui limiti dei modelli di sviluppo per come li abbiamo conosciuti sin qui, sia veramente prezioso. “Lo è a maggior ragione – ha aggiunto – su un tema come quello della violenza maschile contro le donne, su cui non possiamo permetterci passi indietro rispetto alla Convenzione di Istanbul. Speravamo che con la direttiva, strumento più vincolante perché chi non la applica finisce in procedura d’infrazione, avremmo potuto segnare un progresso importante nella stessa direzione e ridefinire lo stupro come reato europeo ancorato all’assenza di consenso. Così, invece, con l’equilibrio al ribasso che è stato raggiunto, rischiamo addirittura di negare un principio di buon senso”.
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