La diseguaglianza di genere nel mondo è rimasta stagnante negli ultimi dieci anni. Non c’è stato nessun miglioramento, secondo il 2023
Gender social norms index dell’Undp, il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo: i pregiudizi continuano a schiacciare le donne e rendono sempre più improbabile che entro il 2030 vengano raggiunti gli obiettivi sulla parità di genere che l’Onu si era posta.
Ben nove uomini o donne su dieci nutrono dei pregiudizi contro le donne. Niente sono riusciti a cambiare movimenti come #metoo o Time’s up. I pregiudizi contro lo donne si trovano sia nei Paesi con Indice di sviluppo umano basso, sia in quelli con un’indice alto, sono presenti indipendentemente dalla regione geografica, dalla ricchezza della popolazione, dal livello di sviluppo e della cultura: sono un problema mondiale.
Metà delle persone crede che gli uomini siano politici migliori
In particolare, ancora oggi, metà della popolazione terrestre crede che gli uomini siano politici migliori delle donne e oltre il 40% pensa che gli uomini siano migliori leader aziendali delle donne. Secondo il rapporto, che riflette gli ultimi dati del Global Values Survey, il 25% delle persone pensa che sia giustificato per un uomo picchiare sua moglie.
Secondo l’organizzazione Onu i pregiudizi nei confronti delle donne favoriscono inoltre lo smantellamento dei loro diritti in molte parti del mondo, e, in alcuni Paesi, un aumento delle violazioni dei diritti umani.
La sottorappresentazione delle donne negli organi decisionali
Il pregiudizio, ovviamente, si riflette anche in una grave sottorappresentazione delle donne negli organi decisionali. In media, la percentuale di donne capi di Stato e di governo è rimasta intorno al 10% dal 1995 e le donne occupano meno di un terzo delle posizioni dirigenziali nel mercato del lavoro. Il rapporto evidenzia anche la disconnessione tra i progressi delle donne nell’istruzione e l’emancipazione economica.
Anche dove le donne sono più qualificate degli uomini il pregiudizio resiste
Le donne sono più qualificate e istruite che mai, ma anche nei 59 Paesi in cui le donne sono più istruite degli uomini, il divario di reddito medio di genere rimane del 39% a favore degli uomini. Il rapporto sottolinea, dunque, che i governi hanno un ruolo cruciale da svolgere nel cambiamento delle norme sociali relative al genere, dall’adozione di politiche di congedo parentale, alle riforme del mercato del lavoro e raccomanda quindi l’adozione di norme che riconoscano i diritti delle donne in tutte le sfere della vita e attraverso una maggiore rappresentanza nei processi decisionali e politici.
Infine, insiste sull’importanza dell’educazione per poter cambiare le opinioni delle persone sulle donne.
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