Mondiali di calcio, la parità passa anche da 2mila medaglie (italiane)

Il primo Mondiale di calcio maschile si disputò nel 1930, il primo femminile nel 1991, e vi parteciparono 12 Nazionali. Il Mondiale in Australia-Nuova Zelanda, che termina oggi con una finale tutta europea fra Spagna e Inghilterra, ha visto in campo 32 squadre, ed è stata la nona edizione della rassegna internazionale. Gli uomini per le 32 squadre hanno aspettato Francia 1998, sedicesima edizione.

L’exploit del calcio femminile

Le ragazze stanno bruciando le tappe perché c’è una sensibilità nuova e soprattutto perché la Fifa di Gianni Infantino, che governa il calcio mondiale, le ha messe al centro della scena. Tanto che i numeri australiani lo confermano: 2 milioni di ticket venduti (1,3 milioni nel 2019), audience tv a 2 miliardi di telespettatori, raddoppiata rispetto al Mondiale in Francia, oltre 570 milioni di dollari di entrate. Che la Fifa ci creda è dimostrato anche da un particolare, e se non proprio i calciatori si giudicano dai particolari, gli eventi calcistici forse sì. In questo caso, di sicuro.

I trofei italiani

Per Australia-Nuova Zelanda, la Fifa ha stanziato per coppa e medaglie lo stesso budget della competizione maschile: «Quando è arrivata la commessa ci siamo stupiti davvero», dice Valentina Losa, amministratrice unica della Gde Bertoni, azienda italiana leader a livello globale per la creazione di trofei sportivi. Dai laboratori di Paderno Dugnano esce, ad esempio, la coppa del mondo disegnata da Silvio Gazzaniga e immortala nel francobollo creato da Renato Guttuso per la vittoria dell’Italia di Zoff a Espana1982.

Da anni, la Gde realizza pure il trofeo per la squadra che vince il Mondiale femminile: il “Ricciolo”, che abbraccia il pallone, è in ottone dorato, e la palla è argentata ma per l’edizione 2023 ha lavorato ben oltre la coppa. La Fifa ora ha scelto di premiare – come avviene per gli uomini – tutte le ragazze campionesse del mondo, le vicecampionesse e le terze classificate con medaglie d’oro, argento e bronzo: «Soprattutto – ribadisce Valentina Losa – abbiamo percepito un atteggiamento diverso, un vero salto in avanti per il calcio femminile».

Si tratta di medaglie da 7 centimetri di diametro con coppa e logo dell’evento sulle due facce, tutte realizzate a mano. Dall’azienda di Paderno Dugnano, sono partite destinazione Australia quasi duemila medaglie, oltre alla coppa.

La coppa 2027

Adesso per i tecnici e gli artigiani della Gde – una quindicina in tutto – si apre una nuova sfida. La Fifa ha chiesto all’azienda di realizzare la coppa per l’edizione del 2027 in oro: «Siamo in una fase di studio – spiega Losa, che guida l’azienda fondata a inizio ‘900 dal bisnonno Emilio Bertoni –. Il trofeo femminile è diverso da quello maschile, non è nato per essere in oro soprattutto perché diventerebbe pesantissimo da sollevare. In laboratorio stiamo pensando a qualche materiale nobile adatto al design del trofeo. Oppure va in qualche modo alleggerito, per poi impreziosirlo con un materiale particolare».

Le mosse della Fifa

La Fifa ha chiesto, la Gde studia. In fondo sono anche questi passi verso una parità che sembra fantascienza se solo si leggono i dati impietosi di una ricerca inglese del 2022: nella Women’s Super League (il massimo campionato inglese femminile), lo stipendio medio annuo delle calciatrici era compreso fra 22 e 25mila sterline, nella “serie B” femminile scendeva a 4mila sterline all’anno. Il giocatore “medio” della Premier League guadagna più di 3 milioni di sterline ogni dodici mesi. E verrebbe da chiudere la partita senza neppure giocarla.

Ma la commessa delle medaglie per il Mondiale femminile in Australia-Nuova Zelanda dice che c’è chi crede alla parità. Ci crede la Fifa, l’ha dimostrato aumentando i premi destinati alle calciatrici (dai 30mila dollari per le atlete eliminate nella fase a gironi ai 270mila di chi alzerà la coppa), assegnando un contributo alle federazioni (dagli 1,56 milioni per le squadre uscite al primo turno fino ai 4,29 milioni per la Nazionale che vincerà) per un budget complessivo al Mondiale australiano di 152 milioni di dollari di premi (erano 50 a Francia 2019).

“Questa Coppa del Mondo ha generato oltre 570 milioni di dollari di entrate. Quindi, abbiamo chiuso in pareggio. Non abbiamo perso denaro e abbiamo generato il secondo più alto reddito di qualsiasi altro sport, oltre alla Coppa del Mondo maschile (FIFA) a livello globale. Più di mezzo miliardo. Non ci sono molte competizioni, anche nel calcio maschile, che generano più di mezzo miliardo” ha dichiarato Infantino. Il presidente della Fifa ha affermato poi che c’è ancora molto da fare e ha esortato i partner a dare il loro contributo: “Abbiamo bisogno di tutti. Abbiamo bisogno che le agenzie Onu, che ci sono state di grande aiuto in questo Mondiale, partecipino con noi. Abbiamo bisogno dei governi, abbiamo bisogno delle istituzioni, per creare spazi dedicati alle donne, allo sport femminile e al calcio in particolare, ovviamente. Abbiamo bisogno che i partner, gli sponsor paghino un prezzo equo. Abbiamo bisogno dei media”, ha detto Infantino, che ha chiesto alle emittenti “di pagare un prezzo equo per il calcio femminile, non solo per la Coppa del Mondo (Fifa femminile), ma per il calcio femminile in generale, in tutti i paesi, tutti i campionati, in tutte le competizioni”.

E non è mancata una stoccata all’Italia nel discorso del presidente della Fifa: “Perché non può essere possibile che ci siano stati, non so se è vero, dei problemi che ci fossero, che so, 39 giornalisti italiani di stampa scritta in Qatar dove l’Italia non si è qualificata e zero in Nuova Zelanda e Australia dove l’Italia si è qualificata!”

Non si tratta di parità di diritti cercata solo come una scelta di immagine ma la Fifa sa bene che il calcio femminile sta mettendo in moto diritti tv propri, sponsorizzazioni proprie, e il business non può che lievitare (la coppa in Oceania ha generato entrate per oltre 570 milioni di dollari), insieme alla diffusione di gare, a nuove manifestazioni e al coinvolgimento dei tifosi. Appuntamento al Mondiale 2027 (la sede sarà scelta a maggio 2024) per una coppa tutta d’oro e una parità meno lontana.

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