“Fomo” e dipendenza dai social: hai paura di perderti qualcosa?

Dopo aver guardato il feed di Instagram vi siete mai sentiti esclusi, o in ansia, rispetto a tutto quello che fanno gli altri? Avete mai messo in discussione le vostre scelte di vita rispetto ai successi di altre persone? Questa paura prende il nome di Fomo (Fear of missing out), ed è un fenomeno di ansia sociale generalizzata da tempo affrontato nella letteratura scientifica e recentemente associato alla dipendenza da internet. Non si tratta solo di una sensazione negativa che ci porta a bramare più interazione, ma è anche il principio di disturbi depressivi, autoesclusione e perdita di autostima.

Abbiamo chiesto il contributo di un esperto per parlaci della Fomo e del contesto terapeutico e per spiegarci le dinamiche della dipendenza da internet. Ci ha supportato Greta Riboli, psicologa-psicoterapeuta e docente presso l’indirizzo in Psicologia digitale della laurea magistrale in Psicologia clinica della Sigmund Freud University.

Dai social al cybersesso: dipendenza e isolamento sociale

Un italiano su 5 soffre di almeno un disturbo mentale (Headway – Mental Health Index 2.0), numeri che includono patologie spesso legate a una disfunzionale percezione della realtà in un mondo iperconnesso. Come si legge nel report Dipendenze da Internet (Istituto Superiore della Sanità, 2022), il Gaming Disorder (dipendenza da gioco online) è stato riconosciuto come meritevole di futuri studi anche dal DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali).

La comunità scientifica sta fortunatamente ponendo la sua attenzione su altri fenomeni come la dipendenza da eccessive informazioni o dai social network, e il cybersesso. L’isolamento dalla vita sociale e i suoi legami con le dipendenze da internet è attualmente oggetto di studio. Per esempio, essere dipendenti dallo scroll del feed su Instagram può diventare controproducente rispetto a come ci relazioniamo nel mondo reale.

Cosa succede al nostro cervello quando usiamo troppo i social?

Secondo un articolo pubblicato sul Medicine International nel 2017 (Impact of internet addiction on mental health: An integrative therapy is needed, A. Tripathi), l’uso eccessivo di Internet può provocare “molteplici alterazioni neuroanatomiche e neurochimiche […] e cambiamenti relativi ai circuiti dopaminergici di ricompensa”. Tra le conseguenze: istinti suicidi, insonnia e scarsa autostima.

“Gli studi di neuroimaging hanno dimostrato che l’Internet Addiction è associata a cambiamenti strutturali e funzionali nelle regioni cerebrali responsabili dell’attenzione esecutiva, nel processo decisionale, nell’elaborazione emotiva e nel controllo cognitivo. Quindi, la lucidità delle decisioni che prendiamo nel nostro quotidiano potrebbe essere influenzata dal tempo che spendiamo sui social media. Lo studio viene citato nel rapporto Fear of missing out (FoMO) and internet use: A comprehensive systematic review and meta-analysis curato in parte da Gabriele Caselli, vicedirettore del corso di laurea in Psicologia presso la Sigmund Freud University.

“Nonostante le società internazionali psicologiche e psichiatriche si stiano prendendo cura del fenomeno – afferma Greta Riboli – in terapia si può notare una normalizzazione della Digital Fomo da parte delle persone. È evidente una fatica ad interpretare alcuni dei propri malesseri come interconnessi al personale utilizzo degli strumenti digitali”.

Quanto influisce la Digital Fomo nei disturbi d’ansia?

La Fomo può contribuire alla difficoltà di conoscere ed accettare le proprie risorse e i propri limiti, e di portare avanti obiettivi di vita basati su un’autentica visione di sé e dei propri interessi. Tale difficoltà può condurre a uscire dai propri percorsi, o non riuscire ad identificarne alcuno, rimanendo facilmente abbagliati da “soluzioni più felici”, depauperando il significato personale che ognuno di noi può dare alla parola “felicità”.

Il sogno delle persone diventa quello di costruirsi un posto nel mondo simile a quello che quotidianamente vediamo sui social. Il divario che nella quotidianità può crearsi tra ciò che si vede nei social e ciò che si vive può generare o incrementare preoccupazioni, sensazioni di solitudine e un senso di insoddisfazione nei confronti della propria vita. Di conseguenza, siamo portati a prendere decisioni guidate da ciò che ci suggeriscono i nostri smartphone, piuttosto che basare le nostre scelte sulla riflessione personale.

Persone che utilizzano molto i social sono più propense a cominciare percorsi di terapia online? La Fomo è un tema che viene affrontano nel percorso terapeutico online?

In letteratura emerge un forte legame tra Internet Addiction e Fomo, sebbene i risultati appaiano contrastanti rispetto alla causalità tra i due elementi. Questo dato potrebbe portarci a riflettere su come alcune persone che soffrono di Fomo possano essere più propense a richiedere terapie online, vivendo lo spazio terapeutico online all’interno della propria area di comfort e poco distante dal continuo essere sul pezzo nel mondo digitale. Si può inoltre considerare che la ricerca di uno psicoterapeuta tramite web o social può portare più facilmente a risultati di professionisti/piattaforme di professionisti che ricevono telematicamente.

La psicoterapia online, così come quella in presenza, permette di affrontare le sofferenze associate alla Fomo, lavorando sulla consapevolezza delle difficoltà affrontate, sviluppando strategie di gestione della Fomo e portando la persona a trovare un equilibrio sano tra Fomo e Jomo (Joy of Missing Out, ossia il godersi le proprie attività senza soffrire del fatto che le persone vivano una vita migliore o apparentemente più soddisfacente della nostra). Questo equilibrio può portare le persone a sentirsi meno costrette al costante impegno social(-e), tollerando i momenti di solitudine, riscoprendo nuovi obiettivi, e abbracciando una socialità spontanea.

Quali sono le conseguenze più gravi della dipendenza da internet? 

La conseguenza più grave della dipendenza da internet può riguardare in primis la capacità di mettersi in relazione, a sé, agli altri e alle esperienze. L’isolamento sociale è dunque una delle conseguenze più invalidanti della dipendenza da internet, e anche quando non sfocia in un vero e proprio isolamento sociale, si possono rilevare difficoltà nel campo relazionale. I problemi relazionali portano la persona a trascurare i propri impegni e responsabilità e disincentivano la possibilità di generare ulteriori impegni, minacciando così il funzionamento sociale, lavorativo-scolastico, e ricreativo.

Le persone con dipendenza da internet riportano una più alta probabilità di sviluppare comportamenti rischiosi, salvaguardando meno la propria privacy e andando incontro a problemi finanziari (acquisti online, gioco d’azzardo, investimenti pericolosi). Conseguenze prettamente cliniche degli aspetti appena citati si riferiscono soprattutto a problemi fisici, disturbi del sonno con particolare attenzione ad un’alterazione del ciclo sonno-veglia, e sintomatologia ansioso-depressiva. Tali sintomi vengono mantenuti attivi dalle conseguenze stesse dalla dipendenza (isolamento sociale e difficoltà relazionali, sedentarismo, riduzione del tempo dedicato ad attività gratificanti off-line).

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