Bambini, sempre più davanti agli schermi ma quanto peggiora la loro vista?

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Lo vediamo ovunque. A casa o magari durante un’attesa un po’ più lunga, nei tempi morti. I nostri bambini sono sempre più spesso davanti allo schermo di un dispositivo, sia per gioco nel tempo libero sia per la didattica a distanza, come è stato nei mesi scorsi. Ma quali sono gli effetti sulla loro vista?

Nei giorni scorsi è stato pubblicato uno studio internazionale su “American Journal of Ophthalmology”, riportato in sintesi sul sito dello IAPB Onlus  – l’Agenzia Internazionale Per La Prevenzione Della Cecità-IAPB ITALIA ONLUS – che ha esaminato il possibile impatto dell’utilizzo dei dispositivi digitali sulla miopia nei bambini in età scolare. «La ricerca sul SARS-CoV-2 – si legge nel testo – si è concentrata principalmente sulle caratteristiche cliniche del nuovo coronavirus, ma poco si conosce dell’impatto sulla miopia correlato all’aumento dell’uso delle tecnologie digitali, imposto dalle misure di lockdown istituite in molte città del mondo. Da questi presupposti è nato lo studio internazionale guidato dall’Eye Research Institute di Singapore che ha effettuato una ricognizione della letteratura scientifica».

Potrebbe quindi sembrare intuitivo collegare l’uso delle tecnologie ad un incremento del rischio di insorgenza e progressione della miopia nei bambini, ma secondo questo studio internazionale, le prove scientifiche di questo rapporto appaiono ancora insufficienti.

01«Nell’analisi di una revisione sistematica – prosegue la nota riportata sul sito – che ha incluso 15 studi, per un totale di 49.789 bambini di età compresa tra 3 e 19 anni, i ricercatori hanno scoperto che il tempo trascorso davanti allo schermo non era associato alla miopia. Un’altra revisione sistematica, che ha incluso 12 studi di coorte, 15 studi trasversali e analizzato 25.025 bambini di età compresa tra 6 e 18 anni, ha collegato lo sviluppo della miopia al lavoro al computer; eppure, ha evidenziato che questa incidenza era maggiormente correlata alla lettura che all’utilizzo di televisione o videogiochi. È stato invece dimostrato che l’aumento delle attività all’aperto può proteggere i bambini dall’insorgenza della miopia. Lo spiega, ad esempio, l’implementazione di un programma pubblico di prevenzione della miopia a Taiwan, all’interno del quale le scuole sono state incoraggiate a portare gli studenti all’aperto per circa 2 ore al giorno. Grazie a questo intervento è stato possibile invertire la tendenza di riduzione dell’acuità visiva nei bambini in età scolare».

«È indubbio che la tecnologia digitale sia stata immensamente utile nell’attenuare l’interruzione dell’istruzione scolastica – si legge nelle conclusioni – ma è fondamentale essere consapevoli dell’impatto che la tecnologia può avere, anche sul sistema visivo. È infatti importante, per la salute degli occhi, aumentare nel lungo periodo la consapevolezza sugli effetti dell’utilizzo prolungato dei dispositivi, considerare i benefici per la salute delle attività all’aperto e di uno stile di vita attivo, limitare il tempo ricreativo davanti allo schermo e garantire che il tempo trascorso sui dispositivi digitali sia massimizzato per l’apprendimento».

Prendersi cura della propria vista è importante, dunque, ad ogni età. Oggi Giovedì 8 ottobre 2020 è la Giornata Mondiale della Vista (cade ogni anno il secondo giovedì di ottobre), iniziativa promossa dall’OMS e dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità – IAPB Italia onlus, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di lavorare in maniera più approfondita e su vasta scala sulla prevenzione delle malattie della vista.

I problemi legati alla vista, secondo l’OMS, riguardano circa 2,2 miliardi di persone. Si tratta di malattie che possono essere prevenute nella maggior parte dei casi e la cui incidenza è destinata ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione. Una vera e propria piaga che colpisce prevalentemente i paesi più poveri del mondo come è possibile notare dall’atlante OMS e che l’emergenza Covid-19 potrebbe compromettere ulteriormente poiché tutti gli sforzi sono evidentemente concentrati sulla pandemia e sulla riduzione dei contagi, mettendo in secondo piano tutte le altre – pur difficili – situazioni sanitarie che spesso si aggravano in modo pericoloso.

Intanto la Fondazione Etnia Barcelona ha avviato lo scorso 25 giugno, e fino al 31 dicembre prossimo, un programma dal titolo “Opticians with you” fornendo 150mila paia di occhiali completamente gratuiti alle famiglie colpite dalla crisi COVID-19 attraverso una rete di ottici in tutto il mondo che rilevano le situazioni più delicate che necessitano un intervento (in Italia hanno aderito 30 esercizi). È dal 2016 che la fondazione opera a sostegno soprattutto delle famiglie con fragilità, aiutando i bambini, provando a migliorarne la salute visiva e la qualità della vita, provando a prevenire, o a scongiurare, in qualche modo l’abbandono scolastico, sostenendo l’integrazione sociale.

«L’inizio del progetto “We look into your eyes” del 2016 ha contemplato principalmente il rilevamento e la compensazione di difetti di rifrazione quali miopia, ipermetropia e astigmatismo – fanno sapere dalla Fondazione – il numero di bambini che hanno bisogno di indossare occhiali che rileviamo è una percentuale superiore a quella che normalmente troviamo in contesti socioeconomici meno vulnerabili».