Cinema Trans: torna il Festival Divergenti a novembre

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Alla decima edizione, torna il Festival Internazionale del Cinema Trans, dopo due anni di pausa. Dal 26 al 28 novembre, a Bologna, non solo cinema, ma anche incontri e convegni, negli spazi della Cineteca, salvo diverse disposizioni legate all’emergenza COVID-19, che potrebbero vedere lo spostamento delle proiezioni su una piattaforma di streaming online.

Divergenti, questo il nome del Festival, quest’anno avrà come tema le “migrazioni trans”, ovvero quegli spostamento alla ricerca di luoghi meno ostili, non solo rispetto a fame e guerre, ma anche e soprattutto ai pregiudizi transfobici. Dal tema specifico ai percorsi attraverso gli archivi di storia Trans, il Festival si propone di promuovere la conoscenza della questione transessuale/transgender nelle sue diverse declinazioni, diventando spazio per la costruzione di  una narrazione comune in un momento in cui non solo si combattono gli stereotipi sempreverdi esterni al movimento, ma si osserva anche la crescita di un nuovo vocabolario, sempre più ricco e variegato, soprattutto tra le fasce più giovani, che grazie anche alla comunità social possiedono una nuova consapevolezza e desiderio di attivismo.

trans3I giovani sono molto esigenti” spiega Porpora Marcasciano, direttrice artistica del Festival con Nicole De Leo e Presidente del M.I.T. – Movimento Identità Trans, proseguendo poi: “La narrazione della cultura trans è cambiata e si è trasformata, nei dodici anni da cui è nato il Festival. È subentrata l’era social, il vocabolario si è arricchito, quando diciamo trans usiamo una parola più neutra e inclusiva possibile e comprendiamo diverse categorie, sfumature, varianze. La sfida del festival è riuscire a narrare questa complessità raccogliendo tutti gli spunti che arrivano dal mondo e dalla società, stimolando la discussione e il dialogo”.

Mondo e società rappresentano i due perni attorno a cui si sviluppa poi il tema del Festival: le migrazioni. All’interno del Mit negli ultimi due anni è nato un servizio dedicato ai richiedenti asilo trans, uno sportello di aiuto, che si occupa di segretariato sociale, assistenza, servizio di counseling, sostegno e consulenza durante il percorso di richiesta di protezione internazionale. Ma il tema delle migrazioni affrontato dal Festival è da intendersi in senso lato, non solo come spostamenti da un contesto geografico all’altro, anche attraverso contesti sociali e culturali. Come spiega Marcasciano ad Alley Oop: “La migrazione è associata alla ricerca di una terra più accogliente e inclusiva. È un tema che ci è sempre appartenuto perchè i trans sono sempre scappati da luoghi fisici e culturali di pregiudizio. Per noi è importante riportare le voci delle persone che vivono su di sè l’esperienza della migrazione, e il Festival affronterà il tema non tanto per dare soluzioni, quanto proposte, letture, alternative”.

trans2La grande novità del Festival di quest’anno, è l’introduzione di un concorso aperto a tutti dedicato ai Vlog, video blog, essenzialmente racconti, costituiti da filmati video. “L’idea è nata un po’ per caso” continua Porpora Marcasciano, aggiungendo: “Tempo fa ho incontrato un diciottenne che mi mostrò un filmato realizzato da lui sulla sua transizione female to male. Ho scoperto che si trattava di una pratica diffusa tra i giovani, che aiuta a sentirsi meno soli, parte di una comunità. Ho pensato che fosse importante inserire nel Festival uno spazio da dedicarvi, perchè si tratta di fatto di un riappropriamento della narrazione dall’interno. Spesso sono altri a parlare per i trans: esperti, scienziati, medici, psicologi. Questa pratica di autonarrazione contribuisce a ridare la parola laddove è stata tolta”. Il termine massimo per l’invio dei vlog al concorso è il 23 ottobre e sulla pagina del Festival è reperibile il regolamento completo del concorso.

Negli ultimi anni e negli ultimi mesi più che mai, complice il lockdown e la diffusione delle piattaforme di audiovisivi online, il cinema e le serie tv stanno contribuendo a smuovere l’immaginario collettivo, proponendo narrative nuove, talvolta inedite, e destrutturando i ruoli e le storie su cui si regge un sistema sempre più debole. Proprio la varietà di storie e di racconti ci concede di aprire finestre sulla complessità della realtà in cui siamo immersi. Anche perchè non è sufficiente essere d’accordo nel volere una società più inclusiva: occorre affondare lo sguardo nell’altro da noi, raccogliere il suo vissuto, i suoi problemi, la sua memoria. Ecco perchè un Festival di Cinema Trans ci riguarda tutti, soprattutto se apre lo sguardo sulla condizione trans internazionale. Per dialogare davvero è necessario conoscere le storie gli uni degli altri.