Come imparare a fallire per poter riuscire

Note book and light bulb on wood table

Avete presente il battito del cuore? I picchi rilevati quando facciamo un elettrocardiogramma – quelle piccole montagnole che virano verso l’alto o precipitano verso il basso – sono la dimostrazione che siamo vivi. Si chiama “rivoluzione cardiaca” e ha a che fare, molto più di ciò che possiamo immaginare, con l’idea che abbiamo del fallimento. Sì perché, di base, siamo portati a valutare il fallimento come qualcosa di negativo, di spaventoso, da tenere lontano il più possibile. Eppure, è spesso funzionale al raggiungimento del successo. Proprio come i “down” del nostro ritmo cardiaco sono funzionali agli “up”.

In Italia non si è ancora sviluppata una cultura del fallimento e questo limita enormemente le nostre possibilità di apprendimento, di crescita e di evoluzione. Nella cultura anglosassone e nord -americana, invece, il fallimento fa parte del gioco.

La storia di Francesca Corrado

«Ho perso mio padre per una malattia irreversibile: l’Alzheimer. La perdita è arrivata in un periodo in cui avevo già perso molte cose: il mio lavoro, il mio compagno, la mia start-up. Ho iniziato a odiare me stessa e il resto del mondo. Mi sono sentita una fallita, un’incapace, un’incompetente. Eppure, ero una docente di Teorie Economiche, avevo fatto un MBA all’Università Bocconi, un dottorato di ricerca a Parigi e negli Stati Uniti, avevo creato una mia azienda. Ma, per la prima volta, mi sentivo priva di risorse e di soluzioni» racconta Francesca Corrado, economista ed ex sportiva.

Con un passato da pallavolista in serie C, Francesca sapeva bene cosa significasse avere a che fare con la sconfitta, ma era abituata a riportarla solo in campo e a non trasporla nel resto della sua vita. Fino a che gli argini non sono caduti. E dopo il rifiuto iniziale, qualcosa è cambiato. «Nel momento più buio per me, si è accesa una scintilla e da quella scintilla è nata La scuola del fallimento: un progetto con cui mi sono promessa di diffondere una sana cultura dell’errore e di aiutare le persone a confrontarsi con gli ostacoli, trovando nuova forza proprio nelle vulnerabilità».

La scuola del fallimento

La Scuola, con sede a Modena, è oggi un punto di riferimento nazionale per imparare a fronteggiare il fallimento con un metodo definito “il ciclo dell’errore”. Si parte dalla percezione, dunque dalla visione soggettiva e oggettiva che abbiamo dell’errore e del fallimento, si passa all’analisi approfondita di ciò che è accaduto, sulla base di bias cognitivi e schemi mentali, si arriva a una fase di consapevolezza, a seguire si impara a sorridere dei propri errori e, infine, si ritrova la fiducia per riprendere il viaggio.

«Sempre più spesso mi confronto con giovani completamente sfiduciati rispetto al futuro: sono precari, sono disoccupati, non studiano e non lavorano. Il ciclo dell’errore è un modo efficace per riportare le cose in prospettiva e per adottare un atteggiamento diverso rispetto al futuro. Mi spiego meglio: spesso il fallimento accade perché si persevera poco, la maggior parte delle persone resta legata al passato, all’io, al noi. In realtà, dovremmo farci molte più domande, metterci in discussione: come affrontiamo le cadute? Quando è giusto mollare e quando invece devo andare avanti? In quali casi devo cambiare strategia? Sono cose che non siamo portati a fare perché temiamo il giudizio altrui, perché abbiamo poca autostima o perché siamo schiacciati dall’incertezza» riflette Corrado.

Avere più di un piano B

La chiave è, invece, essere flessibili e aperti, munirsi di piani A, B e Z. Ovvero: essere pronti a lottare per il proprio piano A, dunque realizzarsi nel lavoro dei propri sogni, ma al tempo stesso essere capaci di adattarsi alle condizioni (piano B) e mettere in conto che a volte bisogna completamente cambiare strada e reinventarsi (piano Z).

«Il successo non dipende solo da noi, è frutto di più fattori: il contesto in cui cresciamo è determinante, e in alcuni casi gioca un ruolo anche la fortuna. In definitiva – conclude Corrado – ricordiamoci che sbagliare fa bene ed è proprio attraverso il fallimento che possiamo intraprendere strade che non avremmo mai immaginato di percorrere».

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.

Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com