Trapianti, nel 2020 è crollato del 60% il numero di donatori di midollo osseo

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L’ha chiamato Hans per convenienza e perché ci viene facile, visto che con i nomi tedeschi non c’è così tanta dimestichezza. Diletta non sa nulla di Hans. Se lo immagina come un ragazzone corpulento, forse biondo, ma sa che dal giorno del trapianto – quel 1° giugno in cui è iniziata la sua seconda vita come lei stessa racconta su Instagram – è accanto a lei sempre.

Di Hans non sappiamo nulla, se non l’unica cosa essenziale e cioè che aveva un midollo osseo al 100% compatibile con quello di Diletta, ventitré anni, di Firenze, studentessa di musicologia. Di Hans sappiamo che è una persona sana e che è riuscita a mantenere la parola, presentandosi in ospedale per donare il midollo che serviva a Diletta per tornare a vivere, nonostante il mondo intero vivesse la paura del Covid-19.

Il 27 dicembre scorso a Diletta è stata diagnosticata una leucemia linfoblastica acuta. Da quel giorno è iniziato un percorso difficile e doloroso per lei, la sua famiglia e i suoi affetti, fatto di alti e bassi, di impennate di speranza e di precipizi di sconforto. Quel giorno disse a sua mamma e al medico che lei aveva troppe cose da fare, che non poteva starsene lì a piangere e a chiedersi perché, e ha cominciato ad affrontare con coraggio il suo viaggio. Come se tutto ciò non bastasse, tra le innumerevoli preoccupazioni che si affollavano una dopo l’altra, l’arrivo della pandemia è stata un’ulteriore tegola che si è abbattuta sulla sua famiglia e su tutte quelle che erano e sono in attesa di un trapianto.

La pandemia ha reso più difficile la vita ai malati e alle loro famiglie, centuplicando le complicazioni che hanno vissuto la maggioranza delle persone. Inoltre, le restrizioni, l’annullamento di eventi e manifestazioni hanno reso quasi impossibile portare avanti le campagne di sensibilizzazione per diffondere la cultura della donazione. Ricordiamo che solo una persona su 100mila è compatibile con chi aspetta un trapianto di midollo osseo che arriva a salvargli la vita. La paura del Covid-19 ha fatto il resto.

Il 2020, infatti, fa sapere Admo – Associazione Donatori Midollo Osseo, associazione che proprio quest’anno ha festeggiato i 30 anni dalla sua fondazione – ha registrato un calo drastico del 60% di iscritti al registro italiano donatori midollo osseo (Ibmdr), un’emergenza mai registrata negli ultimi 20 anni. Se nel 2019 i nuovi potenziali donatori tipizzati sono stati 26.493, nel 2020 il numero è sceso a quota 14.153.

«La pandemia ha determinato un calo di circa il 60% del numero di nuovi donatori iscritti al Registro Ibmdr. La contrazione a cui stiamo assistendo non è sostenibile a lungo termine; da giugno registriamo un saldo negativo tra il numero dei nuovi iscritti e i donatori che escono dal Registro perché hanno raggiunto il 55° anno di vita. Se il trend negativo dovesse proseguire, nel 2020 avremo più donatori dimessi dal Registro che nuovi reclutati, una situazione mai registrata negli ultimi 20 anni» come afferma in una nota il Centro nazionale trapianti.

Il 9 novembre scorso, a supporto dell’esercito dei donatori e dei centri trapianti, è arrivata la nota del ministero della Salute Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria che parla di necessità primaria di garantire e mantenere nel periodo emergenziale in atto il percorso donazione-trapianto quale terapia salvavita e Livello essenziale di assistenza. Per essere donatori occorre avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, pesare almeno 50kg e godere di buona salute (clicca qui per sapere come si dona). Si rimane inseriti nel Registro nazionale del midollo osseo fino a 55 anni.

L’emergenza Covid19 che ha coinvolto tutti noi ha ridotto drasticamente il numero dei tipizzati reperibili per eventuali donazioni di midollo osseo a favore di pazienti malati in attesa di una compatibilità con un potenziale donatore”, spiega la presidente di Admo Rita Malavolta. “Il video di Diletta è molto toccante e sappiamo che ha avuto un grande riscontro nell’opera di sensibilizzazione che purtroppo oggi non riusciamo più a fare come prima, a causa delle restrizioni per la pandemia, soprattutto nelle scuole. Da ottobre siamo riusciti a ripartire attraverso la Dad a parlare agli studenti e alle studentesse, per fortuna». E basta poco, in realtà, per suscitare interesse. Spiegare e rendere accessibili queste informazioni serve a dissipare dubbi e preoccupazioni. Molti, ad esempio, confondono il midollo osseo con il midollo spinale, tanto per dirne una, tra le più comuni.

Admo però non si è fermata. Da alcune settimane, infatti, è partito in quattro regioni italiane, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte – per poi estendersi in tutta Italia – “Match at home”, un’iniziativa che prevede un kit da inviare a casa per  reclutare i potenziali donatori di midollo osseo, con l’auto prelievo di un campione salivare, in piena sicurezza. Il potenziale donatore potrà effettuare tutta la procedura d’iscrizione presso la propria abitazione utilizzando la piattaforma di iscrizione associativa Admo, collegata direttamente all’Ibmdr (Italian Bone Marrow Donor Registry), ricevendo il kit salivare tramite posta, effettuando il prelievo assistito da un sanitario associativo tramite videochiamata e consegnando il campione nel punto raccolta più vicino convenzionato con Admo.

«In Italia ogni anno circa 2000 persone sono in attesa di trapianto di midollo osseo – conclude Malavoltae soprattutto sono in aumento bambini e adolescenti. Nonostante il blocco dei voli durante il primo lockdown e le difficoltà di logistica, i trapianti non hanno subito alcun rallentamento né ostacolo e tutto si è svolto nel miglior modo possibile». Anche grazie a tutti gli Hans d’Italia e del mondo che non hanno fermato la solidarietà.