Foto di classe 2020, ma i ragazzi vorranno ricordare?

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Durante la pandemia siamo stati costretti a stravolgere le nostre vite, a rinunciare alle nostre più radicate abitudini, cercando di compensarle con un nuovo ritrovato equilibrio: il lavoro smart, la spesa online, la scuola in dad. Pur di mantenere una parvenza di normalità abbiamo fatto aperitivi tra amici in video e lezioni di yoga da pc mentre i vicini cantavano dai balconi.

Il mondo della scuola è stato stravolto come mai ci saremmo aspettati. Abbiamo rinunciato a tanto, forse a troppo anche se non ce ne stiamo ancora rendendo conto: il suono della campanella, gli zaini, i diari, gli abbracci e tutta una lunga lista di momenti rimandati a chissà quando e a chissà come. Alle giovani generazioni non è ancora arrivato il conto.

Ciò a cui non abbiamo rinunciato si è adattato a questa nuova scuola online. E così è stato per uno degli immancabili classici dei nostri ricordi scolastici: la foto di classe. Avevamo pensato che anche questo piccolo rito si sarebbe rimandato a data da destinarsi e invece ecco apparire le richieste per le foto di classi virtuali. Una bella idea o un triste ripiego? A qualche giorno dallo scatto me lo sto ancora chiedendo. Sembra un breve momento insignificante, ma dentro quel pezzetto di carta stampata ci sono i ricordi di un anno, di amici conosciuti a scuola e mai più rivisti, del compagno di banco che è stato poi il testimone di nozze, dell’amica che prendeva sempre 4 e poi ha avuto una brillante carriera. Il rito che precede lo scatto è un ricordo nel ricordo: i più alti dietro e i bassetti in prima fila, il gruppo di amiche tutte vicine, la sistemata alla maglietta preferita e le risate che fanno brillare gli occhi.

In una foto, un piccolo pezzo di mondo che ha saputo integrarsi in mesi di quotidianità. Tanti singoli che sono diventati un gruppo. Ricchezze e valori importanti nei momenti di crescita di bambini e ragazzi. Mi hanno detto che la foto di classe virtuale non avrà il fascino di quella classica e reale, però almeno servirà a ricordare questo momento. Ma siamo sicuri che i nostri ragazzi, quegli 8 milioni di studenti che sono rimasti a casa in Italia, vorranno ricordare questo periodo? Quando arriverà la foto stampata, i compagni di classe saranno ancora così come sul pezzettino di carta: piccoli rettangoli colorati su sfondi casalinghi sconosciuti.

Quando arriverà la foto stampata, noi genitori, professori, maestri, educatori, noi adulti che dovremmo essere in grado di avere tutte le risposte, non saremo ancora in grado di rispondere alla domanda che qualcuno ancora fa: Quando torneremo a scuola?

Senza sapere che la domanda ormai è già cambiata perché non si sta più discutendo di “quando” i nostri ragazzi torneranno a scuola, ma di “come”. E allora quella foto di classe ci ricorderà un periodo di incertezza immeritata a qualsiasi età.