2 giugno: da Lina Merlin a Samantha Cristoforetti le prime volte delle donne

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Il 2 giugno non è soltanto una giornata per ricordare e celebrare la nascita della nostra Repubblica. Rappresenta un momento storicamente fondante anche per le donne, dato che il referendum del 2 giugno 1946 è stato il primo a suffragio universale nel nostro Paese, ovvero il primo voto istituzionale a cui le donne hanno avuto accesso. Da quella prima volta, per le donne sono seguite molte altre prime volte, e continuano tutt’oggi. 

Solo la scorsa settimana è stato annunciato che Samantha Cristoforetti sarà la prima donna italiana (ed europea) comandante della Stazione Spaziale Internazionale, mentre poco tempo prima Elisabetta Belloni è stata nominata direttrice generale del dipartimento delle informazioni per la sicurezza, divenendo la prima donna al vertice dell’intelligence.

Via via che si conquistano tappe, si scende sempre più nel dettaglio e nel particolare: se è vero ad esempio che la prima rettrice universitaria in Italia è stata eletta nel 1992, Maria Tedeschini Lalli all’università di Roma Tre, è altresì vero che solo 7 rettori su 84 sono donne e ci sono ancora molte università che non si sono concesse la possibilità di questa pietra miliare. Dunque ogni prima volta fa ancora notizia, ed è giusto celebrarle, sottolinearle, ma anche ampliare lo sguardo storico osservando come ognuna affondi sempre più verticalmente nei settori specifici, a dimostrazione di una conquista capillare dei territori professionali da parte delle donne.

In questa giornata di celebrazione storica, possiamo allora sollevare lo sguardo a osservare delle prime volte straordinarie, per l’impatto sociale che hanno avuto, raccontate dalla serie di documentari “La Prima Donna che”, una rassegna in pillole dedicata alle grandi donne pioniere in vari campi, realizzata con il patrocinio del ministero per le pari opportunità e la famiglia e in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità della Rai. Il progetto ricostruisce, grazie al contributo di Rai Teche e al patrimonio di immagini degli archivi storici dell’azienda, ritratti di donne che spaziano dalla politica all’arte, dall’imprenditoria all’editoria, ma anche televisione, scienza, giornalismo, Formula 1, aeronautica. Prodotto da Rai Documentari, il progetto ha visto al lavoro un team tutto al femminile: con la supervisione editoriale della vice direttrice di Rai Documentari Karina Laterza e la regia di Alessandra di Michele Bragadin, sono state coinvolte Elena Capparelli per RaiPlay, Simona Sala per Rai Radio 1 e Paola Sciommeri per  Rai Teche.

Racconta Karina Laterza ad Alley Oop: “Quando si parla di donne c’è spesso l’idea di dire le stesse cose. Dopo una lunga stagione in cui abbiamo focalizzato l’attenzione sulla difesa delle donne, abbiamo ritenuto importante ricordare a tutti quello che sono capaci di fare, per questo abbiamo raccontato storie di pioniere, role model, che offrono soprattutto alle donne stesse un ampio ventaglio di modelli”. A partire dal 24 maggio, ogni giorno dal lunedì al venerdì, per sei settimane sta andando in onda su Rai Uno un video racconto, che ripercorre in poco più di due minuti la storia di una delle protagoniste, lanciata con il claim “cura omeopatica contro gli stereotipi femminili”.

la-prima-donna-cheOgni storia è accompagnata dalla voce narrante di una testimonial inaspettatamente emozionante: trenta ragazze tra studentesse, insegnanti, attrici, scrittrici, scelte per rappresentare la figura femminile del nostro tempo, in un grande racconto corale. Le ragazze si presentano alla fine, raccontano il proprio percorso, i propri sogni e ciò che per loro rappresenta la donna di cui hanno appena ricapitolato le gesta. “L’idea” continua Laterza “era di non appiattire le storie in un passato lontano, ma di dare a ogni pillola una sua identità, aggiungere personalità e profondità, realizzando anche un punto di incontro tra questi personaggi storici e le giovani generazioni”. Una scelta che rende ancora più riuscita l’idea di fondo dietro a queste pillole, quella della velocità del racconto, della pennellata emotiva che arricchisce il documento, più che della lezione istituzionale.

Per il 2 giugno non si poteva che scegliere il ritratto di una delle madri costituenti, una politica che si è spesa per i diritti delle donne a partire dalla sensibilizzazione per il voto fino all’emanazione di una legge che porta il suo nome e che nel disciplinare la prostituzione mirava a restituire dignità al corpo della donna. Parliamo ovviamente di Lina Merlin, a cui sarà dedicata la messa in onda odierna, alle 16.40, recuperabile poi in una pagina dedicata sul sito RaiPlayLa donna oggi ha raggiunto una massa critica come genere” conclude Laterza, “anche grazie all’avanzamento tecnologico, ha la possibilità di acquisire e spendere competenze, si aprono tutte le porte un po’ per volta. Vediamo prime donne continuamente. Auguriamoci che presto non ci siano più prime donne da celebrare, ovvero che le donne abbiano fatto tutto almeno una volta. Dopodichè si auspica che a queste prime volte seguano altre opportunità”. È l’augurio che ci facciamo per questa festa delle Repubblica.