Questo matrimonio non s’ha da fare scriveva Manzoni. O invece sì? In questo 2020 che sarà ricordato, tra le altre cose, come annus horribilis per il settore wedding, tornano finalmente a fare capolino dalle chiese e dalle sale municipali le coppie di sposi, con parenti dotati di mascherina abbinata alla mise.
Evviva gli sposi allora! L’agognato ritorno alla normalità significa anche questo, poter tornare a celebrare matrimoni (e altri eventi), vivere le occasioni che arricchiscono la nostra esistenza e le diverse forme di aggregazione con relativa serenità.
Tantissimi sono i promessi sposi che hanno deciso di rimandare al 2021 o addirittura di non progettare più le loro nozze. E i danni per il comparto sono davvero notevoli. Bisogna pensare, infatti, che per l’organizzazione di un matrimonio le maestranze coinvolte sono numerosissime, dai parrucchieri ai musicisti e ai fotografi, giusto per citare le prime che vengono in mente, senza dimenticare delle attività come sale ricevimento o dimore storiche, che hanno continuato a sostenere costi fissi senza avere guadagni.
«Nel 2021 i matrimoni non saranno raddoppiati – spiega Enzo Miccio, wedding planner che quest’anno celebra venti anni di attività, intervistato nell’ambito delle dirette Instagram di AlleyOop #uncaffècon – ci saranno quelli programmati, in aggiunta a qualcuno che era previsto nel 2020. Le spose in questo periodo sono state tutte bravissime perché hanno affrontato al meglio le difficoltà. Non dimentichiamo che moltissime famiglie italiane hanno patito grosse sofferenze e lutti, a causa della pandemia. Infine, in molti hanno rinunciato perché temono che possa esserci un ritorno dei picchi di contagio, e ciò, naturalmente, andrebbe a compromettere l’intera macchina organizzativa di un matrimonio. Questo momento è difficilissimo per tutti noi che lavoriamo nel settore. Non siamo in ginocchio. Siamo praticamente sdraiati».
Colpito duramente anche il settore florovivaistico, con una perdita di circa 200 milioni di euro, secondo lo scenario prospettato da Cia-Agricoltori Italiani, sulla base di dati Istat, a causa dei 70mila matrimoni saltati per il Coronavirus. Una cifra che si deve – purtroppo – raddoppiare se pensiamo che sono state fermate anche feste di laurea, convegni, eventi pubblici e assemblee e tutte le altre cerimonie civili e religiose (battesimi, comunioni, cresime e funerali). E i fiori sono purtroppo andati al macero. Proprio in questi giorni, ad esempio, la Regione Puglia ha pubblicato l’avviso pubblico regionale destinato a risarcire i danni ai floricoltori pugliesi colpiti dalle misure di contenimento del Covid-19. L’intervento – una dotazione finanziaria di 2 milioni di euro – è destinato a quanti, nei mesi di lockdown, hanno subìto il blocco completo dei mercati e sono stati costretti ad interrare i fiori rimasti invenduti. Intanto si attende il Bonus Matrimonio che potrebbe introdurre una detrazione per le spese che si sosterranno dal 1° gennaio 2021.
E i confetti? Anche qui sono dolori. Produzioni bloccate o a singhiozzo. Nemmeno la vendita al dettaglio riprende quota: «Al momento è quasi tutto fermo – racconta Matteo Gentile, rivenditore e distributore in Molise, regione con una lunga tradizione nella produzione del confetto, insieme all’Abruzzo – nemmeno le nascite, per le quali si realizzano le classiche confettate, possono compensare. In molti hanno preferito rimandare le nozze perché non hanno voluto rinunciare ad invitare amici e parenti al completo e questo ci ha penalizzato molto».
Fortunatamente qualche matrimonio “vip” contribuisce a restituirci quel clima di levità che i matrimoni portano con sé. In fondo, ammettiamolo tutti, è assai divertente andare al matrimonio per commentare gli abiti degli invitati, coppie inedite che fanno le loro uscite ufficiali, e in primis – naturalmente – l’abito della sposa, sempre al centro di lunghe disquisizioni, come le tradizioni delle nostre regioni, da Nord a Sud, ci hanno ben insegnato.
In questi giorni si è sposata in grande riservatezza Beatrice di York, figlia di Andrea e Sarah Ferguson. Ha destato ammirazione l’abito vintage in taffetà avorio appartenuto alla regina e indossato per la prima volta nel 1962, alla premiere a Londra del film “Lawrence d’Arabia”. Inoltre in testa indossava un lungo velo e la tiara di diamanti con cui è convolata a nozze la stessa Elisabetta II nel 1947, come rivelato dall’account ufficiale Twitter dei Windsor. «Sicuramente è un segno del grande legame e dell’affetto che la Regina nutre nei confronti di sua nipote. Ed è l’ulteriore dimostrazione che l’abito da sposa è per sempre perché è legato all’emozione e meno alle mode e alle tendenze» ha commentato Miccio.
Infine, un cambio di passo importante arriva dal Vaticano. In caso di carenza di sacerdoti, come sempre più spesso si sta verificando in molte diocesi d’Italia, in via “eccezionale”, in futuro anche i laici potranno celebrare le nozze, oltre ad altre funzioni come battesimi, funerali e matrimoni. Lo riporta l’Istruzione “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa” resa nota dalla Congregazione per il Clero e promulgata lo scorso 29 giugno.