Risparmio, identikit delle donne che investono in Borsa e nelle start up

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Le donne che investono sono sempre di più. In Europa stanno gradualmente rivendicando una fetta sempre più grande del mercato della gestione patrimoniale. Secondo McKinsey possono puntare ad avvicinarsi alla parità già entro gli anni ‘30 di questo secolo. Anche se non sembrano ancora diventate un target per le società specializzate in prodotti e soluzioni specifiche per gli investimenti, la crescita nel 2021 è stata importante e la tendenza sembra al rialzo anche già nei primi mesi del 2022.

Scalable Capital, piattaforma di investimento digitale fondata nel 2014 che opera in Germania, Austria, Regno Unito, Francia, Spagna e Italia, ha recentemente pubblicato una ricerca sui suoi clienti che sembra confermare i trend di crescita già percepiti a livello mondiale. Tra gli investitori della piattaforma la percentuale di donne è salita fortemente in particolare proprio dal 2020. Al lancio del Scalable Broker quell’anno, rappresentavano il 7% degli investitori. Oggi è arrivata a quasi un quarto del totale (il 24% per la precisione). Lo studio evidenzia poi che, se in generale la maggior parte dei i clienti preferisce gli ETF come classe di investimenti (il 66% punta sui fondi negoziati in Borsa), sono le donne a sceglierli molto più frequentemente degli uomini (rispettivamente 75% e 63%). Sempre le donne, optando per ETF scelgono poi investimenti sostenibili (il 30% più).

Commenta in proposito Alessandro Saldutti, country manager Italia di Scalable Capital “In particolare, tendono a detenere più ETF e a scegliere più spesso l’opzione ESG quando devono valutare una strategia di investimento”. Secondo Saldutti, poi, “l’investimento è un fattore fondamentale per le donne, che spesso si trovano ad affrontare maggiori rischi per il loro benessere finanziario, ad esempio il divario retributivo. Prima si inizia a investire, anche se si tratta di una piccola somma, più si aumenta la propria capacità di essere finanziariamente indipendenti in futuro. Grazie ad una sempre maggiore democratizzazione degli investimenti, vediamo come le sottoscrizioni da parte delle donne sono triplicate; questo trend è confermato anche dalle nostre ricerche: […] ci aspettiamo di vedere la stessa tendenza anche in Italia”.

In Italia? Le opinioni di chi investe

Facilità degli strumenti, maggiore cultura, più alta attenzione alle alternative per assicurarsi migliori prospettive future: qualsiasi siano le ragioni scatenanti, i numeri di chi si affaccia al settore vengono definiti “impressionanti”. Donne e giovani in generale sono coinvolti come mai prima. Al punto che del trend si accorgono anche chi di investimenti si interessa da tempo.

Lo nota, per esempio, Francesca Fiore, membro del comitato direttivo del Club degli Investitori, NED, business angel e advisor, sottolineando l’aumento dell’attenzione già all’interno del gruppo di cui fa parte. “Vedo maggiore sensibilità, anche già per il boom di ingresso di donne (nel Club). Prima credo eravamo sotto il 10%. Solo nei primi sei mesi del 2022, tra i nuovi membri – anche questo un numero in crescita – le donne sono il 14%. Segni di questa maggiore sensibilità credo siano l’aumento nei numeri di iscritti e l’aumento delle donne nel comitato direttivo – già col mio ingresso siamo aumentate, e tendiamo a essere molto attive”. I passi successivi dovrebbero essere diversificati, già anche per età. Per coinvolgere più investitrici “sulla fascia 40-50 sono necessarie azioni mirate ed evangelizzazione. Le ragazze più giovani invece hanno la mentalità più aperta, grazie all’università” per esempio. “A loro più che la testa, mancano i soldi”.

Se i dati mondiali indicano trend di donne che investono in crescita in questi ultimi anni, la situazione non è allo stesso livello di evoluzione ovunque. Paola Bonomo, vice presidente di Italian Angels for Growth, community di business angels fondata nel 2007, ha una visione chiara della situazione e delle prospettive da qui in avanti. “Il mondo della finanza nel suo complesso è ancora molto maschile. Allo stesso modo, anche quando ha preso quota l’angel investing i protagonisti sono stati quasi tutti uomini. Questo era a mio parere un problema sia perché le donne che hanno asset da investire non ‘scoprivano’ l’asset class degli investimenti early stage, restandone – non per cattiva volontà, ma nei fatti – escluse. Sia perché i team di imprenditrici donne erano comprensibilmente restii a fare un pitch di fronte a una platea di investitori in cui quasi tutti erano uomini. A fine 2018 questo secondo tema l’abbiamo affrontato con la fondazione di Angels4Women, un forum dove i team imprenditoriali con una forte presenza femminile si trovano davanti un pubblico in maggioranza di investitrici, e comunque di persone che specificamente desiderano sostenere questo tipo di aziende”.

Stiamo certo parlando di numeri ancora molto bassi in un settore già di nicchia, contando che in generale – non solo in Italia in questo caso – le donne hanno sempre avuto meno disponibilità economica. Ma qualcosa sta cambiando sia nella cultura delle giovani che dentro (e grazie) a gruppi come Angels for Growth e Club degli Investitori.

Secondo Fiore c’è una componente generazionale da tenere presente, anche già nella scelta delle carriere. Si è passati dal preferire percorsi più sicuri, intrapresi delle generazioni degli attuali 40-50enni, a un’attenzione spiccata per le potenzialità del mercato contemporaneo in continua evoluzione a cui guardano le più giovani. “Le 30enni – ovviamente parlo di soggetti privilegiati, educati (alla finanza) – dopo l’università hanno valutato se entrare o meno in una startup. Quando internet stava esplodendo, questa non era affatto una scelta comune. Adesso, anche di fronte al desiderio di volere una vita diversa, non più di lavoro e basta, rappresenta un’opzione valida. I ragazzi/le ragazze che l’hanno valutata e in una startup, per esempio, hanno lavorato, capiscono che vale la pena anche investirci”.

Maggiore sensibilità sui temi di genere

Date per assodate maggiori sensibilità e cultura delle dirette interessate, il tema della parità deve continuare però a essere coltivato. Come fare?

Paola Bonomo, offre l’esempio di quello che Italian Angels for Growth sta facendo: “L’associazione di cui faccio parte da molti anni, ha deciso di affrontare esplicitamente la poca familiarità delle potenziali investitrici con il mondo dell’angel investing in generale, partendo dalla governance. Abbiamo cominciato eleggendo un Consiglio direttivo con 4 donne su 9 consiglieri. Allo stesso tempo ci siamo impegnati in uno specifico sforzo di outreach per rafforzare la diversità dell’associazione. Abbiamo collaborato in questo con organizzazioni di donne che hanno un elevato potenziale di competenze da apportare all’attività dell’angel investing, come le Alumnae di In the Boardroom; abbiamo messo in gioco i nostri network personali e abbiamo dedicato uno sforzo particolare alle attività formative per i nuovi soci. La campagna ha avuto un certo successo, dato che oltre il 15% dei soci di Italian Angels sono oggi donne, contro il 5% di pochi anni fa. Occorre perseverare, ma sicuramente nelle nostre attività si respira un’aria nuova“.

Entrambe confermano la percezione del trend dei numeri delle investitrici in crescita. “Siamo consapevoli – continua Bonomo – che nel venture capital italiano le professioniste sono una percentuale molto piccola. Io ho molta fiducia nelle giovani professioniste di oggi, anche perché hanno per fortuna davanti delle role model che sono ottimi esempi della grinta e determinazione che ci vuole in questo mestiere. Ci sono anche italiane nel mondo che si stanno facendo valere; un esempio è Carlotta Siniscalco a San Francisco”.

Da impressioni simili Francesca Fiore: “I numeri di aumento già nel 2021 sono importanti. Ovvio che se guardiamo quanto pesa questo su tutta la base, noi al Club degli Investitori, per esempio, siamo ancora sull’ordine del 10%. Ma io guardo ai trend e amo essere positiva. Siamo arrivati al double digit, e vediamo che la tendenza è per una crescita ulteriore”.

Per quanto il segnale possa sembrare acerbo, la velocità alla quale si sta consolidando, proprio grazie alle tante nuove generazioni più aperte e preparate, alla cultura che si sta diffondendo, forse non ci vorrà troppo perché si inneschi un effetto moltiplicatore a cascata. Sia dentro che fuori i network più consolidati.

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